Una quaresima per liberarsi dal gioco d'azzardo

La commissione Nuovi stili di vita lancia un documento con quattro proposte rivolte alle parrocchie della diocesi e non solo. Obiettivo: rendere i cristiani consapevoli che l'azzardo non è compatibile con la loro fede e che esistono dei comportamenti che aiutano a "liberarsi".  

Una quaresima per liberarsi dal gioco d'azzardo

Contro la piaga sociale che in questo momento, sospinta dalla crisi economica, sta attanagliando più di altre le famiglie e i singoli anche i credenti hanno una parte. E devono assumerla in pieno. È questo il succo della proposta di quaresima che la commissione diocesana Nuovi stili di vita, coordinata da don Adriano Sella, sta rivolgendo alle parrocchie della diocesi di Padova.

«Ci sono dei comportamenti, delle prassi che i cristiani devono fare loro – spiega don Sella – Anzitutto devono comprendere che il gioco d’azzardo non è compatibile con la fede che professano. E non parliamo solo di propensione patologica alla frequentazione di sale da gioco con slot machines, ma anche dell’abitudine di comprare dei gratta e vinci: il mercato italiano in quest’ambito è tristemente il più grande del mondo».

A partire da queste considerazione è nato dunque il documento Quaresima 2014: libera dal gioco d’azzardo e per una vita pasquale che contiene quattro inviti precisi. Il primo è avere il coraggio di dire sì al gioco, ma non a quello d’azzardo. «Basta chiamare questa terribile malattia ludopatia – riprende don Sella – il ludus, cioè il gioco, è una componente fondamentale per la vita dell’uomo, il problema viene quando si scelgono i giochi sbagliati. Parliamo piuttosto di azzardopatia quindi». Il secondo invito è quello a premiare i bar che ha no scelto di non ospitare slot machines o simili veicoli di azzardo, rinunciando così a una fetta a volte consistente di incassi in nome di una scelta etica. In terzo luogo, la commissione Nuovi stili di vita chiede ai credenti di favorire la nascita di una rete non solo economica, ma anche di prossimità, che favorisca l’uscita dalla spirale dell’azzardo da parte delle vittime.

Si tratta infine di sostenere alcune campagne partite in questo tempo per arginare questo preoccupante fenomeno: Acli, Gruppo Abele, Libera, Federconsumatori hanno dato vita a“Mettiamoci in gioco” (www.mettiamociingioco.org). L’Associazione movimento No slot ha creato l’omonima “Noslot” (www.noslot.org). Il collettivo Senza slot ha lanciato la campagna “Senza slot” (www.senzaslot.it) mentre la rete Next–Nuova economia per tutti ha p progettato “SlotMob” (www.nexteconomia.org/slots-mob).   

Il documento non tralascia di riportare le dimensioni del fenomeno, le quali, come detto hanno numeri impressionanti. Dati dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato (Aams) parlano di 15 milioni di giocatori abituali, di cui due a rischio patologico già al mese di ottobre 2012. La stessa fonte tratteggia l’industria dell’azzardo come la terza del paese conun giro di affari pari al 3 per cento del Pil nazionale, 5 mila aziende, 120 mila addetti, 400 mila slot machine e 6.181 punti gioco autorizzati.

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