Chiesa nel mondo

Incontrando 200 migranti ad Hal Far, il Papa ha dato al viaggio a Malta una valenza paradigmatica: "Quella del naufragio è un'esperienza che migliaia di uomini, donne e bambini hanno fatto in questi anni nel Mediterraneo. Le vostre storie fanno pensare a quelle migliaia e migliaia di persone che nei giorni scorsi sono state costrette a fuggire dall'Ucraina a causa di questa guerra ingiusta e selvaggia". I diritti fondamentali di milioni di migranti "sono violati, purtroppo a volte con la complicità delle autorità competenti", la denuncia. Al termine della Messa a Floriana, prima dell'Angelus, Francesco ha pregato ancora una volta la Madonna "pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti di questa guerra sacrilega"

Decisivo è non lasciarsi scivolare via il silenzio di tutto questo Vangelo. Dischiude la potenza, la serietà della parola di Gesù che manda in libertà. La novità sempre attesa, tanto attesa, secondo Isaia, ha i tratti del germogliare. Cioè ha i tratti di realtà piccolissima ma intensamente vitale, fragilissima ma portatrice del futuro, irrilevante agli occhi che vedono in superficie, decisiva allo sguardo che intuisce la vita in movimento, all’orecchio che ode mormorio del Soffio - la ricchezza e fecondità inesauribile della Promessa

“L’allargamento dell’emergenza migratoria – pensiamo ai rifugiati dalla martoriata Ucraina – chiede risposte ampie e condivise”. Ne è convinto il Papa, che nel primo discorso in terra maltese, rivolto alle autorità e al Corpo diplomatico, ha fatto riferimento alle conseguenze della guerra in corso sui flussi migratori e ha lanciato un forte monito: “Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone. Purtroppo questo succede”. 

“Santo Padre, la nostra storia recente è segnata dall’infamia degli errori e dei fallimenti nell’amare il prossimo, in particolare verso i membri di quelle nazioni che da secoli erano presenti in Canada. Il nostro desiderio di riconciliazione è grande e la nostra presenza qui è una testimonianza del nostro impegno”.