Polesana di nascita, padovana d’adozione (fu soggetta alla diocesi di Adria fino al 1° maggio 1818), Barbona deve il suo nome a Barbone Morosini, padrone del paese. Nel 1886 la chiesa con cinque altari venne abbattuta per rafforzare l’argine a cui era addossata e ricostruita più grande in un paio d’anni. 

Nella prima cappella a destra della chiesa di Barbona, sopra l’altare dedicato a Pietro Orseolo, si trova un dipinto che raffigura il santo accompagnato da un monaco benedettino mentre, in alto, un putto alato sostiene il corno dogale. La tela è attribuita al pittore tiepolesco Francesco Fontebasso ed è databile tra il 1740 e il 1760.

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Un giorno di festa per l'intera comunità, che ritrova uno dei luoghi più cari alla devozione popolare. A ristrutturare il piccolo tempio del paese sono stati i volontari dell'Avis che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro capacità. Quasi 4 anni di lavoro per riportare l'edificio all'aspetto originario.

Niente diga sull’Adige in località Rosta a Badia Polesine: è questa la decisione dell’ex genio civile di Rovigo espressa nel decreto regionale del 6 novembre scorso. La richiesta di derivazione delle acque fluviali avanzata dalla ditta Lagarina Hydro srl è stata definita «inattuabile perché contraria al buon regime delle acque e ad altri interessi generali, quali la gestione del demanio idrico e le necessità di uso potabile della risorsa».

Con i primi cittadini di Anguillara, Cavarzere, Lusia e Barbona anche sindacati, comitati civici e la sezione locale di Italia nostra si sono ritrovati a Rovigo per consegnare al genio civile le loro osservazioni contro il progetto che mette a rischio il comparto ortofrutticolo.
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La proposta di una centrale idroelettrica sull’Adige, tra Badia Polesine e Terrazzo, ha sollevato le proteste di istituzioni, associazioni di categoria e consorzi di bonifica. Il progetto, che costerà 42,5 milioni di euro, ora è al primo stadio dell’iter di approvazione. Scade il 26 giugno il termine di presentazione delle osservazioni da parte dei soggetti coinvolti.

Le suore salesie, storica presenza nella scuola dell'infanzia di Vescovana, ha attivato una serie di nuove energie da tre comunità: Santa Maria d'Adige e Barbona oltre a Vescovana. Moltissime le proposte per i piccoli, dalla musica all'arte, dal nuovo al computer, e per i genitori, soprattutto sul versante della formazione all'ascolto e all'osservazione.