Terra Terra... di Antonio Gregolin

stampa

La Xylella dell’ulivo. Il cinipide galligeno del castagno. La grafiosi dell’olmo. Il Ceratocystis fimbriat o cancro colorato del platano. L’antracnosi dell’ippocastano. Il Rhynchophorus ferrugineus o punteruolo rosso delle palme. E per ultima la non meno pericolosa “stupidità umana”. 

In 59 comuni sparsi tra le provincie di Vicenza-Verona-Padova le falde sembrerebbero inquinate da sostanze perfluoro-acriliche d’indubbia natura industriale. Ormai sono decine i pozzi sotto controllo con l’obbligo per i proprietari di fare analisi dell’acqua con cui annaffiano il loro orto e i campi.

Può essere che una foto sia sufficiente ad immortalare un atteggiamento umano dal valore globale? Sì, e lo dimostra la foto scattata da Eric Smith nella baia californiana di Redondo beach, che in questi giorni sta facendo il giro della rete, con migliaia di “like” e commenti ripresi anche dai maggiori giornali internazionali e nazionali. Il perché, è presto detto: in quello scatto ci siamo noi! 

Il significato delle cose, molto spesso offre il senso dei piccoli gesti quotidiani che potrebbero trasformare i nostri gesti che possono incidere e coincidere con l’etica dei nostri comportamenti quotidiani. Un senso di ribellione a quel marchio infamante che ci accomuna in “consumatori” e “soggetti da consumo”. 

Anche il Natale è una questione di paesaggio. Quello esteriore che vediamo con gli occhi del corpo. E quello interiore con gli occhi dello spirito. Durante tutto l’anno è tornato spesso in queste considerazioni il tema del “paesaggio”: primo perché siamo figli della nostra terra, con le radici che ci portiamo destinate a restare in noi come un “imprimatur territoriale”. Secondo, perché siamo noi a modificarlo con le nostre scelte quotidiane, di cui si vedono spesso le conseguenze. 

Quando la televisione fa discutere e scuote la coscienza. Chiamatela televisione intelligente, d’inchiesta o d’approfondimento, comunque la si definisca, ci sono servizi televisivi, pochi in realtà, che fungono da autentici “esami di coscienza”.  Non entro nel merito dell’obiettività giornalistica e sul principio di verità dell’informazione. Sta di fatto che dei problemi è sempre meglio discuterne, bene o male.

Il paesaggio è indissolubilmente frutto dell’educazione e delle nostre scelte. La storia ce lo ricorda in continuazione. Glissando sui problemi cronici e gravi dell’Italia contemporanea (Genova insegna), il nostro paesaggio quotidiano stesso è intriso di questa regola antropologica. 

Francesco, l’eterno sconosciuto!? Domanda ed esclamazione, stando al poco che la gente sa e ricorda sul poverello di Assisi. Non lo spiegano a scuola. Frammentaria è la sua descrizione nei testi ufficiali di storia. Strattonato poi in vita come in morte da molte ideologie, non ultima quella ambientalista che l’ha ridotto a “santino per tutte le stagioni”. Pochi rammentano che sia pure il patrono degli italiani.