Ignoranti, ma col cuore d'oro. Da 125 anni

Unisce la beneficenza silenziosa al divertimento che c’è nel fare festa insieme. È il club più vecchio di Padova e uno dei più antichi di tutto il paese. Ha compiuto 125 anni lo scorso 2 settembre il celebre Club Ignoranti. Un’istituzione nella città del Santo. 

Ignoranti, ma col cuore d'oro. Da 125 anni

«Le persone sono incuriosite soprattutto dal nostro nome», ammette Leopoldina Callegari, cerimoniere della secolare associazione. «Si dice che il nome sia nato proprio il 2 settembre 1889 quando, all’interno di un gruppo di amici che si trovava la sera in una storica trattoria (Monti Vecchi, nda) in via Dante, a Padova, per giocare a carte, qualcuno propose di destinare ciò che si era raccolto durante la partita in beneficenza. Da lì l’idea del club. Al momento della scelta del nome però molti pensarono, tra le varie parole, al termine “Caritas”, ma non si sapeva se dopo la “c” andasse o meno la “h”. Qualcuno proruppe: “Ma quanto siamo ignoranti!”. Da lì il nome».
La genesi, secondo il libro Storia di un Club pubblicato nel 1981 è leggermente diversa, ma lo spirito che animò, tra la miseria generale di fine 1800, un gruppo di professionisti, impiegati, artisti, commercianti e nobili ad associarsi per trasformare occasioni di festa in ritrovi di beneficienza resta sempre la medesima.
«Il motto del club – spiega Leopoldina Callegari – è per l’appunto Charitas in laetitia, a rimarcare che la beneficienza nasce dal nostro divertimento». Lo stemma, una parodia – ma neppure tanto – degli stemmi araldici nobiliari, riporta una zucca e un’oca, sempiterni simboli di ignoranza.

Sono passati 125 anni. Le feste sono diverse, le necessità di Padova pure
Se nel 1890 il ricavato di un pranzo fu destinato al sostegno delle Cucine economiche popolari, per due famiglie povere e ai «danneggiati dai disastri di Zoldo», negli anni il club ha promosso la costruzione di case per gli operai, l’acquisto di polmoni di acciaio per l’ospedale di Padova fino ad arrivare ai giorni nostri, con i pulmini per disabili e la realizzazione di ludoteche per bambini.
«Quest’anno – racconta la cerimoniera Callegari – abbiamo restaurato, in occasione dell’anniversario, due formelle nell’arco d’ingresso della sede concessaci dal comune in corte Ca’ Lando. Solitamente, però, aiutiamo piccole associazioni padovane. Siamo stati definiti “la minoranza silenziosa della beneficenza”, perché non ci facciamo mai pubblicità».
Un sodalizio esclusivo, ma fino a un certo punto: «Sono 300 i nostri associati, principalmente di età superiore ai 40-50 anni, molto diversi tra loro. Per entrare bisogna essere presentati da un associato e la domanda deve essere accolta dal direttivo. Ogni anno ne accogliamo circa una ventina».
Il Club Ignoranti ha generato propaggini anche a Este, Ancona e Trieste, mentre non sono più attivi i sodalizi di Monselice e La Spezia.

Medaglia d’oro del re Umberto I, gli “Ignoranti” padovani sono stati ricevuti dalla regina Margherita, da Sandro Pertini e da un giovane papa Giovanni Paolo II che nel 1979 ha ringraziato la compagine con queste parole: «Non stupitevi di questo nome: sono novant’anni di meravigliosa ignoranza».
Una decina le feste ogni anno. Spiega la cerimoniera Callegari: «Tutte iniziano con l’inno del club, composto a inizio Novecento, subito seguito dall’inno nazionale. Ci troviamo in ristoranti che ci possano garantire la necessaria capienza. Al termine assistiamo sempre a spettacoli teatrali o a esibizioni musicali».
Dopo la celebrazione, il 19 ottobre scorso, di questi 125 anni di storia, il 13 dicembre si terrà la tradizionale “Festa degli auguri” all’hotel Plaza di Abano, con una pesca di beneficenza e l’assegnazione a un illustre padovano del premio De Marzi, in ricordo del celebre senatore.
Tra le tante attività culturali patrocinate in più di un secolo di vita, spicca senza dubbio “Il carnevale dei bambini”, appuntamento che dal 1909 a oggi ha coinvolto cinque generazioni di piccoli scolari delle scuole padovane.

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