Chiesa nel mondo

Per due giorni si sono ritrovati prima in alcune basiliche di Roma e poi in Aula Paolo VI per chiedere una nuova effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa e sul mondo ma anche per pensare agli obiettivi per i prossimi dieci in vista del Giubileo della Redenzione del 2033. Sono gli aderenti al Rinnovamento Carismatico Cattolico (Rcc) riuniti dal 2 al 4 novembre nella città di Pietro per un momento di formazione e di preghiera.

"Se c’è stato bisogno di dedicare una parte della discussione di quest’ultimo Sinodo al tema delle donne è segno che qualcosa deve ancora compiersi circa la loro piena dignità ecclesiale". E' il bilancio del Sinodo che traccia la biblista Rosanna Virgili, interpellata dal Sir in merito ad uno dei temi più dibattuti: il ruolo delle donne nella Chiesa.

C’è un popolo in cielo di uomini e donne che ci hanno preceduto e che con la loro vita hanno dato prova che la santità è concretamente possibile, non è affare di una classe di supereroi della fede, ma riguarda tutti i battezzati che hanno saputo fare dei loro giorni una vita bella, buona e felice. È in forza di questo convincimento, che la fede, il Dna del popolo di Dio, si trasmette anche attraverso il nome che i genitori scelgono per i propri figli.

"La fede è più forte della guerra": il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, usa le parole di Suhail Abodawood, un giovane di Gaza che ha perso tutto nella guerra, per rileggere - alla luce delle cronache di queste settimane - la solennità dei Santi e la commemorazione dei defunti. "A dispetto di tutto, io considero e credo che la Santa Chiesa è la mia prima e ultima casa" dice Suhail

“Chi pianifica e diffonde socialmente il male sa che, abituando i bambini ai simboli e ai contenuti del linguaggio esoterico e occultista, quando gli stessi diventeranno ragazzi e adulti si avvicineranno in modo naturale, con familiarità, all’occultismo, visto dai collaboratori del diavolo come un’alternativa da contrapporre al Cristianesimo per le nuove generazioni”.

Si tratta di “uno dei testi profetici più ricchi di pathos e particolarmente significativo per rappresentare in modo emblematico sia il pensiero ebraico riguardo all’attesa della rinascita nazionale e spirituale del popolo d’Israele, che non è venuta meno malgrado le sventure e le sofferenze dell’esilio, sia la fede nella resurrezione dei morti, nel tempo della redenzione messianica”. 

“Ci sono pesi che ci portiamo addosso e che ci opprimono: il rimorso, l’odio, l’invidia, l’egoismo, la paura, le delusioni, gli errori, tutti sentimenti che ci impediscono di stare dritti. Si vive con il capo chino, costretti a guardare a terra, quella stessa terra di cui siamo impastati e che tante volte è l’origine e il motivo della nostra fragilità”, diventando “l’icona di una umanità ferita, segnata da tanta sofferenza, violenza e ingiustizia”, come quella “degli uomini e delle donne, dei vecchi e dei bambini di Israele e Palestina, di Ucraina e di tante altre regioni del mondo oppresse dalla violenza e dalla guerra”.