Francia: i vescovi girano le spalle a Marine Le Pen. Un voto per l'Europa, contro populismi e paura

Ultima settimana di campagna elettorale per i due candidati in corsa per l'Eliseo: Emmanuel Macron e Marin Le Pen. Ecco le indicazioni di voto e le riflessioni di alcuni vescovi francesi. C'è chi chiaramente sostiene un candidato, chi puntualizza gli orientamenti al voto e chi ricorda che non esiste "un voto cattolico".
Ma il clima generale che si respira, pur nella diversità delle posizioni, è la poca simpatia che la leader del Front National suscita tra i cattolici. I vescovi si schierano dalla parte dell'Europa, per l'accoglienza dello straniero, per un’economia di comunione che favorisce giustizia e lavoro.

Francia: i vescovi girano le spalle a Marine Le Pen. Un voto per l'Europa, contro populismi e paura

Alcuni vescovi si schierano in maniera chiara e inequivocabile contro la leader del Front National Marine Le Pen.
Altri adottano una linea meno diretta ma non per questo ambigua e invitano a un voto per l’Europa, per l’accoglienza dei migranti, per i più poveri. Altri ancora dicono di non voler dare alcuna indicazione e sottolineano come non esiste un “voto cattolico”.

L’appuntamento elettorale si svolge in un clima di altissima tensione.
Lunedì, almeno quattro poliziotti sono rimasti feriti a Parigi nel corso di scontri che sono scoppiati durante la manifestazione sindacale per il Primo Maggio, poco dopo la partenza del corteo dalla Place de la République, nei pressi di Place de la Bastille.
Segno di una Francia arrabbiata soprattutto nelle fasce più deboli e tra i giovani sul tema caldo del lavoro che non c’è.

Monsignor Marc Stenger, vescovo di Troyes e monsignor Denir Moutel, vescovo di Saint-Brieuc e Tréguier affidano le loro lapidarie indicazioni di voto ai tweet.
Il primo – che è anche presidente di Pax Christi France – invita i suoi follower a non farsi guidare dalla “paura, dall’odio, dal rifiuto, dalla menzogna, dall’esclusione e dalla chiusura: tutto ciò è l’opposto del Vangelo”.
Monsignor Moutel va giù dritto e scrive: “Indebolire l’Europa e dividere i francesi? No a Madame Le Pen. Scelgo più che mai ora, la speranza”.
Anche monsignor Pascal Witzer, arcivescovo di Pontier, sceglie la linea della chiarezza e in un lungo articolo apparso sul quotidiano cattolico La Croix, opta per un titolo inequivocabile: “Non voterò per Marine Le Pen”.
“Resisto alla tentazione di pensare – spiega – che esistano soluzioni semplici che permetterebbero di rispondere a sfide e difficoltà che non sono esclusive alla Francia”. E ancora: “Voler chiudere le porte di un Paese è totalmente illusorio”. E infine: “È inaccettabile fare discorsi che mascherano le difficoltà semplicemente per trarne profitto personale”.

In un comunicato stampa, monsignor Pierre d’Ornellas, arcivescovo di Rennes, Dol e Siant-Malo, non cita mai espressamente Marine Le Pen ma le sue riflessioni non pongono a favore della leader del Front National.
L’arcivescovo mette in guardia gli elettori dalle “proposte semplicistiche”, definisce “intollerabili” i toni che incitano all’odio e alle violenza, condanna i discorsi che dividono la Francia.
L’arcivescovo dà inoltre tre orientamenti per il voto: la costruzione dell’Europa, l’amore del povero e l’accoglienza dello straniero; un’economia di giustizia e del lavoro.

È invece un inno all’Europa il comunicato di monsignor Christophe Dufour, arcivescovo di Aix-en-Provence e Arles.
L’Europa – scrive – è “una via e come ogni via è fragile e può essere uccisa”. L’Europa è “un cammino di speranza”. “Amo la Francia. La Francia in una Europa di nazioni. Con fervore, prego per il mio Paese. Con passione invito a pregare per la Francia, ad edificare la sua anima”.

Discorso spirituale è quello proposto da monsignor Dominique Lebrun, vescovo di Rouen, la diocesi di padre Hamel, l’anziano sacerdote ucciso dalle mani dell’Isis e per il quale è stato avviato il processo di beatificazione.
La Francia è anche questa: il Paese alle prese con una delle più gravi minacce di terrorismo della sua storia. E il vescovo Lebrun invita i suoi concittadini a votare “Con il Vangelo tra le mani” auspicando un voto che sia la messa in pratica – scrive – del comandamento di Gesù: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Infine c’è monsignor Dominique Rey, vescovo di Frejus e Tolone, che invita a riflettere sul fatto che “gli elettori cattolici non faranno una scelta univoca” perché, scrive: “Essere cattolici non significa essere militanti di un partito”.

Interessante è la presa di posizione di padre Laurent Stalla-Bourdillon, direttore del Servizio pastorale di studi politici della Conferenza episcopale francese, che riassumendo il pensiero dei vescovi francesi invita a un voto per l’unità del Paese.

L’unità – scrive in una riflessione pubblicata sul sito della Chiesa cattolica francese – “si realizza nel rispetto delle differenze e non cercando di abolirle con la negazione e l’esclusione”.
Per questa ragione, i vescovi francesi ricordano che “i progetti populisti non possono in alcun caso costituire la garanzia di un futuro di pace e invitano gli attori della vita politica a rinunciare ai semi dell’odio e della divisione”.

E se questa affermazione è un chiaro riferimento alla politica del Front National, padre Stalla-Bourdillon ne ha anche per Emmanuel Macron: quando era al governo, lo scorso anno, la sua legge sulla riforma del lavoro aveva provocato manifestazioni e proteste.
“Progetti politici – scrive padre Stalla-Bourdillon – basati sull'idolatria del denaro finiscono per distruggere l’essere umano e sono la rovina del tessuto sociale”.

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Fonte: Sir