Undici disabili dell'Irpea lungo il cammino di Santiago

Dal 19 al 26 settembre, undici persone con disabilità e 7 operatori del ceod di Camposampiero villa San Francesco dell'Irpea affronteranno il cammino di Santiago dopo un anno di preparazione con un istruttore di Nordic walking. Con un pensiero nel cuore: affidare al santo portoghese gli amici che non stanno bene.

Undici disabili dell'Irpea lungo il cammino di Santiago

Sul palcoscenico non ci sono né utenti né operatori, ma solo attori. E così sulla strada: si cammina insieme, senza dover dimostrare niente a nessuno.

Nascono da questo presupposto due iniziative, collegate tra loro, promosse dal centro diurno Villa San Francesco di Camposampiero, gestito dalla fondazione Irpea: lo spettacolo teatrale Tutto per amore, già presentato al Centro culturale San Gaetano, e il progetto “Walking progress”, che a settembre porterà un gruppo di ospiti disabili e operatori lungo cammino di Santiago.

Lo spettacolo è stato messo in piedi dalla compagnia teatrale Davanti le quinte, formata da una ventina di attori, tra i quali operatori e utenti con diverse forme di disabilità.
«Ogni lunedì mattina – spiega il regista, l’educatore Denis Varotto – dedichiamo un’ora e mezza alla sperimentazione di diverse tecniche teatrali, con l’obiettivo di conoscere meglio se stessi, e attraverso se stessi fare la conoscenza dell’altro».

Il progetto è partito nel 2009 e da allora sono stati realizzati due spettacoli: per metterne in piedi uno ci vogliono almeno due anni. Tutto per amore ha debuttato al centro San Gaetano il 10 aprile scorso (a parte una rappresentazione dedicata ai genitori fatta a San Giorgio delle Pertiche). La pièce è liberamente tratta tra libro L’albero di Shel Silverstein.

«È un libro scritto per i ragazzi – dice Varotto – ma in realtà è un’opera universale, per tutti. Racconta la storia di un amore profondo tra un albero e un bambino. Un amore incondizionato, in cui si dà senza aspettarsi nulla dall’altro. È il simbolo del rapporto tra genitori e figli e in particolare tra genitori e figli disabili. Non perché i bambini disabili non provino sentimenti, tutt’altro. Ma perché è diversa la modalità con cui li manifestano».

Si tratta di uno spettacolo di grande impatto, che si vorrebbe portare nel Camposampierese.
E questo per due ragioni: trasmettere il messaggio di questo lavoro sul territorio, e raccogliere fondi a sostegno del progetto sul cammino di Santiago, che sarà realizzato tra il 19 e il 26 settembre: 18 persone, tra cui 11 con disabilità e 7 operatori del centro diurno, partiranno da Pamplona dirette a Santiago.

Con loro ci sarà un istruttore dell’associazione Nordic walking Brenta che ha tenuto il corso e ha proposto l’iniziativa.
I ragazzi percorreranno 5 chilometri al giorno, saranno seguiti da due pullmini e dormiranno negli ostelli del cammino.
Per molti di loro è il viaggio nel senso più pieno del termine, un cammino di crescita personale, qualcosa che ti spinge a metterti in gioco. Basti pensare che alcuni di loro non hanno mai preso l’aereo e non si sono mai allontanati da casa.

Nel significato tradizionale del pellegrinaggio, lo scopo è anche quello di chiedere una grazia. «Dedicheremo il cammino ad alcuni di noi che non stanno bene» dice Aldina, operatrice del centro diurno, del gruppo che andrà a Santiago. Il 26 luglio una delegazione sarà nella sede dell’associazione Amici di Santiago a Monselice per ritirare la credenziale della Confraternita di San Jacopo di Compostella.

«Una volta lì – prosegue Aldina – stipuleremo un gemellaggio con il Cfp di Santiago. L’idea è quella di invitarli qui a fare il cammino di Sant’Antonio». L’entusiasmo è già a mille, per il cammino, come per il teatro. «Per le persone con disabilità – dice Denis Varotto – la cosa importante è fare, non per competizione, ma per il gusto di farlo. L’unica cosa che chiedo loro è l’impegno, come farei con qualsiasi altra persona. E loro non si tirano mai indietro. Quello che danno, lo danno tutto».

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