Chiesa nel mondo

Per discernere in modo autentico occorre porsi da poveri davanti a Dio, da uomini e donne che non si bastano, e che elemosinano il completamento, il senso pieno della propria vita. Questa umiltà, necessaria e realista, ci dispone all’ascolto e alla sorpresa, così che, distaccati da qualunque premessa imposta dalla nostra mentalità, possiamo davvero scoprire la volontà di Dio in noi e nella nostra quotidianità

Viene già chiamato “il miracolo di Natale”. Il 23 dicembre, i russi hanno bombardato il centro di Kherson da Grady. Due razzi sono volati contro la chiesa cattolica che in quel momento era piena di persone e anche bambini, ma non sono esplosi. Uno è caduto e si è spezzato in due, l’altro è rimasto incastrato nel muro.

L’arco temporale – 1914-2012 – in cui è vissuta la venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi abbraccia un secolo che dal punto di vista storico, sociale e religioso è molto articolato e complesso. Donna di raffinata acutezza umana e spirituale, offre al mondo attuale che sembra aver smarrito la bussola dell’essenza della persona umana– la fiducia –, stimoli di pensiero e di riflessione profondi e provocatori. La sua storia pubblica e privata smaschera una concezione dell’impegno dell’uomo sulla terra visto solo in termini individualistici, egoistici e antropocentrici. Una certa modernità infatti, intende la ragione, solo come ragione strumentale: e non, come scrive Jurgen Moltmann “ragione partecipativa”. Per la qual cosa, la ragione “deve capovolgersi”, infatti: “il fine della ragione umana non può essere il potere e il suo esercizio. Il fine deve essere la vita stessa, l’interesse per la vita nel complesso e per tutti gli esseri viventi, la comunità della vita e l’amore per essa”. Serve dunque uno slancio della ragione più ampio, un allargamento, per dirla con termini ratzingeriani

“La grotta di Betlemme oggi la ritroviamo a Kiev e Teheran, anche se non dovremmo mai dimenticare i tanti altri microconflitti presenti nel pianeta. E poi dovunque alberga il male, lì, incredibilmente, sentiamo il vagito del Bambinello”. Parla lo scrittore Eraldo Affinati, che ci racconta: "Diversi piccoli, di neppure tre anni, hanno riacceso dentro di me la luce della stella cometa"

“Nella mangiatoia del rifiuto e della scomodità, Dio si accomoda: viene lì, perché lì c’è il problema dell’umanità, l’indifferenza generata dalla fretta vorace di possedere e consumare. Cristo nasce lì e in quella mangiatoia lo scopriamo vicino. Viene dove si divora il cibo per farsi nostro cibo. Dio non è un padre che divora i suoi figli, ma il Padre che in Gesù ci fa suoi figli e ci nutre di tenerezza”.

Quarant'anni fa il primo pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio. Il consigliere spirituale della Comunità, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, ricorda l’inizio di tutto: quel giorno che ha cambiato le storie di Natale di tanta gente, dal volontario al comune cittadino, dall’immigrato al disoccupato, dal povero al dipendente da droghe e alcol. Lo fa nel libro edito dalla San Paolo, che non poteva non chiamarsi "Il pranzo di Natale"con prefazione del card. Matteo Zuppi, per la sua semplice, assertiva semplicità.