L’esortazione post-sinodale Amoris laetitia di papa Francesco sta creando non poche difficoltà e problemi di interpretazione anche in ambito pastorale. Si avverte dunque l’esigenza di alcune chiarificazioni per un lavoro pastorale di accompagnamento, discernimento e integrazione che sia illuminato e al tempo stesso attento alle sollecitazioni del papa.

L’Amoris laetitia ha aperto una stagione nuova per la pastorale familiare. “Questo documento – spiega don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio per la pastorale della famiglia della Cei - suggerisce di andare oltre una stretta pastorale del vincolo, a favore di un atteggiamento di missione, di uscita, di prossimità verso ogni periferia esistenziale”. La risposta delle diocesi tra difficoltà e “nuovi germi che stanno nascendo”. Un appello alle istituzioni affinché sappiano “cogliere nell’amore familiare la linfa per il vivere sociale”

Pubblicata l’esortazione del Papa che raccoglie il lavoro dei due anni di cammino del Sinodo sulla famiglia. “Integrare tutti”, la frase guida. Parlare alle famiglie “così come sono”, la consegna. Niente più distinzioni tra situazioni “regolari” o “irregolari”: “accompagnare, discernere e integrare” l’invito ai vescovi e ai pastori, chiamati a valutare caso per caso. 

Le famiglie migranti entrano con forza nel recente documento papale Amoris laetitia. Si trovano abbastanza all’inizio, nel secondo capitolo, e a ridosso dell’introduzione, dove il papa ha un’affermazione importante, specie di questi tempi: «Non sono un problema; sono principalmente un’opportunità». 
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L’esortazione post sinodale del papa mostra una chiesa che va a scuola dalle famiglie e nello stesso tempo le aiuta a rileggere la loro vita dentro un orizzonte evangelico. Una chiesa che cammina con la gente senza giudicare, esigente nell’indicare un ideale, paziente nell’accompagnare passo dopo passo. Una chiesa che è faro ma anche fiaccola.

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Don Saulo Scarabattoli è uno dei due parroci che hanno partecipato al Sinodo sulla famiglia su nomina del Papa. Sul tema dei divorziati che vivono una nuova unione, "come prete darò sempre l’eucaristia: se vedo mani aperte, penso che anche il cuore lo sia. E allora chi sono io per decidere chi non può prendere l’Eucarestia?". Francesco, aggiunge, "ci invita a curare le persone: porto un vestito adatto a ciascuno, un vestito di festa".

Un documento concreto, denso, variegato e multiforme. Ancora una volta, Papa Francesco, con il cuore del Pastore, entra nelle realtà quotidiane della vita familiare in maniera semplice, ma profonda e, a tratti, poetica e romantica. La sfida principale per le comunità ecclesiali è racchiusa in quei tre verbi che danno il titolo al capitolo ottavo: “Accompagnare, discernere e integrare”.

La Relazione finale del Sinodo è stata approvata "con una maggioranza estremamente ampia" e ha ricevuto in ognuno dei 94 paragrafi la maggioranza qualificata dei due terzi, che sui 265 padri sinodali presenti era pari a 177 voti. Indicata la strada del "discernimento" per i divorziati risposati. L'attenzione agli omosessuali che vivono in famiglia. La cifra complessiva dell'accoglienza e della misericordia.

Monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e membro della Commissione per l’elaborazione della Relazione: "Considererei il documento finale da tre prospettive: fragilità, sguardo, parole fragili". E ancora: "I padri sinodali non sono stati convocati per essere quei 'cooperatori del disastro', di cui parla il profeta; hanno preferito, come dice san Paolo, essere ‘cooperatori della gioia'". La prospettiva: "Il Sinodo appena concluso non segna una conclusione, ma un nuovo inizio".

Il cardinale Walter Kasper: ''Auguriamo che lo Spirito Santo illumini i Padri Sinodali e li unisca al Papa. Auguriamo che la grande maggioranza dei presenti sia accanto al Papa nella risoluzione dei problemi''. L'attesa: ''È probabile che per un documento finale serva un po’ più di tempo, ma spero che il Papa dica già qualcosa alla fine dei lavori, dopo aver ricevuto tutte le relazioni''.

Famiglia: è la parola più scritta e pronunciata in questi tempi in cui si è celebrato l’incontro mondiale delle famiglie a Filadelfia e il sinodo ordinario. D’altra parte la famiglia è la realtà più viva per ogni persona. Da tante parti se ne parla a proposito e a sproposito. Anche in Georgia, come chiesa cattolica, abbiamo deciso di vivere e testimoniare che la realtà “famiglia” è importante per la persona, la comunità ecclesiale, la società.

Papa Francesco ha aperto il sinodo e indicato la via da seguire. Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale, ha sottolineato come il Sinodo abbia suscitato uno "straordinario interesse e l’attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio". Il cardinale Péter Erdő, relatore generale, ha indicato i binari lungo i quali si snoderà la riflessione: verità e misericordia, dottrina e pastorale. Escluse pressioni mediatiche sui lavori sinodali.

Padre Federico Lombardi: «Chi ha compiuto questo atto di divulgazione, ha compiuto un atto di disturbo, occorre perciò non farsene condizionare». Si possono fare osservazioni sulla metodologia del Sinodo, «ma una volta stabilita ci si impegna ad attuarla».
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Così Papa Francesco durante l’udienza generale di questa mattina, rivolgendo il pensiero al lavoro dei padri sinodali nei 13 Circoli Minori riuniti a pochi metri da piazza San Pietro. L’importanza cruciale della questione del “linguaggio” con cui annunciare alle famiglie di oggi la “buona notizia” del Vangelo è stato uno dei temi maggiormente dibattuti.

È l’invito di Francesco che ha pregato perché l’Assemblea che si apre domani ''abbracci le situazioni di vulnerabilità'' che mettono alla prova la famiglia. In apertura della serata organizzata dalla Cei, il segretario generale monsignor Nunzio Galantino ha detto: ''Siamo fabbrica di speranza''. E il cardinale presidente Angelo Bagnasco, accogliendo il Papa, ha ribadito che ''come Pastori ci sentiamo in prima linea nella promozione'' della famiglia.

La Conferenza episcopale italiana ha proposto di celebrare, la vigilia del Sinodo, una notte della luce: tutte le diocesi sono invitate ad essere, la sera del 3 ottobre, in piazza San Pietro per pregare con il Papa perché il Sinodo faccia risplendere in pienezza la luce di Dio sulle famiglie. La preghiera anche nelle comunità e l'invito ad accendere in ogni casa una candela e metterla sulla finestra.

Ci sono i "miracoli di tutti i giorni" delle famiglie, ma anche le loro "ferite", al centro di quasi un anno di catechesi di papa Francesco sulla famiglia: 28 in tutto, dal 10 dicembre 2014 al 16 settembre 2015, perché la fase che intercorre dalla celebrazione straordinaria e quella ordinaria del Sinodo è "un cammino comune" di "tutto il popolo di Dio".

A sorpresa, nell’elenco dei partecipanti alla XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi compaiono due parroci italiani, provenienti da Perugia e Trieste. Dal 3 ottobre siederanno insieme a cardinali e vescovi di ogni continente per un’assise che si preannuncia già come una svolta storica per la famiglia.

Riaffermare l’immutabilità della dottrina, rifarsi al Concilio per affrontare i problemi ancora aperti, ripensare in modo sistematico la morale sessuale: sono le tre opzioni di fronte ai padri sinodali. Ognuna ha i suoi rischi, ma non tutte sembrano capaci di rilanciare l’evangelizzazione del matrimonio e della famiglia.
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Famiglia e chiesa, un legame indissolubile. Contributo interdisciplinare per l’approfondimento sinodale.
È il titolo del volume che raccoglie il frutto del seminario di ricerca voluto dal Pontificio consiglio per la famiglia. Amore sponsale e procreazione, divorziati risposati, conviventi… ecco le proposte offerte alla riflessione dei padri sinodali.
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La novità dei Lineamenta della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015, è costituita dalle 46 domande che scandiscono questa seconda fase di ascolto della chiesa in tutto il mondo. Con la fondata speranza di rispondere alle esigenze poste dal tema del Sinodo: "La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa e nel mondo contemporaneo".

In un volume il seminario di ricerca, a cui ha partecipato anche don Giampaolo Dianin, teologo morale e rettore del seminario maggiore di Padova, voluto dal Pontificio consiglio per la famiglia per offrire un ulteriore contributo alla riflessione dei padri sinodali.

Dopo quasi due anni di discernimento ecclesiale e dopo il sinodo straordinario dell’ottobre 2014 è giunto il tempo di concludere questo itinerario e consegnare alla chiesa delle piste di lavoro e, su alcune tematiche, prendere anche delle decisioni. Dall'Instrumentum laboris pubblicato lo scorso giugno, un'agenda per il sinodo sui temi più rilevanti che i padri sinodali dovranno affrontare il prossimo ottobre.

«Abbiamo una grande necessità di far vedere la bellezza della famiglia che è in Italia, in unità – ha detto mons. Nunzio Galantino – la nostra vera forza è rimanere ancorati alla realtà con la consapevolezza che la realtà è superiore all'idea: e la realtà è la famiglia». Una "lettera a chi crede nella famiglia" di don Paolo Gentili, direttore dell'Ufficio Cei per la pastorale della famiglia.
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Il denso testo dell’Instrumentum laboris diffuso in questi giorni in preparazione all’assemblea sinodale del prossimo ottobre, offre l'immagine di una chiesa viva e differenziata, non in lotta al suo interno, ma in ascolto delle istanze del mondo, pronta a rispondere con il vangelo alle sfide che oggi pone il tema della famiglia.

Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale familiare della Cei, analizza le novità dell'Instrumentum laboris per il prossimo Sinodo dei vescovi, e osserva come nell’espressione "accompagnamento differenziato delle famiglie" emergano "il linguaggio e la sensibilità di Papa Francesco, entrati nel cuore del popolo e restituiti dalle famiglie ai padri sinodali". Sottolineata anche l’attenzione per la ministerialità coniugale.
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Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo: "Le famiglie di oggi sono tutte bisognose di misericordia, cominciando da quelle più sofferenti". Affrontati i temi più delicati: dalla "nullità" del vincolo ai divorziati risposati, alle unioni fra omosessuali. La proposta di "istituire nelle diocesi un servizio stabile di consulenza". Il ruolo delle donne nella formazione dei sacerdoti.
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I cattolici belgi contestano "il tono moralizzatore" che pervade la Relatio Synodi e il questionario. Un tono che spinge le persone a "sentirsi escluse e a lasciare". La sintesi parla di una chiesa che "ha fallito nel suo dialogo con una società in mutazione". La maggioranza si augura che i separati risposati possano accedere ai sacramenti, in particolare a quelli della riconciliazione e della eucarestia.

Reso noto il documento di sintesi in vista del Sinodo ordinario sulla famiglia. Partendo da un'analisi delle trasformazioni, si giunge alla richiesta di «una transizione dalla pastorale delle famiglie a una pastorale dell'amore», in cui la chiesa «accompagna le persone nel loro progetto d'amore», anche quando questo si sbriciola. Incomprensione per il rifiuto dei sacramenti ai divorziati. Da rivedere l’insegnamento sulla sessualità umana e i metodi di controllo della natalità.

Uscito il Rapporto in vista del sinodo. Molti i punti controversi, a cominciare dal modello di famiglia. I vescovi svizzeri ricordano che le realtà familiari «vanno al di là del modello di famiglia costruito sul matrimonio sacramentale» e parlano di famiglie "patchwork", "monoparentali", divorziati risposati, "famiglie arcobaleno". No al vincolo della indissolubilità del matrimonio. Sì all'ammissione di divorziati e risposati ai sacramenti. Chiara apertura alle coppie omosessuali.

Don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio famiglia della Cei, fa sintesi delle risposte pervenute dalle diocesi (139 su 226): «La preoccupazione più condivisa è che sempre più si rischia di vivere l’affetto sponsale senza giungere al matrimonio e fare figli senza aver fatto famiglia». La fatica di sposarsi in questo momento storico. Non elusi i problemi delle famiglie ferite. Il 3 ottobre la veglia in piazza San Pietro.

Il documento della chiesa tedesca in preparazione del Sinodo. Sottolineata la mancata attenzione alla società sempre più multireligiosa e multiculturale. La criticità dei matrimoni misti cattolici-evangelici. Constatata la difficoltà a tematizzare una pastorale per la vita di persone di orientamento omosessuale, come anche una valutazione serena che guardi alle famiglie mono-parentali e alle coppie unite civilmente, con situazioni di crisi, e ai divorziati risposati.
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A raccontarle non si vede una soluzione, eppure i protagonisti l'aspettano perché nutrono la speranza che una soluzione ci sia. Noi non l'abbiamo, ma il Sinodo sulla famiglia forse l'avrà. Del resto, il cammino di avvicinamento di questi mesi è stato ricco di discussioni e bello di confronti, nel segno della verità e della misericordia. Le domande non mancano, le risposte arriveranno. A Dio piacendo.

Rileggiamo il sinodo straordinario

Lo storico Alberto Melloni: «Non serve a ridurre i conflitti ma a farli emergere e trasformarli in ingredienti di una maggiore comunione». E ancora: «Mettere in pratica l'ascolto reciproco che aiuti a capire di più le esigenze del vangelo e non di dire delle cose più appetibili al gusto moderno o che rispondano alle esigenze di qualche “intellettuale dei miei stivali”, come diceva Bettino Craxi».

Lo storico Massimo Faggioli: «Le due celebrazioni del Sinodo a un anno di distanza ricordano per dinamica le intersessioni conciliari, ovvero il periodo gennaio-agosto che intercorse tra le quattro sessioni del Concilio Vaticano II: in quelle intersessioni i documenti discussi dai vescovi a Roma ricevettero contributi essenziali per la loro maturazione».

Lo statistico Roberto Volpi esorta a non cadere nell'errore di credere che l'aumento delle coppie di fatto compensi il calo vertiginoso dei matrimoni, sia civili che religiosi. E avverte: se continua a crescere il fenomeno delle "coppie di fatto non conviventi", nel giro di tre o quattro decenni la famiglia formata da un uomo e una donna con figli è destinata a sparire.

Il primo sinodo sulla famiglia si è concluso approvando la “relazione finale” a maggioranza assoluta, ma sui temi riguardanti i divorziati risposati e le coppie gay non ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria per l’approvazione. Si tratta per ora di orientamenti, non di decisioni.

Tre i punti – i numeri 52, 53 e 55, relativi all'accesso dei divorziati risposati all'Eucaristia, alla proposta della "comunione spirituale" e alle unioni omosessuali – che non hanno ricevuto la maggioranza qualificata. L'attenzione ai matrimoni civili e «fatte le debite differenze, anche alle convivenze». Dal papa l'incoraggiamento a proseguire nel discernimento spirituale in vista del Sinodo ordinario.

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I lavori del Sinodo

Sinodo sulla famiglia: ribadita dai padri sinodali la necessità di "riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori" del matrimonio sacramentale. Risuonata l'urgenza di "scelte pastorali coraggiose" su separati, divorziati non risposati, divorziati risposati. Per le persone omosessuali ("hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana"), la chiesa deve essere "casa accogliente".

Il dibattito tra i padri sinodali si è scaldato fino a farsi sempre più partecipativo e appassionato. Al centro della riflessione, la questione dell'accesso all'eucaristia per i divorziati risposati e le proposte per accelerare le dichiarazioni di nullità dei matrimoni. Analizzata anche la "procedura amministrativa" per la nullità mediante la dichiarazione diretta del vescovo diocesano.

Il papa ha indicato lo stile sinodale, improntato alla "parresia" evangelica. Nella relazione del cardinale Péter Erdő affrontati tutti i nodi culturali e pastorali sui quali i padri sinodali si confronteranno. Dalle convivenze che hanno sostituito il matrimonio alla posizione dei divorziati risposati civilmente. Nella consapevolezza, però, che c'è «un patrimonio di fede chiaro e ampiamente condiviso».

Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale del Sinodo, chiarisce: «Nella chiesa ortodossa non c'è un secondo o terzo matrimonio: c'è solo il primo, e dopo il primo il sacerdote dà una benedizione che non ha valore sacramentale, ma soltanto di invito alla penitenza… È una prassi condivisibile». E ancora: «I divorziati risposati sono battezzati, sono figli della chiesa, che la chiesa ama».

Aspettando il Sinodo

Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, a proposito del dibattito sulla comunione ai divorziati: «Io mi domando perché non parlare anche della poligamia, dei matrimoni combinati, dei matrimoni misti, delle povertà di ogni tipo che creano spesso le condizioni per separazioni, divorzi, fallimenti?». Occorre «trasmettere ai giovani la bellezza del vangelo della famiglia».

Inversione di priorità nelle tappe "tradizionali" dell'evangelizzazione con lo sguardo compassionevole e comprensivo. La misericordia che "accompagna" viene prima di ogni altra azione. Fa sentire amato chi è in difficoltà, apre il suo cuore e lo dispone all'ascolto. Solo dopo, si potrà annunciare il Vangelo della famiglia con i suoi contenuti dottrinali e le esigenze morali che ne conseguono.

Il vescovo di Anversa Johan Bonny ha scritto un testo per delineare le sue attese, soprattutto per le coppie irregolari con le quali ha intessuto un dialogo. E spera che per loro si possa «vedere come Gesù combinava legge e misericordia, verità e misericordia». E ricorda la tradizione giuridica dell'Oriente cristiano: «La possibilità cioè di un regolamento eccezionale in nome della misericordia».

In recupero i matrimoni civili negli ultimi due anni (+5.340 cerimonie). Primi matrimoni in età avanzata. Le coppie omosessuali rappresentano allo stato attuale circa lo 0,03 per cento del totale (7513 secondo il censimento) ma sono circa 1 milione le persone che si sono dichiarate omosessuali o bisessuali nell’ultimo censimento della popolazione italiana effettuato.

I dati del 2012 segnalano un leggero aumento, all'interno di un trend negativo in atto dal 1972. Le nozze con rito religioso sono state 122.297, con 33 mila unità in meno negli ultimi 4 anni. Ma il dato Istat differisce in modo considerevole da quello riportato nell'Annuarium Statisticum Ecclesiae che, per lo stesso anno, censisce 140.152 matrimoni tra cattolici e 3.182 tra cattolici e non.

I dati Istat: 88.288 separazioni e 51.319 divorzi nel 2012. Leggero calo rispetto all'anno precedente, ma dal 1995 i divorzi sono quasi raddoppiati. Più stabili le nozze religiose. In aumento i cittadini italiani che, per ridurre i tempi di attesa, sciolgono il matrimonio in altri paesi dell'Unione Europea.

Il demografo Roberto Volpi: «La responsabilità della chiesa è molto forte: dà del matrimonio una visione molto severa, difficile, pesante, lo carica di una complessità tale…». Idem per la vita di famiglia e il mestiere di genitore. In compenso, però, il matrimonio religioso è più stabile e duraturo. È dal 1975 che i matrimoni sono "in caduta libera". E il problema non è economico, ma culturale.

Presentato l'Instrumentum laboris che costituirà la base dei lavori sinodali. Il cardinale Lorenzo Baldisseri: «Urge permettere alle persone ferite di guarire e di riconciliarsi». Si tratta di «proporre, non imporre; accompagnare non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere». Le tappe successive: l'Assemblea generale straordinaria di ottobre e quella Ordinaria che si terrà nel 2015.

L'Instrumentum laboris presenta la traccia di lavoro del prossimo sinodo straordinario. Sono molti i temi che solleciteranno la riflessione dei vescovi attorno alla famiglia, ma è già chiaro che dovranno essere affrontati riscoprendo il vangelo come annuncio e testimonianza della misericordia di Dio, superando ogni tentazione puramente censoria.

Il questionario, capitolo per capitolo

Se qualcosa dai prossimi due sinodi sull’evangelizzazione della famiglia ci possiamo e dobbiamo attendere, è anzitutto la presa di coscienza dell’avvenuta separazione di molte famiglie dalla comunità cristiana e in secondo luogo il riconoscimento delle enormi difficoltà che incontrano i genitori cristiani nel compito di consegnare il vangelo ai figli. 

“The last but not the least” come dicono gli inglesi, cioè “ultima ma non meno importante” tra le tematiche presenti nel questionario preparatorio inviato alle chiese locali in vista del sinodo sulla famiglia dell’ottobre prossimo, è la relazione tra la famiglia e la persona. I quesiti riguardano sostanzialmente quanto la fede incida o meno nel vissuto della vita familiare.

L’enciclica Humanae vitae e le tecniche contraccettive hanno diviso il mondo cattolico, alimentando uno “scisma sommerso” che non può non interrogare la chiesa, e che oggi si somma ai delicati interrogativi aperti dalle nuove frontiere della procreazione assistita. La vera sfida, insomma, è quella di capire il senso del "generare".

Sempre più di frequente – anche se non riesco ad azzardare una percentuale – genitori che non sono sposati in chiesa si rivolgono alla parrocchia per inserirvi i loro figli. Le loro richieste non sono diverse da quelle degli altri genitori. Come ha ben evidenziato qualche anno fa una ricerca del sociologo Alessandro Castegnaro, i genitori chiedono soprattutto due cose alla parrocchia.

La quinta tappa di avvicinamento al sinodo dedicato alla famiglia (che vivrà un primo momento importante in ottobre) riporta una riflessione di coniugi Benciolini, medico legale impegnato sui temi della bioetica lui, psicologa e psicoterapeuta lei. «In una chiesa di persone adulte – scrivono – dev’esserci lo spazio per la voce di chi vive esperienze omoaffettive. Sgombrando il campo da luoghi comuni pesantemente offensivi».

Continuano gli approfondimenti a partire dal questionario voluto da papa Francesco in vista del sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. Il secondo blocco di domande preso in esame, sempre da mons. Trentin, è “sul matrimonio secondo la legge naturale”.

Primo appuntamento del percorso "verso il sinodo sulla famiglia". Mons. Giuseppe Trentin interviene sul primo blocco di domande del questionario preparatorio, che riguarda la "diffusione della Sacra Scrittura e del magistero della chiesa riguardante la famiglia". Appuntamento ogni quindici giorni

Le risposte delle chiese europee

Piena condivisione sull'importanza del matrimonio sacramentale e sull'educazione cristiana dei figli, ma difficoltà ad accettare la dottrina della chiesa su famiglia, matrimonio e omosessualità. Una maggioranza di circa il 60 per cento sostiene il riconoscimento e la benedizione da parte della chiesa delle coppie omosessuali. Disaccordo profondo sul divieto dei metodi artificiali di contraccezione.

Nel documento della Conferenza episcopale tedesca la distanza fra la chiesa e i fedeli su convivenze prematrimoniali, controllo delle nascite e contraccezione. L'esclusione dai sacramenti dei divorziati risposati percepita come «una discriminazione ingiustificata e una crudeltà». Sì al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali e la loro parità di trattamento rispetto al matrimonio «come un comandamento di giustizia».

Inviato a Roma un documento di 34 pagine. Sottolineato il distacco crescente fra la dottrina e la prassi ordinaria di singoli credenti e famiglie. Rivalutazione e comprensione del tempo prima del matrimonio. Sui sacramenti ai divorziati s'invoca «di tradurre in pratica la pastorale della misericordia e creare luoghi dove possa essere proposta e vissuta».

Parla il cardinale Walter Kasper a cui è stato affidato il compito di tenere ai cardinali riuniti in concistoro la relazione introduttiva sul tema della famiglia: «Non è immaginabile che se uno cade in un buco, non c’è nessuna uscita. Questa immagine non è conciliabile con la misericordia». A riguardo del Sinodo: «Ci sono attese buone ma anche esagerate. Speriamo che il papa possa fare qualcosa».

Il sito della Conferenza episcopale ha messo on line una sintesi curata da Pierre-Marie Carré, arcivescovo di Montpellier e vice-presidente. L’aumento dei divorzi pone il problema delle seconde nozze ed emerge la proposta di ispirarsi alla pratica della chiesa ortodossa. La sollecitazione ad «aiutare i genitori che hanno un figlio omosessuale, a vivere questa situazione con un atteggiamento giusto».