Papa Francesco a Bartolomeo, G20, Bassetti su Europa, Mattarella su migrazioni, abusi, corridoi umanitari

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Papa Francesco a Bartolomeo, G20, Bassetti su Europa, Mattarella su migrazioni, abusi, corridoi umanitari

Papa Francesco: a Bartolomeo, “unità dei cristiani segno di speranza in un mondo ferito dal conflitto”

“In un mondo ferito dal conflitto, l’unità dei cristiani è un segno di speranza che deve risplendere sempre più visibilmente”. Lo ha scritto il Papa, in un messaggio inviato al Patriarca Bartolomeo I, in occasione della festa di sant’Andrea apostolo, patrono del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Il messaggio è stato letto questa mattina dal cardinale Kurt Koch al termine della solenne Divina Liturgia presieduta da Bartolomeo nella chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar. Il porporato si è recato a Istanbul a capo di una delegazione della Santa Sede nel quadro del tradizionale scambio di visite per le rispettive feste dei santi patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei santi Pietro e Paolo e il 30 novembre al Fanar per la celebrazione di sant’Andrea. “Lo scambio di delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, in occasione delle rispettive feste – scrive il Papa – è diventato negli anni un’usanza gioiosa ed esprime il profondo legame che unisce le nostre due Sedi. Mentre secoli di incomprensioni reciproche, differenze e silenzi possono sembrare aver compromesso questo rapporto, lo Spirito Santo, Spirito di unità, ci ha permesso di riprendere un dialogo fraterno”.

G20: Macri (presidente Argentina), “creare consenso per il lavoro dei prossimi dieci anni”. Occorre “dialogo, dialogo, dialogo”

“L’agenda di oggi è diversa” da quella che spinse alla nascita del G20 dieci anni fa, ma io vi chiedo di agire con lo stesso senso di urgenza del 2008” perché l’essenza del G20 resta di “sostenere il dialogo rispettando le diversità”. È il presidente argentino Mauricio Macri a parlare di fronte ai capi di Stato e di governo riuniti da oggi a Buenos Aires per il summit “più a sud del mondo”. È un “evento senza precedenti” per l’Argentina, “dove non ci sono mai stati così tanti leader tutti insieme nello stesso momento”. Un discorso di otto minuti circa, molto incentrato sul tema della collaborazione: “Spero che in questo giorno e mezzo di lavoro insieme riusciremo a creare consenso per il lavoro dei prossimi dieci anni”. A fronte dei cambiamenti che sta vivendo il mondo oggi, “il nostro compito è mostrare al mondo che sfide globali richiedono risposte globali: il futuro del lavoro, il clima, sono problemi che non possiamo risolvere da soli”, ma con “i meccanismi che abbiamo oggi” o discutendo “di quelli necessari per continuare a coordinare le nostre risposte”. “La soluzione è dialogo, dialogo, dialogo” partendo dal fatto che “tutti abbiamo in comune una cosa: vogliamo portare avanti lo sviluppo sostenibile”.

Europa: card. Bassetti, “rilanciare un progetto europeo in cui l’Italia possa svolgere un ruolo da attore protagonista”

“L’Italia ha un bisogno forte dell’Europa e l’Europa ha una necessità vitale dell’Italia. Non credo che nessuno ci guadagnerebbe da un ipotetico distacco”. Lo ha sottolineato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, per il quale “oggi, di fronte, allo spostamento del baricentro del mondo sempre più lontano dal Vecchio Continente” è “assolutamente necessario rilanciare un progetto europeo in cui l’Italia possa svolgere un ruolo da attore protagonista”. “Rilanciare significa anche rivedere, migliorare, riformare: non distruggere”, ha chiarito il card. Bassetti intervenendo al convegno “La nostra Europa”, organizzato da Acli, Azione Cattolica, Comunità di Sant’Egidio, Cisl, Confcooperative, Fuci e Istituto Sturzo. Si può, ha osservato, “discutere sulle modalità politiche di stare assieme, ma l’Europa e l’Italia hanno un cammino comune millenario che preesiste al processo di unità politica degli ultimi decenni”. Secondo il presidente della Cei, “ciò che serve non è la divisione o la frammentazione, ma l’unità; serve non meno Europa, ma al contrario più Europa”.

Migrazioni: Mattarella, “fenomeno che non è di carattere emergenziale, ma è strutturale. Non va ignorato, ma governato”. Serve “responsabilità comune”

Il fenomeno migratorio “non è di carattere emergenziale, ma è strutturale, costituisce una delle grandi sfide che si presenta all’Unione europea e a tutto il mondo”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 dell’Università degli studi di Verona. Richiamando la “responsabilità comune” a carattere continentale sul fenomeno, il Capo dello Stato ha evidenziato che le migrazioni sono “un fenomeno che va, non ignorato, ma governato, per evitare il rischio di essere travolti nelle condizioni del mondo di oggi”. “Questo – ha ammonito Mattarella – richiede una responsabilità collettiva, di tutti, non soltanto di alcuni Paesi”. “Anche per questo, ogni occasione, ogni sede, ogni strumento, ogni documento che richiami alla responsabilità comune, di tutti gli Stati e dell’intera comunità internazionale e che eviti di immaginare che questa responsabilità faccia carico soltanto su alcuni, pochi, Paesi, è preziosa”, ha detto il presidente della Repubblica. Parole pronunciate nei giorni in cui si è acceso in Italia il dibattito sull’adesione al Global Compact for Migration. A questo sembra rimandare il passaggio dell’intervento in cui Mattarella ha parlato dello “spirito critico” che, ha spiegato, “è quello, ad esempio, che induce, quando si tratta di valutare un documento (sia esso interno o internazionale) a leggerlo, ad esaminarlo prima di formulare un giudizio, perché non si esprimono opinioni e giudizi sul ‘sentito dire’”.

Abusi: card. Filoni, “è un crimine personale, non della società o della Chiesa”

“L’abuso è un crimine personale, non della società o della Chiesa. Purtroppo coinvolge anche l’istituzione in cui si trova, sia essa civile o religiosa”. Lo ha detto il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del Mese missionario straordinario che si celebrerà nell’ottobre 2019, indetto dal Papa in occasione del centenario della promulgazione della Lettera Apostolica “Maximum illud “di Benedetto XV, con una Lettera inviata al prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli domenica 22 ottobre 2017. “Se prendiamo la dottrina della Chiesa, non c’è niente a favore dell’abuso”, ha fatto notare il cardinale: “Anzi, l’abuso è la contraddizione, perché si prende un certo status, in questo caso clericale, e si abusa del ruolo. L’abuso non sfigura la Chiesa, che rimane quella che è”. “La questione della pedofilia non riguarda la Chiesa in quanto istituzione, ma le persone che attraverso l’istituzione fanno quel che fanno. È giusto che chi ha la responsabilità su queste persone intervenga, ma non appartiene alla natura della Chiesa”.

Corridoi umanitari: arrivati altri 70 rifugiati. Impagliazzo (Sant’Egidio), “non è più solo una goccia”

Nuovi arrivi all’aeroporto di Fiumicino dove, questa mattina alle ore 11, sono ufficialmente entrati in Italia 70 rifugiati provenienti dal Libano, tutti scappati dalla Siria negli anni scorsi. Una nuova operazione portata a termine dai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. “1.500 non è più tanto una goccia”, le parole di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, che ha dato il benvenuto ai 70 rifugiati siriani che adesso saranno ripartiti in tutta Italia tra Bergamo, Cesano Boscone, Corsico, Genova, Torino, Pinerolo e Reggello, 50 di loro gestiti dalla Fcei e 20 dalla Comunità di Sant’Egidio.

Avvento: mons. Lorefice (Palermo), essere “avamposti” per “chi conosce la prevaricazione dei poteri mafiosi”

Essere “avamposti delle attese di chi conosce ancora la prevaricazione dei poteri mafiosi e del malaffare”. Così l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nel suo messaggio per l’Avvento alla diocesi indica l’impegno dei fedeli. Un impegno a essere anche “avamposti di chi percepisce la politica lontana e indaffarata in beghe e interessi personali o di parte; di quanti fuggono dalle guerre e dalle povertà verso un Occidente che impone e diffonde nel mondo un’economia del profitto disumana e disumanizzante”. L’auspicio dell’arcivescovo è che “tutti gli uomini e le donne abitino la terra da custodi sapienti e da pellegrini impavidi, non da padroni stanziali e da concorrenti agguerriti, perché sia la casa di tutti per tutte le generazioni che verranno, senza barriere di razze, lingue, culture e religioni”. Quindi, l’invito a “guardare al mondo e agli uomini con stupore, con occhi attenti, spirito di discernimento, rispetto, amicizia, parresia e misericordia”. Ai fedeli dell’arcidiocesi di Palermo, mons. Lorefice chiede di essere “sentinelle e portavoce delle attese frustrate della nostra gente”.

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Fonte: Sir