Scegliere l'università. Quanto è prezioso l’orientamento

Ci sono tante variabili oggi che non aiutano studenti e famiglie in questo “salto”. L'università sta cambiando, e allo stesso momento è richiesto di stilare, insieme alla scelta dell'università, anche un vero progetto di vita. Ce ne parla Nicola Giacopini, psicologo e docente Iusve.

Scegliere l'università. Quanto è prezioso l’orientamento

Il momento della scelta, nella vita di ogni persona, è contraddistinto da vissuti e sentimenti anche contrastanti: motivazioni che spingono alla crescita ma anche sguardi rassicuranti al passato; speranza in un futuro promettente ma anche dubbi su ciò che veramente vogliamo; desiderio di una scelta autonoma e personale ma anche necessità di confronto e di appoggio.

Se ciò è vero per noi adulti, figuriamoci per le scelte proprie dell’età giovanile, in particolare quella dell’università. Ciò sia per le specificità proprie dei giovani, caratterizzati per loro natura dallo sviluppo e dal cambiamento, sia per le caratteristiche del nostro attuale contesto sociale e culturale, particolarmente fluido e attento più alla soddisfazione dei bisogni del momento presente che a porre le basi di scelte per il futuro. Si potrebbe dire, con linguaggio preso a prestito dalla chimica, che il peso specifico di questo passaggio di vita, sia molto elevato: il tema del futuro diventa in un attimo da molto distante e sganciato a molto presente e incombente. Saper scegliere è la vera e grande sfida educativa di oggi, lanciata sia alla scuola superiore sia all’università, alle famiglie come anche alle istituzioni civili ed ecclesiali.

Scelta personale in una università in cambiamento

La storica “maturità”, diventata “esame di stato”, viste anche le elevatissime percentuali di successo tra il 97 e il 99 per cento, è passata in secondo piano, lasciando il posto a un nuovo tipo di esame: il test di ammissione all’università. In particolare nelle ultime due decadi, dalla prima riforma universitaria del 1999 e in seguito quella del 2004, la quasi totalità delle università hanno previsto il numero chiuso con percentuali di studenti ammessi ai percorsi di laurea che non superano spesso il 30 per cento dei partecipanti alle selezioni. Questo certamente non aiuta la serenità del percorso di scelta degli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie superiori.

Le università hanno inoltre aumentato l’offerta accademica in modo esponenziale. E accanto al percorso universitario sono stati attivati anche percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore come possibile scelta per studenti che desiderano essere da subito inseriti nel mondo del lavoro in modo più fattivo. Tutto ciò accresce il dubbio su quale università e corso di laurea scegliere, dubbio spesso non ben risolto, visto il fenomeno degli abbandoni universitari che, nel nostro paese, arriva a punte del 40 per cento nella laurea triennale. Infine anche il sovraccarico di informazioni fornite dai nuovi mezzi di comunicazione rischia di affaticare il processo di scelta, specialmente nei giovani caratterialmente o per storia personale più indecisi.

Scelta personale e relazioni importanti

E le famiglie, come vivono questo momento? Certamente anche lo stile familiare attuale, segnato da un forte coinvolgimento emotivo nella scelta dei figli e da aspettative molto elevate sul futuro dei propri figli, viste anche le difficoltà del mercato del lavoro, invece che favorire tempi e spazi di confronto e riflessione autonomi e sereni tra genitori e figli, rischia di aumentare la confusione di questi ultimi. Riprova ne è la scelta di alcune università italiane di attivare dei momenti riservati ai genitori delle matricole, per spiegare in particolare cosa non deve fare un genitore rispetto al proprio figlio universitario. Gli open day delle università molto spesso, più che occasioni per gli studenti per avere informazioni, sono il festival delle domande e delle richieste di colloqui dei genitori. Gli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado poi, certamente molto coinvolti nel percorso degli studenti, vivono spesso una certa fatica e impreparazione nel rendere fattive le indicazioni del ministero sulla funzione orientante delle discipline, anche in mancanza di specificazioni didattiche e progettuali.
Ci si limita perciò spesso a offrire agli studenti momenti di informazione sulle università, piuttosto che percorsi di formazione.

Accompagnamento professionale alla scelta personale di un progetto di vita

In questo contesto emerge quindi la necessità e la preziosità dei percorsi di orientamento: occasione per studenti ma anche per docenti delle superiori e delle università per agire in rete e aiutare i giovani a costruire un proprio progetto personale di vita. La fluidità e la complessità si affronta allargando e allungando la prospettiva: duc in altum. È necessario pertanto accompagnare in un lavoro di riflessione personale e di gruppo sui propri interessi, sullo sviluppo di attitudini e capacità, sulla conoscenza del proprio stile personale ma anche favorire un sano esame di realtà sulle caratteristiche umane e professionali richieste dal mondo del lavoro. Come moltissimi insegnanti, operatori di orientamento ed educatori possono testimoniare, il tema della scelta è un tema sensibile, importante, apprezzato dagli studenti perché permette occasioni di crescita personale e di classe uniche e irripetibili. Niente può sostituire il confronto sereno, profondo e serio tra professionisti dell’orientamento e il singolo studente, in rete e alleanza educativa con insegnanti e famiglie.

Un filo rosso progettuale che inizi dalla scuola primaria, proseguendo nella secondaria, in modo certamente adeguato e specifico per ogni livello.
Evidenti e necessarie in particolare in quest’ambito sono e devono essere le connessioni tra il percorso di orientamento e le nuove direttive di alternanza scuola lavoro per le secondarie superiori: altrimenti anche quest’ultime, pur apprezzabili, mancherebbero di un anello di collegamento, come un viadotto mancante dell’ultimo tratto, quello forse più importante, cioè il collegamento con il lavoro, esperienza tipica della condizione adulta personale e sociale. Senza trascurare il ruolo affidato in questo ambito all’università stessa dall’Unione Europea, come anche l’importanza di altre esperienze quali il servizio civile nazionale e internazionale, atto a far emergere la consapevolezza delle proprie caratteristiche personali, dei punti di forza e di quelli di crescita, dei propri interessi e delle proprie aspirazioni.

Nicola Giacopini
psicologo e docente Iusve

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