Celeseo, Sant'Angelo di Piove di Sacco, Villatora, Saonara e Vigorovea. Cinque stili, una sola fede viva

Celeseo, Sant'Angelo di Piove di Sacco, Villatora, Saonara e Vigorovea sono pronte ad accogliere il vescovo Claudio dal 23 novembre al 1° dicembre. Il volto delle parrocchie è unico e peculiare, come il cammino tracciato. Le accomuna l'attivismo dei giovani e il bisogno di formarsi per aprirsi al cambiamento in atto. 

Celeseo, Sant'Angelo di Piove di Sacco, Villatora, Saonara e Vigorovea. Cinque stili, una sola fede viva

Celeseo, Sant’Angelo di Piove di Sacco, Saonara, Vigorovea e Villatora. Accogliere il vescovo Claudio per la visita pastorale tocca a loro adesso. E l’attesa si fa sentire. Il gruppo di parrocchie – toccato dal vescovo dal 23 novembre al 1° dicembre - questa volta appare eterogeneo. Villatora e Saonara stanno a due passi da Padova e l’attrazione è forte, anche se la Strada dei vivai appare come una vera e propria frontiera tra due comunità appartenenti allo stesso comune, ma molto diverse tra loro. Sant’Angelo e ancora più Vigorovea stanno dell’orbita di Piove di Sacco. In mezzo Celeseo, 1.600 abitanti sparsi su quattro Comuni e due province.

Elementi comuni? La crescita vorticosa degli abitati di Villatora (da 4.500 a 6 mila abitanti in pochi anni) e di Vigorovea (triplicati, da 600 a 1.800) e i nuovi quartieri di Celeseo. E poi l’amore per la propria chiesa parrocchiale: Saonara festeggia con don Claudio il bel restauro di dieci anni fa, che si tradusse in un grande movimento di popolo, capace di pagare l’ingente prezzo dei lavori in poco tempo; così Villatora attende il vescovo per benedire il nuovo altare con l’adeguamento liturgico; mentre Celeseo inaugura ridipintura e nuovo impianto di illuminazione interno a led proprio sabato 23, quando il vescovo partecipa anche alla processione per la Madonna della Salute.

La visita di don Claudio prende il via da Saonara, dove il vescovo incontra la cooperativa Il Glicine e poi pranza con i preti in canonica. «La comunità è molto viva e conta su gruppi vitali, a partire dai catechisti, gli educatori di Ac, il coordinamento Caritas di cui fanno parte anche la ex San Vincenzo e il gruppo missionario – racconta don Francesco Monetti, il parroco – Certo non mancano le domande sul futuro: come fronteggiare il calo della partecipazione e del numero dei preti? Preparando la visita pastorale è emersa una grande necessità di formazione per vivere al meglio i ministeri laicali». La visita è già stata un momento formativo, conferma il vicepresidente del consiglio pastorale Damiano Salmaso: «Speriamo di ricevere da lui una scossa, perché si risvegli in noi l’entusiasmo della fede e si possa avanzare nella riflessione che abbiamo già iniziato lo scorso anno sul testo La parrocchia». Celeseo vive questa stagione come un cambiamento epocale: «Al vescovo chiederemo come possiamo noi “abitare al meglio il nostro battesimo – esordisce il parroco don Sergio Facco – Ma i punti su cui più ci siamo interrogati sono: come portare il Vangelo nei quattro nuovi quartieri del nostro paese, che rischiano di essere semplicemente dei grandi dormitori? E poi ci sono gli anziani, sempre di più e sempre più soli…».

I nuovi arrivati a Vigorovea invece hanno portato una ventata di aria fresca, ma oggi la comunità sente il bisogno di integrare le due sue anime, quella recente e quella originaria, anche se gli abitanti storici hanno accolto le nuove famiglie in modo esemplare. «La vera novità? Anche da noi sono i gruppi giovani e giovanissimi sbocciati negli ultimi anni – assicura don Fernando Comi – Ciò che non è semplice per tutti metabolizzare è il rovesciamento di prospettiva: i ragazzi oggi vanno cercati, con fervore, non è più come una tempo, quando i genitori stessi li inserivano in comunità».

E i giovani sono al centro dell’attenzione anche a Villatora: «La nostra riflessione è partita prima del sinodo diocesano per poi confluirvi – spiega don Valentino Sguotti –Siamo giunti a stilare sette tracce di cammino in pastorale giovanile che descrivono una comunità credibile con e per i giovani». «In questo senso la missione giovani del seminario maggiore è stata un’esperienza potente – aggiunge la vicepresidente del cpp Martina Alibardi – I seminaristi sono entrati nelle nostre case e hanno condiviso la bellezza e la fatica della loro scelta, trasmettendoci la serenità che il Signore dona loro». Da tre anni Villatora accarezza dunque il progetto che la sta convertendo in forma missionaria: «Per la festa dei nostri patroni – continua il parroco – viviamo la novena nelle aree verdi dei condomini sorti ultimamente. Un semplice momento di preghiera, reso possibile da una o due famiglie che avanzano l’invito alle altre. Speriamo che nel tempo ogni quartiere conosca la presenza stabile di un piccolo gruppo evangelizzatore».

Sant’Angelo è viva e attiva come sempre, specie tra i giovani e la San Vincenzo che mappa le povertà del territorio in stretta collaborazione con i servizi sociali comunali. Un po’ di fatica nell’andare avanti però si fa sentire: «Attendiamo nuovi stimoli dal vescovo e dai materiali sul battesimo che affronteremo passata la visita pastorale – spiega il parroco, don Angelo Scarabottolo – con la speranza di andare alla nostra essenza e riprendere il cammino, magari in forme diverse, con nuove opportunità. I ministeri laicali? Sentiamo l’esigenza di comprenderli, anche di trovare delle forme di sostegno nei momenti di difficoltà che potrebbero presentarsi».

Le tappe di una chiesa missionaria

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I 95 fiori all'occhiello di Saonara

La scuola dell'infanzia parrocchiale di Saonara accoglie 95 bambini e recentemente è stata ristrutturata. A rendere importante questa esperienza è anche l'apporto delle giovani famiglie alla vita della comunità cristiana.

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