Il papa con i familiari delle vittime di Dacca: "Grazie per la vostra testimonianza di amore"

“Non siete rimasti nella rabbia, nell’amarezza e nella voglia di vendetta ma avete imboccato, con il dolore dentro, la strada dell’amore per costruire e aiutare la gente del Bangladesh, soprattutto i giovani perché possano studiare: questo è seminare pace e vi ringrazio, per me è un esempio”. È con queste parole – riportate da L’Osservatore Romano – che papa Francesco ha stretto in un abbraccio 33 familiari di 6 delle 9 vittime italiane della strage avvenuta a Dacca, in Bangladesh, nella notte tra l’1 e il 2 luglio 2016: Marco Tondat, Christian Rossi, Maria Riboli, Vincezo D’Allestro, Claudio Cappelli e Simona Monti.

Il papa con i familiari delle vittime di Dacca: "Grazie per la vostra testimonianza di amore"

L’incontro è avvenuto questa mattina, alle 9.10, nell’auletta dell’aula Paolo VI, subito prima dell’udienza generale in piazza San Pietro.
“È facile prendere la strada che dall’amore porta all’odio – ha fatto notare il Pontefice – mentre è difficile fare il contrario: dall’amarezza e dall’odio andare verso l’amore”.

“Papa Francesco ci ha ringraziati per la testimonianza d’amore che stiamo dando, perché anche per lui siamo stati un esempio. Accogliente, premuroso, ha ascoltato le nostre storie e le iniziative di solidarietà che sono nate dopo la morte dei nostri cari”

Sono le prime parole di Maria Gaudio, moglie di Vincenzo D’Allestro, di Piedimonte Matese, una delle vittime dell’attentato di Dacca, in Bangladesh dopo l’incontro di stamattina con Papa Francesco.
Oggi, infatti, il Pontefice ha ricevuto in udienza privata i congiunti di Marco Tondat, Christian Rossi, Maria Riboli, Vincenzo D’Allestro, Claudio Cappelli, Simona Monti, alcune delle vittime dell’attentato che il 1° luglio 2016 è costato la vita a 20 persone, tra cui 9 italiani.
Come racconta “Clarus”, il periodico della diocesi di Alife-Caiazzo, dall’incontro con il Papa i familiari sono usciti “emozionati, caricati di speranza, e incoraggiati a proseguire sulla strada dell’amore che hanno intrapreso dopo l’attentato in Bangladesh”.

È stato mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, ad accompagnare dal Papa il gruppo dei familiari delle vittime e presentare al Santo Padre le storie “spezzate” di quei lavoratori, imprenditori e commercianti nel settore del tessile e della moda, “che si sono distinti in Bangladesh per onestà professionale e per la solidarietà più volte manifestata, la stessa che continua attraverso l’impegno caritatevole dei familiari che hanno scelto di proseguire sulla via dell’amore intrapresa da quei brillanti giovani”, ha spiegato il presule.

E proprio di amore ha parlato Papa Francesco; di come sia facile – dopo aver sperimentato il dramma di una simile morte – passare dalla via dell’amore a quella dell’odio: “Voi avete fatto diversamente” ha sottolineato il Pontefice, scegliendo di percorrere la strada giusta.

“Non ho mai pensato in termini di odio – afferma Maria Gaudio - Sin dai primi istanti della tragedia non ho saputo pensar male del Bangladesh, il paese dove Vincenzo ha trovato la morte, perché quel luogo, quella gente avevo imparato anche io a conoscerla e ad amarla in occasione dei numerosi viaggi di lavoro accanto a mio marito ; a loro infatti – ai bambini, ai più poveri – va il pensiero e il contributo dell’associazione ‘In viaggio con Vincenzo’, nata da qualche mese”.

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Fonte: Sir