“Possano i popoli del Mediterraneo essere testimoni per il mondo intero di una pace possibile, quella che parte dal cuore convertito al Vangelo e produce scelte concrete per il bene di tutti”.
Chiesa nel mondo
Il Papa “non è qui con noi per un forte dolore al ginocchio che Lo costringe a ridurre al minimo le sue attività”: “lo ricordiamo con affetto e gli assicuriamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno”.
Intervista al card. Jean-Claude Hollerich (vescovi dell'Ue): “Dobbiamo fare tutto, ma dico veramente tutto, compiere tutti gli sforzi possibili per tornare alle negoziazioni, per tornare ad una de-escalation della violenza. La guerra non dà mai soluzioni. La guerra produce solo nuovi problemi. Nella guerra la gente muore e questo è terribile. Mi rende veramente molto triste tutto questo. Penso ai nostri cattolici, a tutto il popolo ucraino che soffre. Penso in particolare a tutti i giovani, ai soldati che debbono uccidere e a quelli che sono uccisi. Questa è una de-umanizzazione"
Firmata a Firenze la Carta con cui i vescovi e i sindaci del Mediterraneo, per la prima volta riuniti insieme, individuano le questioni più urgenti da affrontare - a partire dalla necessitò di fermare i venti di guerra - e "disegnano" gli scenari del futuro
“La coscienza della necessaria collaborazione tra l’istanza religiosa, rappresentata in questo caso dai vescovi e si spera in futuro anche da vescovi di altre denominazioni, imam e rabbini, e quella civile, rappresentata dai sindaci delle città del Mediterraneo. I vescovi e i sindaci, infatti, rappresentano il loro territorio, i loro abitanti con peculiarità e storie definite”.
“Inizino immediatamente i negoziati per ristabilire la pace”. È l’auspicio espresso dai vescovi e dai sindaci del Mediterraneo, nella Carta di Firenze firmata oggi a Palazzo Vecchio a conclusione dell’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”.
Papa Francesco ha chiamato Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel tardo pomeriggio del 25 febbraio.
“L’accensione della fiaccola di San Benedetto che porta la denominazione ‘pro europa’, assume quest’anno, e per due ragioni specifiche, un significato particolare: la prima certamente per la presenza di Mattarella che viene per la prima volta, dopo esser stato rieletto, a visitare le nostre terre e a rendere omaggio a queste zone che portano ancora sulla pelle, gravi, le ferite del terremoto.
“Chiediamo la vostra solidarietà in questo momento difficile per il nostro popolo. Desidero esprimere una profonda gratitudine a tutti quelli che oggi sosterranno il nostro Stato ucraino, gli sforzi delle nostre autorità, gli sforzi di tutti quelli che oggi difendono la nostra libertà e l’indipendenza”.
Papa Francesco non sarà a Firenze domenica prossima, 27 febbraio, per la giornata conclusiva dell’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo.
“Un bel segno”. Con queste parole mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, definisce al Sir la notizia diffusa dalla Sala stampa vaticana che il Papa si è recato questa mattina all’ambasciata russa presso la Santa Sede, in via della Conciliazione a Roma, perché “preoccupato per la guerra”.
“Sulla giornata di domenica non abbiamo ancora certezze. È molto probabile che il Papa mandi qualcuno in sua rappresentanza”.
Preoccupazione per “l’enorme numero di profughi che stanno cercando di lasciare le proprie città”. Servono generi alimentari, prodotti per l'igiene e medicinali. Gualzetti (Caritas Ambrosiana): “I più deboli pagano il prezzo più alto delle avventure militari”
“Le drammatiche immagini delle azioni militari in Ucraina provocano dolore e scuotono le coscienze. Nel condannare fermamente la scellerata decisione di ricorrere alle armi, esprimiamo vicinanza al popolo ucraino e alle comunità cristiane del Paese”.
“Di fronte agli sviluppi odierni della crisi in Ucraina, risaltano ancora più nette e più accorate le parole che il Santo Padre Francesco ha pronunciato ieri al termine dell’Udienza generale. Il Papa ha evocato ‘grande dolore’, ‘angoscia e preoccupazione’ e ha invitato tutte le Parti coinvolte ad ‘astenersi da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni’, ‘destabilizzi la convivenza pacifica’ e ‘screditi il diritto internazionale’. Questo appello acquista una drammatica urgenza dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino”.