Riforma Curia, Settimana europea giovani, amianto, Libia e corridoi umanitari, obbligo denuncia abusi in Cile, pastorale giovanile, Uisg

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Riforma Curia, Settimana europea giovani, amianto, Libia e corridoi umanitari, obbligo denuncia abusi in Cile, pastorale giovanile, Uisg

Riforma Curia: mons. Semeraro (segretario C6), “per Francesco ha un’impronta missionaria”

“La riforma è un’istanza fondamentalmente spirituale e costitutiva della Chiesa. Ci sono, d’altra parte, alcune strutture ecclesiali che invece di aiutare, possono ostacolare, oppure condizionare un dinamismo evangelizzatore”. Lo ha detto il vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali, mons. Marcello Semeraro, intervenuto ieri, a Madrid, a un seminario internazionale su “Una Chiesa sinodale: da Paolo VI a Francesco”. Segnalando che Bergoglio “non si sente propriamente un ‘riformatore’”, il presule ha evidenziato come “il tema della riforma, tuttavia, compare subito in quel programma di ministero petrino che è l’esortazione Evangelii gaudium”. “Appare subito chiaro che la riforma ha per Francesco un’impronta missionaria”. Mons. Semeraro ha spiegato poi che “la riforma è la conversione missionaria” e ha richiamato la convinzione di Bergoglio che “questa riforma evangelica e missionaria della Chiesa ‘implica processi lunghi’, comprende l’attivazione del sensus fidei di tutti i credenti e a ogni livello, e si realizza attraverso ‘processi sinodali’”. Un’eco segnalata dal vescovo che la parola “riforma” suscita nell’animo di Francesco è “una riforma della propria vita”.

Settimana europea giovani: Eurobarometro, tra le priorità degli under30 clima, istruzione, lotta alla povertà

(Bruxelles) “Per oltre i due terzi dei giovani (67%) la protezione dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbero essere la principale priorità dell’azione Ue nei prossimi dieci anni”. È uno dei risultati del sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi in apertura della Settimana europea dei giovani. Al secondo e al terzo posto “troviamo il miglioramento dell’istruzione e della formazione, compresa la libera circolazione degli studenti, degli apprendisti e degli alunni (56%) e la lotta contro la povertà e le disuguaglianze economiche e sociali (56%)”. Il 72% dei giovani intervistati dichiara inoltre “di essersi recato alle urne a livello locale, nazionale o europeo dopo aver acquisito il diritto di voto”. Al sondaggio hanno partecipato circa 11mila giovani che nel marzo 2019 avevano tra i 15 e i 30 anni. I partecipanti avranno l’opportunità di discutere questi e altri temi in occasione degli eventi della Settimana europea della gioventù.

Amianto: Costa (min. Ambiente), “non è un’emergenza, è una cronicità. È arrivato il momento di dire basta”

“In Italia c’è un problema legato alla gestione dell’amianto che perdura negli anni. Non è un’emergenza: è una cronicità. È arrivato il momento di dire basta”. Lo ha affermato questa mattina il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nel corso delle celebrazioni per la Giornata mondiale delle vittime dell’amianto che si è svolta a Casale Monferrato. “È arrivato il momento di fare sì che questa malattia non sia la vostra eredità”, ha spiegato il ministro facendo riferimento al dramma del mesotelioma pleurico causato da esposizione all’amianto. Per Costa, “abbiamo la responsabilità di fare in modo che voi giovani non la ereditiate e che non la ereditino i vostri figli. Questo è l’impegno che dobbiamo assumerci, ecco perché voglio trasformare l’impegno di Casale e dei 48 Comuni compresi nel Sin (Sito di interesse nazionale, ndr), che ringrazio, in un impegno nazionale”. “Se non comprendiamo che il Paese Italia deve uscire dalla logica delle bonifiche per entrare nella logica della prevenzione, noi non assicureremo un’eredità degna di questo nome ai nostri figli e ai nostri nipoti”, ha proseguito il ministro, sottolineando che “purtroppo oggi quando si parla di ambiente, il 99% delle volte in un dibattito pubblico emerge il tema delle bonifiche e se questo succede vuol dire che la nostra generazione ha fallito. Perché noi non dovremmo poter bonificare, dovremmo discutere di prevenzione dell’inquinamento. Se bonifichiamo vuol dire che qualcosa di sbagliato è successo prima, invece questa è diventata la normalità”.

Libia: Comunità Sant’Egidio e Chiese protestanti scrivono a Conte, “corridoio umanitario europeo per 50.000 profughi”

Nel giorno in cui l’Unicef denuncia che in Libia “aumentano i bambini sfollati e 1.000 minori sono in pericolo nei centri di detenzione nella zona di Tripoli” e chiede con urgenza “una risposta immediata”, i presidenti della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Luca Maria Negro, hanno scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per avanzare la proposta di un “corridoio umanitario europeo” e dichiarare la loro pronta disponibilità a collaborare alla sua realizzazione sulla base dell’esperienza realizzata in Italia negli ultimi tre anni. Il meccanismo proposto è analogo a quello adottato per i “corridoi umanitari” che si stanno realizzando sulla base di un protocollo tra la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Comunità di Sant’Egidio, la Tavola valdese e i ministeri dell’Interno e degli Esteri, sottoscritto per la prima volta nel 2015 e rinnovato nel 2017. Sull’onda della “buona pratica” realizzata in Italia, sono stati aperti corridoi umanitari anche in Francia, in Belgio e Andorra per un totale di quasi 2.500 arrivi finora in Europa. “La nostra proposta nasce da questa esperienza realizzata sul campo – spiegano Negro e Impagliazzo – e ha come obiettivo l’arrivo in Europa di 50.000 profughi in due anni ripartiti tra i Paesi che intendano dare concreta attuazione ai loro impegni internazionali in materia di asilo e di diritti umani. L’Italia dovrebbe fare da capofila di questo programma, aprendo un altro corridoio dalla Libia, per almeno 2.500 persone all’anno”.

Cile: obbligo di denuncia in violazione del segreto confessionale. Mons. Ramos, “non c’è legislazione che abbia tolto questo principio”

Suscita dibattito il progetto di legge attualmente in discussione nel Parlamento cileno, ora al vaglio della Commissione Affari costituzionali del Senato, dopo essere già transitato alla Camera, che prevede la modifica dell’articolo 175 del Codice penale, obbligando i sacerdoti a denunciare casi di abuso conosciuti in confessione, violando così il segreto. Finora la reazione della Chiesa cilena è arrivata attraverso dichiarazioni contenute in articoli pubblicati in Cile. In particolare, il segretario generale della Conferenza episcopale cilena (Cech), mons. Fernando Ramos, in una dichiarazione pubblicata dal quotidiano “La Tercera”, ha spiegato che “in termini generali, la Chiesa appoggia le iniziative che aiutino a fare giustizia sugli abusi. In conseguenza, l’obbligo di denuncia appare ragionevole in tutti gli ambiti nei quali ci sia presenza di minori di età, inclusi i religiosi”. Tuttavia, fa notare il presule, nella redazione del progetto di legge è stata respinta l’indicazione che escluda dall’obbligo di denuncia il segreto confessionale. Un’ipotesi che “presenta una seria difficoltà”, dato che in questione è un sacramento della Chiesa universale. “Se un sacerdote viola il segreto sacramentale riceve la grave pena della scomunica. Non c’è legislazione al mondo che abbia tolto questo principio”. Altre cprese di posizione dei vescovi sono state pubblicate in questi giorni dal quotidiano “El Mercurio”.

Pastorale giovanile: don Falabretti (Cei), “individuare le parole coraggiose emerse dal Sinodo” per “disegnare un tracciato per i prossimi anni”

“C’è da mettere in gioco anche quell’intelligenza del cuore che sa scorgere strade nuove, sa trovare il coraggio di non adagiarsi e di riconoscere quali sono i passi da compiere. Senza inutili strappi, ma anche senza vane nostalgie”. Lo ha detto don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, aprendo oggi, a Terrasini (Palermo), il convegno nazionale di pastorale giovanile, sul tema: “Dare casa al futuro. Le parole coraggiose del Sinodo dei Giovani”. All’iniziativa partecipano circa 800 persone provenienti da 170 diocesi italiane. Falabretti l’ha presentata come “l’occasione per raccogliere quanto emerso dal percorso di questi dieci anni, cercando di individuare le ‘parole coraggiose’ emerse dal Sinodo che ci spingono a disegnare un tracciato per la pastorale giovanile dei prossimi anni”. “Bisogna trovare il modo di farlo diventare impegno dell’intera comunità, perché è soltanto in un contesto di relazioni che la Chiesa ha saputo educare in modo buono ed efficace”, ha concluso.

Vita consacrata: Uisg, XXI Assemblea plenaria sul tema “Seminatrici di speranza profetica”

“Seminatrici di speranza profetica” è il tema della XXI Assemblea plenaria della Uisg (Unione internazionale superiore generali) che si terrà dal 6 al 10 maggio a Roma (Hotel Ergife). Per la presidente, suor Carmen Sammut, questo tema ci spinge a riflettere su come le religiose possono essere segni di speranza “in un mondo di divisioni e guerre” e “per le tante donne e bambini che soffrono”. Circa 850 superiore generali partecipanti, provenienti da 80 Paesi diversi, cercheranno insieme risposte a queste domande. Ci saranno 13 lingue ufficiali e circa 40 ospiti invitati tra relatrici, rappresentanti delle Conferenze continentali delle/dei religiose/i e dei Dicasteri Vaticani, e altre/i responsabili di Organizzazioni partner della Uisg. Le riflessioni toccheranno aspetti quali l’interculturalità, la visione di futuro della vita religiosa, l’integrità della creazione (Laudato Si’), il dialogo interreligioso. Il 10 maggio le superiore generali incontreranno Papa Francesco in udienza privata. In questa occasione, il Papa lancerà la Campagna per i 10 anni di Talitha Kum dal titolo “Nuns Healing Hearts”.

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Fonte: Sir