Il Papa chiede “un minuto per la pace”, caso Noa Pothoven, Commissione Ue e procedura infrazione, morte card. Sgreccia, abusi a Taizé

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Il Papa chiede “un minuto per la pace”, caso Noa Pothoven, Commissione Ue e procedura infrazione, morte card. Sgreccia, abusi a Taizé

Papa Francesco: appello per “un minuto per la pace” l’8 giugno alle 13

“Dedicare ‘un minuto per la pace’ – di preghiera, per i credenti; di riflessione, per chi non crede -: tutti insieme per un mondo più fraterno”. È l’invito rivolto dal Papa, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, che come di consueto concludono l’udienza del mercoledì. Francesco ha lanciato il suo appello ricordando che “sabato prossimo, 8 giugno, ricorrerà il quinto anniversario dell’incontro, qui in Vaticano, dei Presidenti di Israele e di Palestina con me e il Patriarca Bartolomeo”. “Alle ore 13 – ha proseguito – siamo invitati a dedicare ‘un minuto per la pace’ – di preghiera, per i credenti; di riflessione, per chi non crede -: tutti insieme per un mondo più fraterno. Grazie all’Azione Cattolica internazionale che promuove questa iniziativa”. Tra i fedeli italiani, il Santo Padre ha salutato la delegazione del Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto e l’Associazione professionale Polizia locale d’Italia, presente in piazza con una delegazione di oltre 200 persone. Nel saluto finale ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli, il Papa ha ricordato la solennità della Pentecoste, che celebreremo domenica prossima: “Il Signore vi trovi tutti pronti ad accogliere l’abbondante effusione dello Spirito Santo. La grazia dei suoi doni infondi in voi nuova vitalità alla fede, rinvigorisca la speranza e dia forza operativa alla carità”. E alla festività di Pentecoste Francesco si è rivolto anche durante i saluti agli altri gruppi linguistici. “Apriamo le nostre menti e i nostri cuori all’azione dello Spirito Santo in noi, affinché ci santifichi e ci faccia testimoni di Cristo davanti al mondo, in cui viviamo”, l’invito rivolto ai fedeli polacchi.

Noa Pothoven: De Rose (psichiatra), “presa in carico integrale avrebbe potuto aiutarla”

Le vittime di abuso, anche giovanissime, “non hanno necessariamente un destino segnato e una presa in carico integrale può aiutarle. La morte non è mai la soluzione”. Lo sostiene in un’intervista al Sir Paola De Rose, neuropsichiatra dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ed esperta di maltrattamenti e abusi sui minori, commentando la triste vicenda di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese vittima di abusi, che ha deciso di lasciarsi morire di fame e di sete. Per De Rose, occorre individuare precocemente i sintomi del grave disagio delle giovanissime vittime, farle parlare e impostare un percorso di psicoterapia di sostegno e trattamenti farmacologici per aiutare la regolazione dell’umore contrastando i propositi di suicidio. “Diversi ragazzi ricoverati nel nostro reparto – racconta – hanno subito violenze molto gravi. Spesso all’interno dell’abuso sessuale c’è anche una famiglia trascurante e altre forme di violenza psicologica. Gli interventi devono includere anche un lavoro sulla famiglia che, sostenuta, può costituire un potentissimo fattore di protezione”. Per la neuropsichiatra “il nostro cervello è progettato per essere felice e per ripararsi, come tutti i nostri organi e tessuti. Il problema nasce quando mancano una corretta elaborazione di quanto accaduto. Senza un accompagnamento adeguato il cervello può andare in tilt. Non ho abbastanza elementi per esprimere un giudizio, ma una corretta terapia farmacologica e un supporto intensivo, insomma una presa in carico integrale, avrebbero sicuramente potuto aiutarla”.

Commissione Ue: richiesta procedura d’infrazione per l’Italia, “debito eccessivo”. Decisione finale il 9 luglio

(Bruxelles) “I dati del 2018 per l’Italia sono problematici su due fronti: invece di essere ridotto, il debito sale dal 131 al 132% e il deficit strutturale, che avrebbe dovuto scendere dello 0,3%, peggiora dello 0,1%, creando un gap di 0,4%”. È il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici, a commentare la situazione dei conti italiani: l’esecutivo segnala, come anticipato da più fonti, che “la regola del debito non è stata rispettata” lo scorso anno, e neppure, stando alle previsioni, lo sarà nel 2019 e nel 2020. Per questo la Commissione Juncker ritiene “giustificata” la richiesta della procedura d’infrazione per debito eccessivo: saranno poi i ministri delle finanze (Ecofin) ad assumere la decisione finale nella riunione del 9 luglio. Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, afferma dal canto suo che “esiste un cammino per la ripresa, altri Stati lo hanno già intrapreso”, riferendosi ai ritardi italiani. Non basta nemmeno invocare, da Roma, il rallentamento dell’economia a giustificare conti fuori asse rispetto ai parametri europei, perché esso, commenta la Commissione, “spiega solo in parte l’ampio gap” fra i conti italiani e le regole comunitarie. Dombrovskis aggiunge: “Quando guardiamo all’economia italiana vediamo i danni che stanno facendo le recenti scelte politiche”, e lo sguardo si sposta su pensioni (quota 100) e reddito di cittadinanza.

Bioetica: è morto il card. Elio Sgreccia, “padre” della bioetica

“Il fatto che non ci sia una facoltà universitaria di bioetica è una povertà imperdonabile. Faccio appello alla società attuale e futura affinché ci sia una sorgente finanziaria per crearne una”. È uno degli ultimi appelli – rilanciato dal Sir – del card. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia pro Vita, morto alla vigilia dei suoi 91 anni, che avrebbe dovuto compiere domani. Considerato il padre della bioetica italiana, autore di due manuali famosissimi e adoperati dagli studenti di tutto il mondo, Sgreccia era nato in provincia di Ancona nel 1928 e ordinato sacerdote nel 52. A partire dal 1974 e per dieci anni fu assistente spirituale alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Docente di bioetica all’interno dello stesso ateneo dal 1984, divenne ordinario nel 1990. Dal 1985 al 2006 fu direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal 1998 al 2005 fu direttore del Centro per la Cooperazione internazionale per la medesima università. Nel 1990 venne eletto membro del Comitato nazionale per la Bioetica, incarico mantenuto fino al 2006. Dal 1992 al 2000 fu inoltre direttore dell’Istituto di bioetica. Papa Giovanni Paolo II lo elesse vescovo il 5 novembre 1992.

Taizé: 5 casi di abuso sessuale. Alois, “proviamo vergogna e un dolore profondo”

“Se oggi prendo la parola è perché con grande tristezza sono venuto a conoscenza di casi implicanti dei fratelli e, anche se sono di anni fa, abbiamo pensato, in comunità, di doverne parlare. Si tratta di cinque casi di aggressioni a carattere sessuale su minori tra gli anni ’50 e gli anni ’80 da parte di tre diversi fratelli, due dei quali sono morti più di quindici anni fa”. È quanto si legge oggi in una Lettera choc di frère Alois pubblicata oggi dalla comunità di Taizé. Fondata nel 1940 da frère Roger, la Comunità di Taizé è una comunità cristiana monastica ecumenica internazionale che ha sede in un piccolo centro di Taizé, nel sud della Francia. Ha come particolare vocazione l’accompagnamento spirituale dei giovani che raggiungono le colline di Taizé per trascorrere periodi di formazioni, preghiera e meditazione. Ogni anno promuove incontri europei in diverse città di Europa raccogliendo migliaia di ragazzi e ragazze del continente appartenenti alle diverse Chiese cristiane.

Vescovi Abruzzo e Molise: consegnato ai vertici politici abruzzesi un decalogo per “La buona politica al servizio della pace”

Un decalogo per fissare i criteri de “La buona politica al servizio della pace”. È quanto i vescovi di Abruzzo e Molise hanno consegnato questa mattina – durante il loro consueto incontro a Chieti – al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e al presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. Dieci “sì”, che i vescovi hanno posto come pilastri della vita pubblica, a partire dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2019. “Sì” al rispetto della dignità di ogni persona umana, alla solidarietà verso i più deboli, all’accoglienza “verso chi bussa alle nostre porte, fuggendo spesso da fame o violenza alla ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri cari, rifiutando ogni logica di esclusione, come ogni esasperato atteggiamento identitario”. E ancora, “sì” ad “accompagnare i giovani, fra cui si diffonde la paura del futuro data l’insicurezza delle possibilità che si aprono per loro”, “sì” ad ogni sforzo per creare e mantenere il lavoro, ad “intervenire in rapporto alle situazioni di emergenza del post-terremoto”, ad una sanità pubblica che tenga conto dei bisogni della gente sul territorio, all’attenzione verso la tutela dell’ambiente e allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. E, per finire, un “sì ad un’Europa rispettosa dei valori morali e spirituali che l’hanno generata, da quelli propri della cultura classica greco-latina, a quelli della tradizione ebraico-cristiana, che ne ha profondamente plasmato l’anima e la storia”.

Incidente nave Venezia: Morandini (teologo e fisico), “sintomo dell’incapacità dell’uomo di accontentarsi”

“Venezia è davvero una cifra della presenza umana sul pianeta. È una città nella quale si è stati capaci di costruire splendore e bellezza, interagendo con la natura ma è anche la cifra di questa incapacità dell’uomo di accontentarsi, nella totale assenza del senso del limite”. È quanto afferma in un’intervista al Sir rilasciata per la Giornata mondiale dell’ambiente che si celebra oggi, Simone Morandini, fisico e teologo, membro del gruppo “responsabilità per il creato” della Cei, docente all’Istituto San Bernardino di Venezia e membro della Fondazione Lanza. “Un incidente come questo in cui fortunatamente non è morto nessuno e fortunatamente nessun monumento è stato danneggiato”, osserva l’esperto, “è un sintomo che invita a cambiare strada, a cambiare rotta, a delimitare l’affluenza delle navi in laguna e ricordare all’umanità che in questo momento la potenza degli uomini è tale che rischia di spaccare la bellezza naturale e culturale, questo splendido intreccio che la storia umana è riuscita nel tempo a costruire”. E sulla questione degli incassi milionari che arrivano alle casse di Venezia, Morandini risponde: “Credo che la questione debba essere pensata ed affrontata in una prospettiva lungimirante. Nel senso che Venezia non reggerà molti anni con questi ritmi e in questa situazione. Noi oggi stiamo mettendo a rischio per profitti di breve cabotaggio, seppur ingenti, la possibilità di garantire il valore estetico, morale, culturale e anche economico sui tempi lunghi della città. Non è economia versus ecologia. È economia di breve periodo versus economia a sguardo e azione lungimiranti”.

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Fonte: Sir