Le comunità attendono il vescovo. Verso la visita pastorale

La prima visita pastorale del vescovo Claudio è pronta al via. Manca una manciata di giorni all’approdo di mons. Cipolla sulle sponde del Piave, in quel di Valdobbiadene, dove lo attendono per il 2 novembre le sette parrocchie che fanno parte del Comune. Si apriranno così dieci giorni di incontri, condivisioni e confronti: al centro, Gesù Cristo e il Vangelo.
Ma che cosa significherà per ogni singola parrocchia della Diocesi accogliere il proprio Pastore che si fa pellegrino da Padova? Quali preziose occasioni offre la visita pastorale che sta per prendere il largo? Su che cosa rifletteranno insieme il popolo di Dio e il suo vescovo?

Le comunità attendono il vescovo. Verso la visita pastorale

La prima visita pastorale del vescovo Claudio è pronta al via. Manca una manciata di giorni all’approdo di mons. Cipolla sulle sponde del Piave, in quel di Valdobbiadene, dove lo attendono per il 2 novembre le sette parrocchie che fanno parte del Comune. Si apriranno così dieci giorni di incontri, condivisioni e confronti: al centro, Gesù Cristo e il Vangelo.

Ma che cosa significherà per ogni singola parrocchia della Diocesi accogliere il proprio pastore che si fa pellegrino da Padova? Quali preziose occasioni offre la visita pastorale che sta per prendere il largo? Su che cosa rifletteranno insieme il popolo di Dio e il suo vescovo?

«La visita pastorale – spiega don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale – rappresenta una grande occasione di crescita spirituale ed ecclesiale. Può diventare uno “specchio” nel quale ogni parrocchia si osserva e soprattutto si lascia guardare dal Signore Gesù, per cogliere “lo stato dell’arte” nel suo essere comunità chiamata ad annunciare il Vangelo in un tempo in cui la fede non è più un fatto scontato. Come abbiamo scritto in Il seminatore uscì a seminare, le tracce di cammino consegnate da poco a tutta la Diocesi, occorre partire dalle domande che animano l’esistenza delle persone offrendo una proposta spirituale e formativa di qualità. Non vuole essere un grande evento che rischia di spegnersi in poco tempo. È un passaggio nel quale, colto l’essenziale, si alza lo sguardo e, con l’aiuto del vescovo, si sceglie quale sentiero percorrere verso il futuro, mettendo a fuoco i punti chiave su cui impegnarsi».

Se a Valdobbiadene l’attesa sale, la preparazione è già partita anche nei gruppi di parrocchie dove il vescovo arriverà da qui alla primavera. Questa fase di annuncio e sensibilizzazione ha già dato modo di comprendere finalità e modalità della visita: «Le comunità accoglieranno il vescovo in un clima informale: sarà come essere in famiglia – continua don Leopoldo – Non ci saranno incontri ufficiali o un protocollo da seguire, ma tanti spazi di ascolto reciproco, “a tu per tu”. Un’opportunità preziosa in questo tempo in cui ci chiediamo quali sono le prospettive per la Chiesa, quale il cuore della nostra vita comunitaria».

Ogni gruppo di parrocchie avrà dunque un percorso “su misura”, ritagliato sulla propria identità e le proprie esigenze specifiche. Il vescovo, in alcuni momenti, potrà essere accompagnato da alcuni preti mentre venti presbiteri, tra cui due religiosi, sono impegnati in qualità di co-visitatori nell’affiancare le comunità nelle settimane che precedono la visita. Sono loro a consegnare nelle mani dei parroci, dei membri degli organismi di comunione e degli operatori pastorali l’opuscolo che contiene tutto il necessario: la lettera di indizione della visita pastorale; il testo di riferimento; i cinque brani degli Atti degli apostoli commentati da biblisti, teologi ed esperti; le tracce di confronto: piste di riflessione ampie, per poter essere declinate a seconda della realtà di ogni parrocchia.  Quattro i grandi temi: la vita degli organismi di comunione; gli ambiti di riferimento dell’intera pastorale: catechesi, liturgia, carità; la cura per l’educazione e la formazione di bambini, ragazzi e adolescenti; infine, i giovani dell’area sinodale. Tre filoni attraversano in modo trasversale tutti questi aspetti: la qualità delle relazioni nelle nostre comunità, l’importanza della formazione e della crescita spirituale e la presenza dei giovani nelle dinamiche vitali della comunità.

«Ci chiediamo come Gesù ci pensa e ci sogna: riprendendo le parole del vescovo, come poter essere oggi comunità evangelizzanti – riflette don Voltan che ha coordinato il lavoro di squadra finalizzato alla redazione delle “tracce di confronto” – Sarebbe importante che il nostro stare insieme non fosse fine a se stesso ma un primo segno della bellezza e della forza del Vangelo per il nostro tempo e la nostra società. È importante che le nostre parrocchie vivano per prime ciò che annunciano: la cura per l’altro, soprattutto i più deboli e poveri; l’interesse per le questioni sociali che toccano tutti, la ricerca sincera di giustizia ed equità, l’attitudine alla solidarietà e all’accoglienza. Ci rendiamo conto poi che ogni iniziativa della Chiesa locale ha bisogno di qualità per trasmettere il suo messaggio. Occorre puntare in alto, senza pensare a dei “professionisti del Vangelo”, per non essere ripetitivi o scontati. Infine, rispetto ai giovani: non si tratta di fare qualcosa “per” loro, ma di rinnovare il volto della nostra Chiesa “con” loro».

È tutto pronto dunque. Il cammino che caratterizzerà l’agenda del vescovo Claudio e di tutta la Diocesi per i prossimi anni è stilato e pronto a partire. Sarà un’apertura decisa verso il futuro. Ma anche il momento-chiave per toccare con mano quanta grazia ha già portato la presenza di Dio nelle nostre strade e nelle nostre contrade.

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