Chiesa nel mondo

"Abbiamo perso credibilità. La gente non crede più nella Chiesa, nei preti, nei vescovi. Non solo è diventato molto difficile per le persone credere nella Chiesa, ma è difficile anche capire cosa e se la Chiesa ha ancora qualcosa da dire oggi nella società post-moderna". È mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen (Germania) a spiegare come la Chiesa cattolica in Germania si sta impegnando nel cammino sinodale in un contesto profondamente segnato dagli scandali degli abusi. E parlando delle vittime, dice: "Per tanti, troppi anni non le abbiamo viste, anche se erano fra di noi e con noi tutto il tempo. Mi sembra che valga la pena, almeno per l’Europa, parlare di crisi della coscienza"

Papa Francesco ha consegnato ai due “decani” dei giornalisti accreditati presso la Santa Sede le Insegne di Cavaliere e Dama di Gran Croce dell’Ordine Piano. Un’occasione per declinare i requisiti del “buon giornalismo” a partire da tre verbi: “Ascoltare, approfondire, raccontare”

Nel mondo, tanta gente sperimenta su se stessa le ferite di una vita, che non ha più tempo, nel suo svolgersi monotono, e che risulta sempre più caratterizzata dalle depressioni di chi non ha speranze future. Molti hanno subìto le ferite della delusione, per aver riposto fiducia in chi, poi, è caduto miseramente, rivelando la sua vera natura; ma è proprio attraverso queste crisi che veniamo invitati ad andare oltre, facendo divenire queste ferite, come ci ricorda don Tonino Bello, le feritoie della luce pasquale

“Sottrarsi alla tirannia dell’essere sempre online, sui social, sul web”. È l’invito del Papa ai giornalisti, nel discorso pronunciato nella Sala del Concistoro per la consegna della Medaglia di Cavalieri dell’Ordine Piano a Valentina Alazraki, di Televisa, e Philip Pullella, della Reuters. 

Giornalista di lungo corso, è stato eletto ieri alla guida del Coordinamento che rappresenta 29 associazioni del settore della comunicazione che hanno in comune l’ispirazione cristiana. Come invita a fare il Papa nel suo Messaggio in occasione della prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, Di Battista intende ascoltare le tante anime che compongono l’organismo mettendosi in relazione anche con gli altri media

È iniziato nel mese di ottobre in tante diocesi italiane il cammino sinodale. In questo primo biennio siamo chiamati a metterci in ascolto; in ascolto dei luoghi, in ascolto delle persone e in ascolto delle realtà. I momenti di ascolto dovranno coinvolgere che abita i nostri cortili e chi non li abita. La maggior parte delle persone con disabilità e le loro famiglie sono esterne ai nostri “incontri”. La sfida potrebbe essere uscire dalla pastorale della sola testimonianza per le persone con disabilità, che tocca sicuramente il cuore, l’emozione, ma spesso non mette in moto dei processi, delle riflessioni che scardinano l’adagio del “si è sempre fatto così” (EG n. 33) alla pastorale dell’ascolto attivo

“Noi cristiani non siamo gente che va indietro, che torna indietro”. A citare, a braccio, questa “bella definizione” presente nella Scrittura è stato il Papa, che oggi in Aula Paolo VI ha concluso il ciclo di catechesi dedicato alla Lettera di San Paolo ai Galati.

Nel 2020 il totale dei sacerdoti è pari a 31.793 unità. Erano 38.209 nel 1990: il calo, in trent'anni, è stato del 16,5% con 6.416 sacerdoti in meno ma solo negli ultimi dieci anni il clero è diminuito dell’11%. Una flessione che, in parte, è stata compensata dall’ingresso in Italia di un sempre maggior numero di sacerdoti stranieri al servizio delle diocesi italiane. "I dati non devono allarmare, ma vanno seriamente presi in considerazione perché intercettano la domanda sulla fecondità vocazionale delle nostre Chiese italiane, gli orizzonti della pastorale giovanile e scolastica, ridondano sulla vita e il ministero dei presbiteri e delle comunità di vita consacrata", commenta don Michele Gianola, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della vocazioni della Cei