Chiesa nel mondo

Se Gesù fosse stato indifferente ai mercanti nel tempio avrebbe dimostrato un amore verso di noi pavido e distaccato, ma poiché la misura dell’amore si rivela dalla passione, egli non ha esitato a mostrare la sua santa ira per rivelarci che il prezzo pagato per la nostra salvezza è la sua stessa vita donata sulla croce

Il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana è intervenuto alla due giorni di formazione e dibattito promosso dalla Fondazione Missio e indirizzato specialmente ai più giovani. “Se vogliamo realizzare una catechesi che educhi alla missionarietà, alla mondialità, che accompagni i ragazzi a vivere questo spirito di apertura e di accoglienza, dobbiamo seguire un ‘Galateo della comunità’ al cui primo punto c’è ‘l’accorciare le distanze’ e al secondo il ‘prendersi cura’”

Padre Amir Jaje, domenicano iracheno, racconta il dietro le quinte degli incontri di Najaf e piana di Ur. “Molti mi hanno confidato di essere rimasti toccati dalla personalità di Papa Francesco. Un uomo – mi hanno detto - che fa trasparire una profonda pace interiore dal suo volto”. E sulla visita del Papa al Grande Ayatollah Al-Sistami, dice: “Questo incontro rappresenta un punto di forza per il dialogo ed uno slancio per tutti coloro che lavorano e soprattutto credono nel dialogo”

Mattinata storica a Najaf e nella piana di Ur. Prima l’incontro con il Grande Ayatollah Al-Sistani nella sua residenza privata dove sono discusse “le grandi sfide che l'umanità deve affrontare in questo periodo” e dove è stata sottolineata “l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose”. Poi nella piana di Ur e l’incontro interreligioso con i rappresentanti musulmani, cristiani e sabei. Nella preghiera finale, l’invocazione all’unico Dio: “Sostienici nella ricostruzione di questa terra, dacci la forza per avviare una nuova vita”.

I 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dall’Onu devono “starci particolarmente a cuore sia come persone, perché condividiamo l’esigenza di un pianeta migliore e di una vita più degna per tutti, sia come cristiani, perché sulla linea del Magistero di Papa Francesco che si è concretizzato nella Laudato Si’, un bellissimo documento ripreso di recente con l’enciclica Fratelli tutti con nuovi spunti e nuove aperture, possiamo ritrovare alcuni elementi di riferimento”.

Papa Francesco oggi in Iraq e a Qaraqosh, nella Piana di Ninive, i giovani locali fremono per incontrarlo, domenica 7 marzo. Lanciano messaggi e canti in una città che indosserà il vestito della festa. La testimonianza di padre Haitham Hano, francescano della Custodia di Terra Santa, originario di Qaraqosh, venuto apposta da Gerusalemme: "Qaraqosh è sempre stata definita una fontana di vocazioni. Speriamo che da questi visita arrivino altre chiamate"

Ciascuno di noi figli di Abramo è chiamato a vivere la stessa traiettoria di uscita dalla “casa paterna” per attuare la propria vocazione, per esercitare la propria fecondità nel mondo che Dio man mano verrà dispiegandoci. Uscire dal cerchio di morte e di non-senso che equivale al “già-da-sempre-fatto” e “già-da-sempre-vissuto” equivarrà anche per noi a fidarci dello Spirito, che muove ogni giorno, quando è davvero Lui a parlare in noi, “da qui in avanti”

Papa Francesco nel suo primo giorno in Iraq lancia un unico grande appello per la pace e per la coesistenza fraterna, dal palazzo presidenziale e dalla cattedrale di Baghdad, esortando a "costruire il futuro più su quanto ci unisce che su quanto ci divide". Guerra, odio e violenza sono "incompatibili con gli insegnamenti religiosi". Come per la pandemia, si tratta di uscire dalla crisi "migliori di prima", partendo dalla consapevolezza che "la diversità religiosa, culturale ed etnica che ha caratterizzato la società irachena per millenni, è una preziosa risorsa a cui attingere, non un ostacolo da eliminare". Ai vescovi: "vicinanza",  ai sacerdoti e ai giovani

Il teologo Coda, con una ricca esperienza di dialogo con l’islam sciita: “Il Papa segue una ispirazione che mostra di avere due qualità: la prima è la strategia della pace attraverso l’apertura gratuita e disarmata verso tutti che non ha di mira un tornaconto immediato, ma la testimonianza costruttiva del messaggio di fraternità che viene dal Vangelo. La seconda qualità è che questa strategia non scarta nessuno, apre tutte le porte. È vero che anche all’interno del mondo sciita ci sono sensibilità diverse. Se però tutte sono raggiunte dal messaggio di pace e fraternità del Papa, tutte possono essere sollecitate ad aprirsi a scenari di incontro e di costruzione di un mondo plasmato dalla fraternità universale”

Alla vigilia della partenza di Papa Francesco per l’Iraq (5-8 marzo), la prima storica visita di un Papa nella Terra di Abramo, il Sir ha intervistato Ignace Youssif III Younan, patriarca siro-cattolico di Antiochia che accoglierà Papa Francesco, prima nella Cattedrale di Nostra Signora della Liberazione a Baghdad, subito dopo il suo arrivo in Iraq (5 marzo), e due giorni dopo, a Qaraqosh, i cui abitanti furono costretti alla fuga dall’invasione delle milizie dello Stato Islamico nel 2014