Il Transito di sant'Antonio all'Arcella: momento di forte devozione

Lo scorso anno furono 10 mila i partecipanti alla rievocazione storica dell’ultimo viaggio di Antonio messa in scena dalla compagnia del Piccolo teatro del Ponte. Oltre cento volontari garantiscono la buona riuscita di questo intenso momento devozionale che si svolge venerdì 12 giugno, dalle 20.30 partendo da piazzale Azzurri d'Italia all'Arcella.
Ecco il nostro speciale che accompagna i giorni del Santo.

Il Transito di sant'Antonio all'Arcella: momento di forte devozione

Per una notte sarà l’Arcella, il quartiere oggi popolato dai colori del mondo, a essere il cuore della città del Santo. Quel frate portoghese (Lisbona, 15 agosto 1195 - Padova, 13 giugno 1231) giunto straniero e accolto a Padova, che a lui, da secoli ormai, ha indissolubilmente legato il proprio nome nel mondo.

Venerdì 12 giugno, a partire dalle 20.30 da piazzale Azzurri d’Italia, si svolgerà la storica rievocazione del Transito di sant’Antonio con l’arrivo del carro al santuario dell’Arcella, che concluderà la rappresentazione con il concerto delle campane riecheggiato poi dal suono di tutte le altre torri campanarie cittadine intorno alle 21.30.

Oltre cento volontari, tra quelli provenienti un po’ da tutto il vicariato dell’Arcella e gli alpini dell’Ana (Associazione nazionale alpini), garantiranno la buona riuscita della rappresentazione che di anno in anno raduna sempre più fedeli e devoti, tanto che nel 2014 si sono registrate circa 10 mila presenze. «È dal 1995, centenario della nascita del Santo – spiega Leopoldo Saracini, presidente del comitato organizzatore e membro del consiglio di presidenza della Veneranda arca del Santo – che il transito si svolge sotto questa forma partendo dal piazzale e articolandosi in cinque tappe legate alla storia narrata all’interno della Legenda assidua, la prima biografia di Antonio: cinque scene dialogate “Malore e partenza”, “L’incontro con i borghigiani”, “Il saluto dei bambini”, “L’incontro con frate Vinotto” e poi la conclusione sul piazzale del santuario con l’ultima scena “Al monastero delle povere dame”. Il copione, come ogni anno, è recitato dagli attori del Piccolo teatro del ponte».

La rievocazione storica degli ultimi momenti della vita di Antonio che, in procinto di morte, da Camposampiero giunse al monastero della Cella su un carro trainato da buoi, nacque nel 1931: «Solo nel 1963, centenario del ritrovamento della lingua del Santo – continua il presidente – si svolse in forma straordinaria partendo dal santuario del Noce a Camposampiero lungo il percorso dell’ultimo viaggio di Antonio, che oggi è l’itinerario dell’annuale pellegrinaggio notturno con i giovani. Nel ’63, in quell’occasione straordinaria, il regista Ermanno Olmi filmò tutta la rievocazione e realizzò il documentario 700 anni sulla devozione legata ad Antonio».

Il Transito richiama non solo i fedeli padovani, confermandosi ormai come evento cittadino, ma attrae moltissimi devoti da ogni dove che fanno coincidere il pellegrinaggio della tredicina con la partecipazione alla rievocazione storica. «È un momento di intenso respiro spirituale – sottolinea Saracini – con una vera partecipazione corale e popolare legata alla preghiera e alla meditazione. Al lungo corteo che accompagna e segue il carro sul quale giace il Santo agonizzante partecipano anche molte associazioni cittadine, confraternite e ordini religiosi, autorità civili, bande musicali provenienti da vari paesi del Padovano».

Il concerto delle campane, poi, che inizia dopo i rintocchi avviati dal santuario dell’Arcella, non è una «trovata moderna», tiene a precisare Leopoldo Saracini: «Esiste un’attestazione storica all’interno dello Statuto padovano risalente al 1276: si ricorda come la celebrazione di sant’Antonio iniziasse dopo l’ora nona della vigilia della festa con i rintocchi delle campane di tutta la città inaugurati da quelli del santuario arcellano».

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