Buon Natale. Arrivare a Betlemme per ripartire da Betlemme

Gli auguri di buon Natale di don Lorenzo Celi, direttore dell'ufficio diocesano per la pastorale dell'educazione e della scuola. "Perché sia Natale, dobbiamo noi trasformarci nei pastori di allora, da destinatari dell’annuncio diventare portatori della buona notizia, missionari nei nostri ambiti di vita".

Buon Natale. Arrivare a Betlemme per ripartire da Betlemme

Oggi tutto fa notizia, spesso addirittura si inventano false notizie, non ci si sente apprezzati se non troviamo il nostro nome o la nostra immagine su Facebook o social simile. Siamo invasi dalle notizie, purtroppo, nella maggior parte dei casi, tristi… e tra le tante, anche noi che ci riteniamo cristiani, rischiamo di dimenticarci l’unica notizia che ha davvero cambiato la storia e che merita di essere “gridata dai tetti”: Dio ha mantenuto la promessa, si è fatto Emmanuele, Dio con noi!

In questo periodo mi stanno aiutando a riscoprire la freschezza di questo annuncio i bambini delle scuole dell’infanzia che sto visitando: sono loro gli angeli che entrano nella mia vita (e in quella di tutti di noi) ripetendoci le parole del vangelo: «Non temete, vi annunziamo una buona notizia: Oggi è nato per voi il Salvatore!». Trasformarci da pastori sonnolenti a portatori di questo annunzio è la sfida più grande che ci aspetta. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una notizia così dirompente, non possiamo confonderla con quella dell’ultimo ritrovato della tecnologia o della scoperta di un nuovo impasto di panettone, accompagnato dalle tradizionali melodie, ormai rese antipatiche dal sentirle ripetere due mesi prima del grande evento.

È dal primo di novembre quest’anno che l’apparato natalizio si è messo in moto, tanto che ci siamo assuefatti a canti, immagini, gusti… ma proprio per questo stiamo rischiando di perdere il sapore dell’attesa, il trepidare dell’annuncio, la gioia della festa. Eppure il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, la Notizia Buona per eccellenza, la Parola che non passa continua a darsi a noi, a venirci incontro per destarci dal torpore di un sonno apatico che non sa più reagire di fronte a un presente triste e a un futuro che si è consumato di affidabilità e promessa.

Perché sia Natale allora, dobbiamo noi trasformarci nei pastori di allora, da destinatari dell’annuncio diventare portatori della buona notizia, missionari nei nostri ambiti di vita; mettere in atto un passaparola di positività che possa scaldare i cuori, aprire le menti, rinsaldare relazioni, costruire comunità. Ne ha bisogno anche il mondo della scuola, soprattutto i nostri studenti.

Certo saranno importanti anche i simboli che realizzeremo nelle nostre scuole, in primis il presepe, ma ricordiamoci che si tratta solo di un simbolo che chiede di essere riempito di contenuto; e il contenuto dobbiamo trovarlo dentro di noi e tra di noi. Non mancherà chi vorrà guastare o persino negare la verità della Buona Notizia, ma noi vogliamo portarla a tutti, specialmente a chi ha ancora voglia di mettersi in cammino seguendo l’apparente utopia di una stella che conduce a una stalla dove “una luce si è levata per il mondo”.

Arrivare a Betlemme per ripartire da Betlemme e recare nel nostro cammino il tesoro di un Dio che si fa bambino, per arricchirci con la sua povertà.

don Lorenzo Celi

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