Asiago. Notti d'estate, il "patro" si apre

Dal 5 al 10 agosto prossimi nel centro parrocchiale del duomo di San Matteo, ad Asiago, si svolgerà Patronight, una festa con tornei di calcio e 7, basket e volley aperti a tutti, con attività varie proposte per coinvolgere parrocchiani e turisti.

Asiago. Notti d'estate, il "patro" si apre

I campi sono segnati, i canestri e le reti sono sistemate. È tutto pronto per il Patronight, la festa del centro parrocchiale di San Matteo, ad Asiago, che si svolge dal 5 al 10 agosto. Lo sport è solamente un’occasione per stare insieme, rivolta non solo ai bambini e ai ragazzi che si confronteranno nei tornei di calcio a 7, basket e volley, ma anche ai loro genitori e a quanti vorranno partecipare, parrocchiani e non, turisti compresi.

Anche l’ospitalità infatti è un aspetto dell’accoglienza, che sarà uno dei fili conduttori dell’evento. «Patronight si ripete da una quindicina d’anni – racconta il parroco don Roberto Bonomo – per ritrovarci tra noi e ripercorrere un po’ della nostra storia, ma anche per aprirci, con attività rivolte non solo al mondo della comunità, ma anche ai tanti turisti». Che la proposta sia indirizzata a un’ampia platea lo dimostrano le messe della domenica, ben sette dalla mattina alla sera, tutte partecipatissime.
La festa comincerà lunedì 5 alle 17 con la benedizione delle squadre. Quindi inizieranno i tornei al termine dei quali ci si potrà rifocillare con i classici “panini onti”, che saranno preparati tutte le sere fino a giovedì 8, quando alle 21.30 si potrà assistere alla proiezione di un film all’aperto. Venerdì dalle 19 è in programma lo “spiedo party”, mentre sabato 10 si giocheranno le finali dei tornei, a partire dalle 15. Alle 18 sarà celebrata la messa con gli educatori, gli animatori e i responsabili dei gruppi, alle 19 aprirà lo stand gastronomico con i piatti tipici dell’altopiano e alle 21 saranno premiati i vincitori.

«Sarà un ulteriore passo verso il nostro sogno di patronato – conclude don Roberto Bonomo – Stiamo lavorando a questo sogno. Vogliamo che sia un luogo ospitale, una realtà educativa, una casa aperta e un ponte aperto in due direzioni: per chi sta fuori e vuole avvicinarsi alla realtà cristiana e per chi ci abita e deve uscire per andare incontro a tutto il bene che c’è fuori».

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