Pellegrinaggio ministranti, immigrato ucciso ad Aprilia, senegalese aggredito a Partinico, vescovi Honduras su seminario N.S. Suyapa, tratta

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Pellegrinaggio ministranti, immigrato ucciso ad Aprilia, senegalese aggredito a Partinico, vescovi Honduras su seminario N.S. Suyapa, tratta

Pellegrinaggio ministranti: mons. Oster (Dbk), “possiamo contribuire a creare maggiore unità in Europa”

“I giovani presenti possono essere messaggeri di pace. Come Chiesa potremo contribuire a creare maggiore partecipazione all’unità dell’Europa piuttosto che diffidenza e presa di distanze”. Lo ha detto mons. Stefan Oster, presidente della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) e vescovo di Passau, presentando oggi pomeriggio a Roma il pellegrinaggio internazionale dei ministranti. Dalla Germania sono 50mila i giovani giunti nella Capitale per l’iniziativa in programma fino al 3 agosto. Momento centrale sarà domani pomeriggio l’udienza con Papa Francesco. “I ministranti sono coloro che più facilmente possono essere avvicinarsi alla liturgia e imparano a essere una comunità in preghiera”. Tra loro, molti sono giunti a Roma per la prima volta. Ricordando i prossimi appuntamenti ecclesiali che riguardano i giovani, come la Gmg di Panama e il Sinodo dei vescovi, il presule ha auspicato che “contribuiscano a uno sguardo rinnovato della Chiesa e verso la Chiesa”.

Immigrato ucciso ad Aprilia: mons. Semeraro (Albano), “campanello di allarme di cui anche la politica deve tenere conto”

Un “fatto esecrabile” che merita una “netta condanna, al di là di ogni colore e appartenenza”. Queste le parole dette al Sir da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, in merito all’uccisione di un marocchino di 43 anni, creduto un ladro, che è stato inseguito da tre cittadini ad Aprilia. Nell’auto della vittima sono trovati degli arnesi da scasso. “Non è giustificabile nessuna forma di giustizia fai-da-te, mentre bisogna avere fiducia e assicurare il nostro supporto soltanto alle forze dell’ordine e alla magistratura. E operare educando ai valori della convivenza sociale, respingendo ogni forma di odio”, prosegue mons. Semeraro. “Siamo preoccupati dalle notizie che si susseguono da diverse città d’Italia, che sono un campanello di allarme di cui anche la politica non può non tenere conto”, conclude il vescovo che richiama le parole del presidente Mattarella: “L’Italia non può somigliare a un far west dove un tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro”.

Migrante aggredito a Partinico: mons. Pennisi (Monreale), “condanno fermamente questo gesto di razzismo e xenofobia”

“Esprimo solidarietà nei confronti di questo nostro fratello senegalese che è stato aggredito e allo stesso tempo condanno fermamente questo gesto di razzismo e xenofobia”. Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, in riferimento all’aggressione subita da un giovane senegalese, nei giorni scorsi, a Partinico. “L’atteggiamento dei cristiani, degli uomini e delle donne di buona volontà in Sicilia è generalmente caratterizzato da uno stile di accoglienza e di integrazione nel territorio e nella nostra cultura – aggiunge il presule –. Il nostro compito di cristiani, infatti, è quello dell’accoglienza, del prendersi cura vincendo il muro dell’indifferenza, sullo stile del Buon samaritano”. Secondo il vescovo, “è necessaria una rivoluzione culturale: bisogna lavorare moltissimo sull’educazione, sulla cultura dell’incontro. Prima ancora del semplice accogliere, oggi è fondamentale creare una cultura dell’accoglienza, correlata alla cultura della mondialità, per creare una globalità umanizzata e umanizzante”. Intanto, ieri a nome dell’arcivescovo il vicario foraneo di Partinico, mons. Salvatore Salvia, si è recato a fare visita al giovane senegalese nella struttura di accoglienza dove risiede.

Honduras: vescovi su seminario maggiore N.S. Suyapa, “evitare ogni speculazione”

“Invitiamo tutti a crescere nella preghiera per il nostro seminario maggiore ed evitare ogni tipo di speculazione che sminuisca il rispetto della dignità di vescovi, seminaristi e formatori e di tutti coloro che, pur con limiti ed errori, cercano di realizzare il progetto del Signore”. È quanto scrive la Conferenza episcopale dell’Honduras (Ceh) in un comunicato relativo alle “recenti informazioni sul Seminario Maggiore di Nostra Signora di Suyapa”. “Ci dispiace che l’‘informazione’ del sig. Edward Pentin del National Catholic Register (Ncr), quotidiano del canale Ewtn, all’origine delle informazioni che compaiono nei diversi media digitali nel Paese o all’estero, provochi dolore e scandalo in coloro che invece si vorrebbero difendere”, scrivono i vescovi: “In tutta certezza e verità, affermiamo che non esiste, né è esistito né debba esistere nel Seminario un ambiente come quello presentato dal reportage citato da Ncr, nel quale si dà l’impressione che istituzionalmente si promuovano e sostengano pratiche contrarie alla morale e alle norme della Chiesa, sotto lo sguardo compiacente dei vescovi”. Per “affrontare le sfide che ci presenta la realtà”, la Ceh evidenzia che “abbiamo chiesto la collaborazione di un vescovo emerito del nostro Continente, esperto nell’ambito della formazione sacerdotale che ha già accettato la nostra richiesta”. I vescovi honduregni chiedono “ai seminaristi attuali e futuri di vivere con speranza il loro discernimento, crescere nella fiducia, autenticità e trasparenza insieme con i loro vescovi e formatori, e a mostrare onestamente nelle loro comunità e parrocchiali, luci e ombre del seminario”.

Tratta: dossier Caritas, 51% dei “nuovi schiavi” sono donne, il 28% minori

Il fenomeno della tratta minorile e dei minori non accompagnati è il tema del 39° Dossier con dati e testimonianze (Ddt) dal titolo “Partire era l’unica scelta. Minori non accompagnati fra tratta e sfruttamento“, che viene pubblicato oggi da Caritas italiana, Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani. Secondo il dossier Caritas “gli schiavi invisibili sono sempre di più e sempre più giovani: nel mondo circa il 51% delle vittime di tratta sono donne, mentre gli uomini rappresentano il 21% e i minori il 28%”. Minori non accompagnati sfruttati nel lavoro, costretti a prostituirsi, mandati in strada a chiedere l’elemosina da organizzazioni criminali. L’obiettivo del dossier è di creare maggiore consapevolezza sul fenomeno e al tempo stesso riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia di tantissimi vulnerabili che gridano in silenzio. “Essere liberi di muoversi, migrare, in accordo con leggi rispettose della dignità delle persone, in particolare dei più piccoli, si configura sempre più come una conquista urgente dell’umanità – si legge nel dossier –; un cammino che il mondo intero e l’Europa sono chiamati a percorrere, lasciandosi alle spalle le asfissianti politiche securitarie per la difesa dei confini, a gloria di pochi e a danno di tanti”.

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Fonte: Sir