Chiesa nel mondo

“Come cristiani il nostro punto di partenza deve essere la dignità innata di ogni persona perché ciascuno di noi è creato a immagine e somiglianza di Dio. Noi, quindi, non dovremmo mai considerare le persone che arrivano sulle nostre coste come un problema politico, ma come fratelli e sorelle nei confronti dei quali abbiamo responsabilità e che arricchiscono, in modo importante, le nostre comunità”. 

Un migliaio di strutture educative aperte fra giugno e luglio, con 40mila animatori e numerosi adulti che danno una mano sul versante organizzativo. Gli oratori ambrosiani accolgono dai più piccoli delle elementari fino agli universitari, passando per una schiera di adolescenti cui è riservato un occhio particolare. Lo slogan è “TuXTutti”. Le visite dell’arcivescovo Delpini, il ruolo della Fom. Un servizio che prosegue tutto l’anno

“La tenerezza inizia dai bambini, dai piccoli, dai vulnerabili, dalle vittime innocenti di una violenza ingiusta, tanto più grande di loro, inaccettabile sempre ancora di più perché coinvolge chi non può difendersi. Il loro dolore, spesso nascosto nelle ferite profonde del cuore, chiede l’impegno di tutti perché trovino consolazione e protezione”. 

“Dobbiamo inventare un modo di fare la parrocchia diverso, cioè uno stile diverso di Chiesa che non è più appoggiata soltanto sul prete”, afferma il presidente del Centro di orientamento pastorale al termine della 72ª Settimana di aggiornamento svoltasi a Lucca. Per il vescovo, “in una realtà che anche dal punto di vista sociale e civile è problematica, è importante che ci sia qualcuno che dà speranza”

Redditi insufficienti a coprire le esigenze familiari; donne e immigrati particolarmente segnati dall’indigenza; minori “fattore di fragilità”. E pur in un periodo di lenta ripresa economica e occupazionale, anche chi lavora fatica ad arrivare alla fine del mese. Sono alcuni degli elementi che emergono dal Rapporto sulle povertà nella diocesi, presentato oggi nella sede di Caritas Ambrosiana. 

“Ha lasciato tutto, Pietro, per mettersi alla sequela del Signore. E il Vangelo sottolinea ‘subito’: Pietro non disse a Gesù che ci avrebbe pensato, non fece calcoli per vedere se gli convenisse, non accampò alibi per rimandare la decisione, ma lasciò le reti e lo seguì, senza chiedere in anticipo nessuna sicurezza. Avrebbe scoperto tutto di giorno in giorno, nella sequela, seguendo Gesù e camminando dietro a Lui”.

“Davanti a così lucide dissacrazioni, oltre ad implorare la misericordia di Dio su coloro che le operano e pregare per la loro conversione, affinché possano passare dall’inganno e dalla terribile schiavitù di Satana alla libertà dei figli di Dio, siamo richiamati alla necessità della ‘riparazione eucaristica’ nelle nostre comunità religiose e parrocchiali, sia in forma privata, sia in forma ‘pubblica’”.