Chiesa nel mondo

Quarant'anni fa il primo pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio. Il consigliere spirituale della Comunità, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, ricorda l’inizio di tutto: quel giorno che ha cambiato le storie di Natale di tanta gente, dal volontario al comune cittadino, dall’immigrato al disoccupato, dal povero al dipendente da droghe e alcol. Lo fa nel libro edito dalla San Paolo, che non poteva non chiamarsi "Il pranzo di Natale"con prefazione del card. Matteo Zuppi, per la sua semplice, assertiva semplicità.

Papa Francesco ha dedicato il tradizionale discorso alla Curia Romana alla conversione e alla necessità della "vigilanza". "Noi siamo più in pericolo di tutti gli altri, perché siamo insidiati dal demonio educato". "Alcune cadute, anche nella Chiesa, sono un grande richiamo a mettere Cristo al centro". "Non esiste solo la violenza delle armi, esiste la violenza verbale, la violenza psicologica, la violenza dell'abuso di potere".

"Dobbiamo praticare la preghiera di intercessione modellata su Cristo. È la preghiera del sofferente, oltraggiato e violato, che invoca il perdono e la riconciliazione. È una preghiera dal basso, che porta alla conversione personale e all'apertura verso il nemico". Lo afferma mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, nel giorno della Veglia di preghiera promossa dalla Cei e dall’arcidiocesi per la pace in Ucraina

Il pianto dei familiari ai funerali dei soldati. Ma “il dolore più grande è quando muore un bambino”. Le città al buio e le case senza riscaldamento: “Ma nel buio in cui siamo sprofondati, si vede meglio ciò che è essenziale”. “Sarà certamente un Natale diverso rispetto agli anni passati” e a raccontarlo è mons. Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Zhytomyr e presidente della Caritas-Spes: “Il nostro augurio è uno solo ed è pace, pace, pace. La pace è come l’aria che respiriamo. È essenziale. Abbiamo bisogno di pace per vivere. La pace è al primo posto nei desideri oggi degli ucraini. Auguro quindi a tutti pace”

Lettera delle Chiese cristiane al capo della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell, perché intervenga e faccia il possibile per aiutare il popolo di etnia armena dell'Artsakh/Nagorno-Karabakh bloccato dagli azeri e tagliato fuori da vie di comunicazione e accesso al gas, proprio all'inizio dell'inverno. "In queste circostanze – scrivono i due organismi ecumenici -, i timori armeni di un nuovo genocidio contro di loro non possono essere ignorati, e il blocco dell'Artsakh/Nagorno-Karabakh è un contesto in cui tali timori sono notevolmente e comprensibilmente esacerbati".

Ade Owusu-Ansah, 56 anni, una carriera di successo come manager, ha lasciato il lavoro e si dedica agli homeless della capitale britannica. "Oggi il sorriso delle persone che aiuto dà un nuovo significato alla mia vita", racconta al Sir. Un pasto caldo, il servizio docce, una buona parola. E qualche opportunità per trovare una nuova professione. "Alcune persone vogliono anche sfuggire alla solitudine, integrarsi, trovare un ambiente caldo e accogliente dove possano sentire di appartenere"

Un connubio di speranza e fiducia, in un periodo grave per la guerra, la crisi energetica, i problemi dei profughi e la crisi sociale, ha dato adito a una serie di proposte per l’Avvento, che sia in Austria sia in Germania, vanno sulla linea della tradizione storica come dell’innovazione tecnologica. Dai portali delle Conferenze episcopali agli ordini religiosi, alle associazioni cattoliche, è un susseguirsi di iniziative di spiritualità e riflessione.