Messico, il pensiero ai bambini costretti a migrare da soli

Nel suo messaggio rivolto al "Colloquio Messico Santa sede mobilità umana e sviluppo", il papa tocca uno dei temi più tragici dell'attualità: i minori non accompagnati che in decine di migliaia ogni anno tentano di entrare clandestinamente negli Stati Uniti. Il governo Usa stima che nel 2013 i casi siano stati almeno 60 mila. 

Messico, il pensiero ai bambini costretti a migrare da soli

In questi giorni papa Francesco è tornato sul delicato tema dell’immigrazione con il messaggio per il “Colloquio Messico-Santa Sede sulla mobilità umana e lo sviluppo”, un importante convegno che si tiene nello stato del Centro America alla presenza del segretario di stato, il card. Pietro Parolin.

«La globalizzazione – ha scritto il papa ­– è un fenomeno che ci interpella, specialmente in una delle sue principali manifestazioni qual è l’emigrazione. Si tratta di uno dei “segni” di questo tempo che viviamo e che ci riporta alle parole di Gesù “Perché questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc. 12,57). Nonostante il grande flusso di migranti presente in tutti i continenti e in quasi tutti i paesi, la migrazione viene ancora vista come emergenza, o come un fatto circostanziato e sporadico, mentre è ormai divenuto un elemento caratteristico e una sfida delle nostre società».

Jorge Mario Bergoglio è poi passato ad analizzare le sfide del fenomeno migratorio, particolarmente sentito in Messico, ai confini con gli Stati Uniti. «Molte persone costrette all’emigrazione soffrono e, spesso, muoiono tragicamente; molti dei loro diritti sono violati, sono obbligati a separarsi dalle loro famiglie e purtroppo continuano a essere oggetto di atteggiamenti razzisti e xenofobi».

Di fronte a queste considerazioni il papa ha ripreso quanto ha affermato nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno: «È necessario un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla “cultura dello scarto” – a un atteggiamento che abbia alla base la “cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore».

Quindi il papa ha rivolto il pensiero ai minori costretti a migrare: «Mi preme, inoltre, richiamare l’attenzione sulle decine di migliaia di bambini che emigrano soli, non accompagnati, per sfuggire alla povertà e alla violenza: è questa una categoria di migranti che, dal Centro America e dal Messico, attraversa la frontiera con gli Stati Uniti d’America in condizioni estreme, in cerca di una speranza che la maggior parte delle volte risulta vana. Essi aumentano di giorno in giorno. Tale emergenza umanitaria richiede, come primo, urgente intervento, che questi minori siano accolti e protetti. Tali misure, tuttavia, non saranno sufficienti, ove non siano accompagnate da politiche di informazione circa i pericoli di un tale viaggio e, soprattutto, di promozione dello sviluppo nei loro paesi di origine. È, infine, necessario, di fronte a questa sfida richiamare l’attenzione di tutta la comunità Internazionale affinché possano essere adottate nuove forme di migrazione legale e sicura».

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