La storia di San Pietro di Barbozza

Citato già nel 983 come Barbucia nella donazione del vescovo di Vicenza, Rodolfo, al monastero vicentino dei Santi Vito e Modesto, il territorio è sempre stato legato a Valdobbiadene e in particolare alla pieve di Santa Maria. In seguito alle suppliche dei fedeli, il vescovo Corner, il 30 settembre 1633, la eresse a parrocchia per le comunità di Barbozza, Sanzago, Col e Saccol. L'attuale edificio è stato costruito all'inizio dell'Ottocento.

La storia di San Pietro di Barbozza

San Pietro di Barbozza dovrebbe corrispondere all’antico toponimo Barbucia, che compare citata già nel 983 nella donazione del vescovo di Vicenza, Rodolfo, al monastero vicentino dei Santi Vito e Modesto.
In origine il territorio apparteneva alla pieve di Santa Maria di Valdobbiadene. Il primo centro religioso presente nella zona fu la chiesetta di San Biagio in Stanna, Steva o di Starva, citata nella decima papale del 1297.
Non è documentato il passaggio a San Pietro di Barbozza, avvenuto probabilmente ai primi del Quattrocento, ma è probabile sia stato facilitato dal fatto che, per decreto vescovile del 1415, l’arciprete di Valdobbiadene doveva celebrare nella chiesetta di San Pietro la messa ogni settimana e in tutte le feste. Era inoltre tenuto a due messe durante la settimana santa in suffragio dei benefattori Righini.

Una nuova chiesa, accanto alla fatiscente chiesetta di San Pietro (che d’ora in poi sarà detta San Pietro vecchio o San Pietro in vincula), era già stata eretta nel 1488, ai tempi della visita del vescovo Barozzi; viene ricordata come San Pietro nuovo.
In seguito alle suppliche dei fedeli, il vescovo Corner, il 30 settembre 1633, la eresse a parrocchia per le comunità di Barbozza, Sanzago, Col e Saccol, che si erano impegnate a costruire la canonica e sostentarne il rettore.

Un nuovo edificio religioso, più ampio, fu costruito all’inizio dell’Ottocento.
Un secolo più tardi fu aggiunto anche il campanile, in stile romanico, alto 35 metri. La chiesa, danneggiata dagli eventi bellici, venne prontamente sistemata e ingrandita; l’altare maggiore fu consacrato nel 1926.

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