Terra terra… l’acqua malata che ci avvelena giorno dopo giorno

In 59 comuni sparsi tra le provincie di Vicenza-Verona-Padova le falde sembrerebbero inquinate da sostanze perfluoro-acriliche d’indubbia natura industriale. Ormai sono decine i pozzi sotto controllo con l’obbligo per i proprietari di fare analisi dell’acqua con cui annaffiano il loro orto e i campi.

Terra terra… l’acqua malata che ci avvelena giorno dopo giorno

Non credo sia un tabù dire che “tutto torna” e che chi è “cagion del suo mal pianga se stesso”
Ecco perché il cattivo rapporto che i padovani e vicentini hanno con l’elemento acqua, ha poche cause (l’abuso nostro) e molte conseguenze (le nostre malattie). Dai disastri idrici del 2009 a oggi, uno dei maggiori pericoli deriva da fenomeni che taluni si ostinano a definire “naturali”, mentre invece a rigor di logica sono la conseguenza diretta della nostra pessima gestione del territorio.

Se le acque di superficie turbano ciclicamente la nostra tranquillità e incolumità, una nuova quanto preoccupante situazione minaccia i vicentini
Stavolta però a rischio è la nostra stessa salute, per colpa dell’inquinamento delle falde acquifere. L’acqua elemento di vita, che per risapute responsabilità industriali diventa elemento di rischio.
Un secolo fa, un “selvaggio” come allora definivano i Pellerossa (nativi d’America), ebbe da ricordarci: «Quando l’uomo bianco si accorgerà che non potrà mangiarsi (o bersi come in questo caso) i suoi soldi (o interessi). Allora, sarà troppo tardi!». Ci siamo?
Non mi spingo a dare giudizi sul nostro futuro, certo è che per i 59 comuni sparsi tra le provincie di Vicenza-Verona-Padova le cui falde sembrerebbero inquinate da sostanze perfluoro-acriliche d’indubbia natura industriale, le parole dell’indiano americano appaiono come una sentenza.

Ormai sono decine i pozzi sotto controllo con l’obbligo per i proprietari di fare analisi dell’acqua con cui annaffiano il loro orto e i campi
La catena alimentare poi ci mostra come quello che viene immesso illegalmente dalle aziende – storia arcinota da più di un trentennio – finisce inevitabilmente nella tavola e poi nel nostro stomaco. Queste sostanze prodotte per rendere impermeabili stoviglie, carta e stoffe, incolori e spesso inodori, sarebbero presenti da decenni nelle acque, dall’acquedotto ai fiumi e canali usati in agricoltura.
Da Trissino a Montagnana, passando per Lonigo, Cologna Veneta e Vicenza, c’è oggi chi beve sostanze che avrebbero una persistenza di ben sessant’anni nell’acqua e cinque nel sangue. Con una indagine in corso, sapendo come funziona la giustizia in termini ambientali in questo paese, ma c’è già chi parla di «inquinamento irreversibile con effetti disastrosi sulla salute umana».

La nostra salute. La mia salute
L’inquinamento in questo non fa distinzione, e miete molte vittime l’anno, di cui poco si dice. Anzi, di certi dati “sensibili” è bene non parlarne affatto.
Figuriamoci delle relazioni acclarate tra salute e inquinamento (di aria, acqua, terra e cibo) che mostrano come la nostra regione sia tra i primi posti per incidenza di tumori. Chi ne parla è subito additato come “estremista-allarmista”. Mentre sarebbe più opportuno definirlo “realista”.

Lo vediamo tutti che le patologie tumorali sono un flagello, con numeri in crescita soprattutto tra i giovani
Patologie che, secondo gli studi, si verificano maggiormente in casi di assunzione di Pfas, come quelle al rene, ai testicoli o ai linfonodi, che colpiscono soprattutto la popolazione in età adolescenziale.
Già alle nuove generazioni non garantiamo un futuro certo e ora gli serviamo pure la morte nel bicchiere d’acqua!

Le evidenze di cui nessuno parla, sono scandali a “cielo aperto”
Certo, l’acqua è malata, ma noi rischiamo di esserlo più di lei, oggi e ancor più domani se non comprendiamo che siamo e restiamo un fragile elemento di questo pianeta.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: falde (2), pozzi (1), perfluoro (1), inquinamento (41), acqua (15), Pfas (11)