Le opere d'arte di Correzzola

Porta la firma del pittore padovano Gerolamo Tessari l’affresco conservato nel presbiterio della chiesa parrocchiale di San Leonardo di Correzzola. Al primo quarto del Cinquecento risale la Sacra conversazione, nella quale si ravvisa l’influsso dell’arte di Tiziano e del bresciano Romanino.

Le opere d'arte di Correzzola

Porta la firma del pittore padovano Gerolamo Tessari detto dal Santo, in riferimento alla contrada cittadina in cui visse per buona parte della vita, l’affresco conservato nel presbiterio della chiesa parrocchiale di San Leonardo di Correzzola.
L’opera, che doveva far parte di una decorazione molto più vasta, raffigura la Madonna col Bambino e i santi Leonardo di Noblac e Prosdocimo. Il primo è patrono dei carcerati, il secondo è il protovescovo di Padova, qui rappresentato con in mano la brocca d’acqua con cui impartì il battesimo a santa Giustina e ai tanti pagani che convertì nella sua intensa opera di evangelizzazione.
Fino al 1906 si ignorava la presenza di questo affresco che venne scoperto, sotto l’intonaco, dal parroco don Giuseppe Bertuzzo. Restaurato per volontà della commissione diocesana di arte sacra nel 1949, si presenta ora in un discreto stato di conservazione.

La Sacra conversazione, nella quale si ravvisa l’influsso dell’arte di Tiziano e del bresciano Romanino, è databile al primo quarto del 16° secolo.
Rappresenta la Vergine, il cui viso bellissimo si accosta dolcemente a quello del Figlio, seduta su di un alto trono dietro al quale si apre, sotto un cielo azzurrino, un arioso paesaggio collinare.

Sono sempre risalenti alla prima metà del Cinquecento i tondi con figure a mezzobusto di santi che ornano l’arco di ingresso al presbiterio. Tra questi spicca il San Gregorio Magno ritratto in vesti papali e reggente il libro, a ricordo degli importanti scritti morali e spirituali da lui redatti come dottore della chiesa.

Il 17° secolo è invece rappresentato da una tela di Giovanbattista Bissoni con la Vergine in trono tra santa Giustina, san Carlo Borromeo e un donatore.

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