Terra terra… Il valore della “cipolla”, toccasana per il corpo e lo spirito

Offrire il “benvenuto”, rimane un gesto atavico di cortesia. Scontato, per un ospite che arriva nella terra che abitiamo, come nella casa in cui entra. L’etimologia della parola però, per colpa della nostra distrazione, sfugge ai più. “Benvenuto” infatti, sta per “arrivato bene” alludendo al viaggio, come pure “il tuo bene giunga in noi”. 

Terra terra… Il valore della “cipolla”, toccasana per il corpo e lo spirito

Esprimersi così, non è quindi solo formalità, ma auspicio che si estende all’intero ambiente in cui l’ospite arriva. Il benvenuto offerto al nuovo vescovo, (don) Claudio Cipolla, vorrei avesse sapore di quanto detto sopra.
Al di là della ritualità del cerimoniale. Oltre l’etichetta. Sopra ogni formalità, quel semplice “Benvenuto a Padova” è un augurio di bene per tutta la nostra terra.
In tanti gliel’avranno detto in questi giorni. In molti, eminenza, glielo ripeteranno nei mesi avvenire, ma l’auspicio auspicherei restasse granitico per tutto il tempo di permanenza nella nostra terra.

Bene-dire e ben-venuto possono avere in questo caso la stessa matrice simbolica
Lei chiamato a diventare il nuovo “pastore”, che anticamente evocava nell’accezione “chi forniva un pasto”, ha un pastorale liturgico che è copia dell’antico bordone impiegato fino a non molti decenni fa anche qui da noi da chi custodiva le greggi.
Il simbolismo quindi che lei ha fatto suo con l’insediamento nella cattedra vescovile patavina, ha una gamma di valori che per tradizione ecclesiastica fanno riferimento a concetti che ci riportano indissolubilmente al rapporto che abbiamo con la terra stessa.
Qualcosa che in molti hanno perso da tempo, e altrettanti sentono il desiderio di recuperare.
Un ritorno necessario quanto significativo, che l’enciclica papale Laudato si’ ricorda con accorato senso di responsabilità. Una responsabilità che è implicita nel “benvenuto” che gli è stato rivolto.

La terra padovana non è indenne da rischi ambientali ben noti e spesso ignorati. L’alluvione del 2009 ce lo ricorda
Così come l’inquinamento atmosferico che colloca Padova tra le città più inquinate d’Italia. Se poi volessimo parlare di qualità del cibo prodotto, ci si appella e affida al senso di responsabilità ed etica di chi lo produce.
Risvegliare questa coscienza etica è per i padovani e non una necessità che mi auguro sia per lei un piacere e dovere, più che un fardello.

Un’ultima cosa, eminenza: lei porta un cognome che calza a pennello per questa rubrica
Chi coltiva, conosce bene quanto la cipolla, o sioea in padovano, sia un bulbo dalle molteplici proprietà. Lo sapevano già egiziani ed ebrei, fino alle nostre nonne custodi della cucina povera ed essenziale, del valore della cipolla.
Dai fornelli alla farmacopea, le sue proprietà hanno il pregio di restare un autentico toccasana per tutti (gusti a parte). Resta una pianta aromatica che predilige terreni soffici: dal mare alla montagna, che serba il suo tesoro per buona parte del tempo sottoterra, mentre il bulbo è nutrito da foglie nient’affatto invasive che catturano la luce, che non manca mai nel brolo.
Ma è anche quella che se usata impropriamente, rilascia enzimi capaci di irritare gli occhi, fino a da farci piangere.
Se serve, eminenza, ci faccia sorridere, ma anche piangere, restando fermi nel desiderio di avere un pastore che sia uomo di terra, ma con occhi di cielo.

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