“È un genocidio”. Lo dicono i familiari dei palestinesi che oggi, prima dell’udienza generale, hanno incontrato il Papa.
Chiesa nel mondo
“Tutti noi sentiamo il dolore delle guerre. Sapete che dalla fine della seconda guerra mondiale le guerre hanno imperversato in varie parti del mondo. Quando sono lontane, forse non le sentiamo con forza. Ce ne sono due molto vicine che ci fanno reagire: Ucraina e Terra Santa”.
Dopo l’incontro questa mattina con Papa Francesco, la piccola delegazione dei familiari degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza, hanno parlato alla stampa. Si sono presentati portando nelle loro mani le foto dei loro figli, nipoti, sorelle, che si trovano ancora nelle mani di Hamas. Al Papa hanno espresso la loro preoccupazione ma soprattutto l’appello affinché siano “liberati, il prima possibile. Ora”
Il Papa ha dedicato l'udienza di oggi al tema dell'annuncio. Prima di arrivare in piazza San Pietro, come ha rivelato lui stesso ai fedeli, ha ricevuto, in due momenti distinti, i parenti degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas a Gaza dal giorno del terribile attacco del 7 ottobre e un gruppo di familiari di palestinesi che soffrono per il conflitto nella Striscia
“Dopo la pandemia da Covid 19, stiamo vivendo un’altra pandemia, quella che il Papa chiama la terza guerra mondiale a pezzi”.
In occasione del convegno “Da 95 anni pellegrini e testimoni di speranza”, promosso a Roma dal Movimento apostolico ciechi (Mac), parlano il presidente nazionale, Michelangelo Patanè, e l'assistente, don Alfonso Giorgio: "L’assistenzialismo rientra nella cultura del passato ma, già da diverso tempo, l’atteggiamento è cambiato"
Pronti a vivere la XX Assemblea ordinaria elettiva della Federazione Italiana Settimanali Cattolici
Tutti abbiamo ricevuto dei talenti "ben più preziosi del denaro. Ma molto di come li investiamo dipende dalla fiducia nei confronti del Signore"
I tempi della liturgia celebrano la fedeltà del Signore che ogni anno si compromette e sceglie di accompagnare la vita degli uomini
Le giornate sono scandite dall’”ora et labora” di s. Benedetto, su cui si fonda il carisma cistercense
“Nessun silenzio o occultamento può essere accettato in tema di abusi. Questa non è materia negoziabile”.
Dall’amicizia tra la venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi e Maria Vittoria Casa la fratellanza
Questo piccolo testo vuole essere un luogo vitale, uno spazio fraterno in cui incontrare e fare esperienza di un autentico rapporto di amicizia, uno “stile alto di comportamento”, come scrive il card. Crescenzio Sepe nella prefazione del saggio, quello tra la venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi e Maria Vittoria Casa, che attraverso gesti, momenti, incontri la vivono, la testimoniano e la consegnano a noi
Si può cambiare libro, si può innovare il metodo, ma se crolla il polmone della famiglia la fede non si fa vita; proprio in questo sta il valore aggiunto e l’incarnazione di quei concetti che rischiano di restare solo vocaboli dell’ecclesialese: mensa, perdono, discepolato, obbedienza, preghiera, paternità, provvidenza, sacrificio... La catechesi incontra la vita sul terreno del primo annuncio: il suo habitat naturale è la famiglia, luogo delle relazioni vere e del vissuto reale
L'esercito israeliano staziona nell'area della parrocchia latina della Sacra Famiglia dove sono ospitati oltre 700 sfollati cristiani, praticamente la gran parte della comunità cristiana gazawa. Stretti tra due fuochi, i cristiani locali hanno trasformato la parrocchia in un presidio di preghiera continua, come racconta al Sir suor Nabila Saleh: “L’unica arma che abbiamo per difenderci è la preghiera che ci dona la 'luce' per guardare avanti con fiducia"
“Il dolore delle vittime degli abusi è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto, messo a tacere”.