Cosa ha di particolarmente attraente questa figura di donna che, nonostante lo scorrere dei secoli, resta assai viva nella coscienza delle nostre comunità, e anzi si riscopre, a ogni epoca, come colei dalla parola fendente, con un fascino che trascina, una sovrannaturale bellezza che attira e conquista, e soprattutto uno spirito di permanente attualità, potrei dire, di modernità?
Chiesa nel mondo
A poche ore dall’ordinazione di 11 presbiteri nella basilica di San Giovanni in Laterano, il direttore del Servizio alle vocazioni del Vicariato di Roma spiega che “non sono le vocazioni che mancano, non sono i seminaristi a scarseggiare, ma i grandi assenti sono proprio i cristiani in genere”
Undici nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma. Sette si sono formati nel Pontificio Seminario Romano Maggiore: Francesco Barberio, Roberto Buattini, Simone Catana, Ciro Dell’Ova, Mario Losito, Antonio Panico, Vincenzo Perrone. Tre quelli che hanno studiato nel collegio diocesano Redemptoris Mater: Andrea Silvestri, Tumohiro Ugawa, Giordano Flavio Maria Barani
“Grazie per come avete accolto – non solo con generosità ma pure con entusiasmo – tanti profughi provenienti dall’Ucraina”.
“Anche in questo Paese, dove la tradizione di fede rimane ben radicata, si assiste alla diffusione del secolarismo e a quanto lo accompagna, il che spesso rischia di minacciare l’integrità e la bellezza della famiglia, di esporre i giovani a modelli di vita improntati al materialismo e all’edonismo, di polarizzare il dibattito su tematiche e sfide nuove”.
“Vocazione, desiderio, tradizione, anziani, spiritualità, vita, dedizione, adulti, condivisione, Chiesa, futuro, spiritualità” sono alcuni dei temi dell’esistenza umana che riecheggiano ne “Le parole della vocazione”, uno short film pensato dall’Ufficio nazionale per la Pastorale delle vocazioni per la 60ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che si celebra il 30 aprile sul tema “Vocazione: grazia e missione”.
“La pace non verrà mai dal perseguimento dei propri interessi strategici, bensì da politiche capaci di guardare all’insieme, allo sviluppo di tutti: attente alle persone, ai poveri e al domani; non solo al potere, ai guadagni e alle opportunità del presente”.
“Dopo la crisi pandemica non sembra fermarsi la sequenza di violenze nei confronti di coloro che hanno scelto come professione il prendersi cura degli altri, come avvenuto con Barbara, uccisa in modo vile. Il suo sacrificio è testimonianza di dedizione totale al prossimo. Una vita spesa fino in fondo (e oltre) per gli altri: lo dimostra la scelta di donare gli organi”.
“La pace non verrà mai dal perseguimento dei propri interessi strategici, bensì da politiche capaci di guardare all’insieme, allo sviluppo di tutti: attente alle persone, ai poveri e al domani; non solo al potere, ai guadagni e alle opportunità del presente”.
Il web e le tecnologie digitali: per alcuni strumenti di comunicazione da impiegare, per altri veri e propri ambienti da abitare, con linguaggi e valori propri, fino al punto da ampliare nuove dimensioni o “metaversi”.
Prima di lasciare Casa Santa Marta per il suo viaggio in Ungheria, in programma da oggi al 30 aprile, il Papa – rende noto la Sala Stampa della Santa Sede – ha ricevuto il saluto di quindici persone senza dimora che vivono nei pressi di San Pietro, accompagnati dal card. Konrad Krajewski, prefetto del Dicastero per la carità.
Al via il 41° viaggio apostolico di Papa Francesco in Ungheria dove rimarrà a Budapest dal 28 al 30 aprile. Con mons. Tamás Tóth, segretario generale della Conferenza episcopale ungherese, ripercorriamo in questa intervista al Sir gli incontri in programma e i temi che saranno al centro di questa visita: la guerra, i poveri, i rifugiati, la famiglia. “È un grande onore ricevere il Santo Padre per la seconda volta Budapest”, dice mons. Tóth. “Al di fuori dell’Italia non c’è altro paese che il Santo Padre ha visitato due volte. E questo la gente, indipendentemente dalla religione o dalla confessione, lo ha capito”
8xmille alla Chiesa cattolica: Cei, un Dossier racconta iniziative e progetti in Italia e all’estero
In occasione del lancio della nuova campagna di comunicazione dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, è stato presentato anche un Dossier con alcuni esempi concreti di come viene utilizzato l’8xmille.
Otto storie di speranza e di coraggio raccontate con video pensati per target di pubblico differenti: mettono in luce il valore della gratuità e gli sforzi di una Chiesa che si prende costantemente cura dei più deboli. La diffusione su tv, web, stampa, affissione e radio
"L'8xmille non è una forma di finanziamento alla Chiesa cattolica, ma una modalità libera attraverso la quale i cittadini decidono chi debba soddisfare i fini indicati dalla legge". Mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ricorda che la decisione di destinare l'8xmille alla Chiesa cattolica è "una scelta di libertà per lo Stato e non di convenienza economica". Con le risorse a disposizione si va "incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha bisogno di ambulatori per curarsi, dei più poveri". E aggiunge: "Dispiace per le polemiche che vengono condotte sulla pelle della povera gente, senza guardare gli effetti delle risorse messe a disposizione. Si tende a suscitare emozioni, perdendo di vista la realtà"