Azzardo, sindaci contro il decreto fiscale: appello al governo Renzi

Gli enti locali contestano la bozza del governo, secondo cui decadranno tutti i provvedimenti adottati in questi anni in merito alla regolamentazione di orari e distanze delle sale gioco dai luoghi sensibili. Iniziativa della Scuola delle buone pratiche.

Azzardo, sindaci contro il decreto fiscale: appello al governo Renzi

Sul gioco d'azzardo la partita non è finita
I sindaci non accettano di essere messi da parte dal governo Renzi. E per questo stanno lanciando un nuovo appello, simile a quello che due anni fa ha dato vita al Manifesto dei sindaci contro l'azzardo e la successiva raccolta di 93 mila firme per una legge di iniziativa popolare.
Ora lo spunto è dato dall'ultima bozza della delega fiscale che dovrebbe regolare tutto il settore. In un lungo appello promosso dalla Scuola delle buone pratiche di Legautonomie e Terre di mezzo, si legge che «gli aspetti molto critici del decreto fiscale si riferiscono alle misure relative alla pubblicità, alla tutela dei minori e delle fasce sociali deboli della popolazione, ai compiti delle regioni e dei comuni, alla razionalizzazione e progressiva riduzione territoriale della raccolta del gioco, alla possibilità di autoesclusione dal gioco».

La Scuola delle buone pratiche sta quindi facendo girare l'appello tra i sindaci di tutta Italia per raccogliere la loro adesione (al Manifesto aderirono 611 comuni) 
«I comuni chiedono che l’importante movimento democratico creatosi tra amministrazioni locali, associazioni e cittadini per la tutela delle persone più fragili, non sia bloccato da provvedimenti legislativi che, pur richiesti anche attraverso la presentazione di una proposta di legge di iniziativa democratica, non tengano conto di quanto accaduto nei territori e delle pesanti ricadute di riflusso antidemocratico che ne deriverebbero».
 
Secondo la bozza del decreto fiscale, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore decadranno tutti i provvedimenti adottati in questi anni da comuni e regioni
«Le varie sentenze favorevoli dei Tar e del Consiglio di Stato, e tre pronunce della Corte Costituzionale (300/2011, 220/2014, 56/2015) riconoscono ai comuni i poteri costituzionali di pianificazione territoriale ai fini del benessere e della salute dei propri cittadini, ivi compresa la pianificazione per il gioco d’azzardo», si legge nell'appello.
In particolare le sentenze hanno riconosciuto ai comuni il diritto di stabilire orari e distanze delle sale da gioco e delle slot machine dai luoghi sensibili.
«I comuni chiedono che la nuova normativa nazionale non mortifichi il lavoro svolto – si legge sempre nell'appello – ma che sappia invece recepire le indicazioni che provengono dalla Corte Costituzionale, dal Consiglio di Stato e dai Tribunali Amministrativi Regionali, che recentemente hanno riconosciuto la validità e la legittimità dei provvedimenti di regolamentazione del gioco d'azzardo da parte delle amministrazioni locali. I comuni chiedono che vengano attuati i principi del punto e) dell’art. 14 della Delega Fiscale, che stabilisce di introdurre e garantire l’applicazione di regole trasparenti e uniformi nell’intero territorio nazionale in materia di titoli abilitativi all’esercizio dell’offerta di gioco, di autorizzazioni e di controlli, garantendo forme vincolanti di partecipazione dei comuni competenti per territorio al procedimento di autorizzazione e di pianificazione, che tenga conto di parametri di distanza da luoghi sensibili validi per l’intero territorio nazionale, della dislocazione locale di sale da gioco e di punti di vendita».
 
La scuola delle buone pratiche chiede anche che ci sia un divieto totale della pubblicità del gioco d'azzardo, come avviene per il tabacco, e che ci sia la possibilità per ogni persona di autoescludersi dal gioco.
«La possibilità di autoesclusione implica un registro nazionale al quale possano iscriversi i soggetti che chiedono di essere esclusi dalla partecipazione in qualsiasi forma ai giochi con vincita in denaro, e che possa essere consultato dai responsabili dei locali ai quali si accede per il gioco».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)