“Una Chiesa fatta di tanti volti, storie e tradizioni diverse, tutte unite dall’unica fede in Cristo Gesù. perché provenite da luoghi e Paesi differenti, ma la bellezza della Chiesa è questa: siamo un’unica famiglia, nella quale nessuno è straniero”.
Chiesa nel mondo
“Vediamo i nostri giorni ancora segnati dalla piaga della guerra, da un clima di esasperati confronti, dall’incapacità di fare un passo indietro e tendere la mano all’altro”.
In ginocchio, in ogni chiesa d’Europa, davanti all’Eucaristia, per invocare la pace. Su invito di mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si celebrerà in Europa una giornata di preghiera per invocare la pace per l’Ucraina.
Si è aperto con un minuto di silenzio al Palazzo dell’Indipendenza a Nur Sultan, capitale del Kazakhstan, il VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. Tra le oltre 100 delegazioni provenienti da 50 paesi del mondo, ci sono rappresentanti dell’islam, del cristianesimo e del giudaismo nonché buddisti, induisti, taoisti, zoroastriani, shintoisti. Spiccano i nomi di Papa Francesco, lo Sheikh Muhammad Ahmad At-Tayeb, Grand Imam di Al-Azhar, Rav David Lau e Rav Yitzhak Yosef , i rabbini capo ashkenazita e sefardita d’Israele. Partecipata anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Ad accoglierli, il presidente Tokayev: “siete i custodi della coscienza dell'umanità. Chi dunque meglio di voi può indicare oggi la via della fiducia reciproca, della bontà e della pace. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di un nuovo movimento per la pace globale”.
Papa Francesco ha inaugurato il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali lanciando un forte appello alla pace, che "non è mai guadagnata una volta per tutte".
Si svolgerà a Pordenone, dal 23 settembre all'9 ottobre, la sedicesima edizione di "Ascoltare, Leggere, Crescere". Nell'evento in anteprima per i giornalisti, un dibattito sullo "stato di salute" dell'editoria religiosa e il punto sull'informazione "glocal" dei settimanali cattolici. A partire dai 100 anni de "Il popolo"
Il Papa ha inaugurato il viaggio in Kazakhstan facendo riferimento alla "folle e tragica guerra" in Ucraina e sottolineando il ruolo delle religioni per la pace. "La libertà religiosa costituisce l'alveo della convivenza civile". Il sostegno alla democrazia, antidoto a "estremismi, personalismi e populismi" e l'identikit della buona politica
In ginocchio, in ogni chiesa d’Europa, per invocare il dono della pace. Domani, 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si celebrerà in Europa una giornata di preghiera per l’Ucraina. Anche la Cei aderisce all’iniziativa. “Siamo molto grati. La nostra forza è nella preghiera e domani questo grido di pace verso il Signore sarà più forte. La nostra speranza è che sia udito e esaudito presto”. E’ mons. Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo latino di Leopoli e presidente dei vescovi cattolici latini ucraina, ad esprimere gratitudine per questa iniziativa. “Siamo consapevoli e grati però non solo per questa preghiera – aggiunge l’arcivescovo - ma anche per tutta la solidarietà che ci sta arrivando con gli aiuti umanitari che ci consentono di andare incontro alle necessità della nostra gente che ha perso tutto. Sono gesti molto apprezzati da tutto il nostro popolo”.
Il Papa è partito per il Kazakhstan, dove si tratterrà fino al 15 settembre per il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali.
Su invito di S. E. Mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del CCEE, il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, si celebrerà in Europa una giornata di preghiera per invocare la pace per l’Ucraina.
Le tasse non sono “un’usurpazione”, ma “il cuore del patto sociale”. Lo ha spiegato il Papa ai partecipanti all’Assemblea pubblica di Confindustria, ricevuti oggi in udienza in Aula Paolo VI.
Nel Messaggio per la Gmg, che quest’anno si celebra a livello diocesano e l’anno prossimo a Lisbona, il Papa esorta i giovani ad imparare dalla “fretta buona” di Maria per andare incontro alle necessità e ai bisogni dei fratelli. La “fretta cattiva” è quella invece dei giovani immobili davanti allo specchio, a contemplare le loro immagini, o “intrappolati” nelle reti
Parla mons. José Luis Mumbiela Sierra, vescovo di Almaty e dal 29 aprile di quest’anno presidente della Conferenza episcopale dell’Asia centrale, delle attese e delle speranze che le piccole comunità cattoliche di questi Paesi nutrono per il viaggio apostolico di Papa Francesco. Arriverà a Nur-Sultan il 13 settembre e il giorno dopo parteciperà al “VII Congress of Leaders of World and traditional Religions”, insieme a 108 delegazioni provenienti da 50 Paesi. “Si tratta – dice il vescovo – certamente di un’occasione provvidenziale da non perdere: nel cuore geografico dell’Eurasia si ascolterà un appello speciale all'unità e al dialogo, un appello corroborato dai leader delle diverse confessioni religiose. Il Papa sta dimostrando ancora una volta di fare tutto il possibile, nonostante le sue condizioni di salute limitate, per costruire ponti di pace e di dialogo, per risolvere i conflitti attuali e porre le basi che servano a evitare un futuro ancora più oscuro. Cosa posso dirgli? Vorrei esprimergli e trasmettergli tutto l'affetto e il sostegno dei cattolici di questo Paese
Le tre parabole hanno un aspetto comune, dice il Papa, ovvero “l’inquietudine per la mancanza”.
Ciò che è fondamentale è non perdere la direzione del nostro desiderio, la volontà già su questa terra, quando ancora siamo distanti, di ricongiungersi con Lui nel Regno.