Chiesa nel mondo

“Grazie per la testimonianza di comunione e di gioia con la quale dite all’unisono che la famiglia è viva”! È il saluto del Papa ai partecipanti al 14° Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia, promosso dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della famiglia della Cei, dal Rinnovamento nello Spirito e dal Forum nazionale delle associazioni familiari, che si svolge oggi in 20 santuari mariani e che ha per tema “Nell comunione… la gioia!”.

“Andare oltre” i dati economici per “incontrare la persona in difficoltà; esercitare la creatività che pennette di trovare soluzioni ad un’impasse; invocare la dignità umana di fronte alla rigidità della burocrazia” e “promuovere il benessere sociale e economico di tutta l’umanità, offrendo ad ogni persona l’opportunità di perseguire il suo proprio sviluppo”.

“Comunione e gioia” tra più realtà associative, speciali gadget pensati per l’occasione e il desiderio di onorare la Vergine Maria nei luoghi più significativi del nostro Paese. Sono questi i “primi segni” che, a partire dal tema scelto per il 2021, muovono il Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia, un’iniziativa promossa, sin dalla prima edizione, dal Rinnovamento nello Spirito, dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei e dal Forum nazionale delle associazioni familiari. 

Domenica 12 settembre a Varsavia il Prefetto della Congregazione per le cause dei santi cardinale Marcello Semeraro proclamerà beati due polacchi: il card. Stefan Wyszyński per ben 33 anni primate di Polonia e presidente dei vescovi polacchi nonché legato pontificio nella capitale polacca, e la Madre Elżbieta Róża Czacka, fondatrice della Congregazione di suore francescane ancelle della Croce. Entrambi, come scrivono in un messaggio pubblicato per l’occasione i vescovi della Polonia, “hanno permesso a Dio di compiere delle grandi cose poiché si erano aperti alla Grazia, seguendo con coraggio la propria vocazione di servire gli altri”.

Crisi migratoria, ecologica, d’identità. Ma anche partecipazione dei credenti, di ogni credo, alla vita pubblica. Si parla di Europa al Congresso eucaristico Internazionale di Budapest e ad animare il dibattito sono il card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e il card. Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi Ue (Comece). “Il nostro amato Continente ha bisogno di ritrovare se stesso”, dice il card. Bagnasco. “Ne ha bisogno anche l’umanità che guarda all’Europa come alla terra dove il Vangelo ha fatto sintesi di diverse culture”. “Non credo – ribatte il card. Hollerich - che la soluzione sia entrare nella logica degli schieramenti, del noi contro loro”, ma “nel diventare una Chiesa più fraterna, più accogliente, più aperta a chi cerca aiuto, anche se appartiene a un popolo diverso”

“I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni – commenta mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, pur riservandosi di leggere la sentenza nella sua integralità – ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”. 

I temi della pace e della riconciliazione al centro del 52° Congresso eucaristico internazionale, nei suoi primi giorni di lavoro e confronto tra rappresentanti e testimoni di Chiese e popoli messi duramente alla prova dai conflitti, nuovi e antichi, epidemia, collassi economici e calamità naturali. Dal Myanmar all’Iraq. Il cardinale Gérald Lacroix, arcivescovo di Québec e primate della Chiesa cattolica in Canada, osserva: “Il tipo di pace offerto dall’Eucaristia non è semplicemente un’assenza di conflitto quanto piuttosto un processo attivo, che lavora per la riconciliazione e la guarigione delle persone, delle famiglie e delle comunità. Ci permette di credere che aspirare alla pace non sia così assurdo come sembra”

Una lettera ai vescovi italiani per aggiornare su quanto fatto finora nel cammino sinodale – percorso ancora in evoluzione – in attesa della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente (27-29 settembre) e dell’Assemblea Generale Straordinaria della Cei (22-25 novembre 2021). Ad inviarla è la presidenza della Cei, ricordando che il cammino sinodale delle Chiese in Italia si è avviato nella 74ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana, del maggio scorso.

“La formazione alla sinodalità implica un coinvolgimento di tutte le dimensioni dell’umano, da quella estetico-affettiva a quelle intellettivo-razionale e pragmatica. Immergersi in concrete esperienze di sinodalità – a partire da quelle più consuete nelle comunità, come gli organismi di partecipazione – è un passaggio fondamentale per ottenere una formazione in questa dimensione, essenziale nella vita della Chiesa. Anche i limiti e le fatiche che vi si sperimentano, infatti, se vissuti consapevolmente rappresentano preziose indicazioni di percorso”.