A Bolzano come nella Brescello di don Camillo. L'eterna rincorsa tra le campane del Duomo e quelle del Municipio

Il campanile del duomo di Bolzano e l'orologio del municipio scartano di un minuto. Sincronizzarli? Impossibile

A Bolzano come nella Brescello di don Camillo. L'eterna rincorsa tra le campane del Duomo e quelle del Municipio

Lo scorso fine settimana a Bolzano si sono festeggiati i 500 anni del campanile del duomo che, con i suoi 62,6 metri di altezza e la sua guglia tardo-gotica abbellita da decine di merletti in pietra, è uno dei simboli del capoluogo altoatesino. Tutti col naso all’insù e col cellulare a portata di mano per immortalare, domenica, gli uomini del soccorso alpino e i vigili del fuoco protagonisti di una suggestiva doppia esercitazione, puntualmente registrata su decine di profili Facebook e Instagram.

Tante le storie e gli aneddoti che in questi cinque secoli si sono intrecciati con le pietre del campanile. Molti sono arrivati fino a noi grazie alle cronache del passato.

L’aneddoto più recente lo ha raccontato il sindaco del capoluogo altoatesino, Renzo Caramaschi, mettendo subito le mani avanti: “Se lo viene a sapere qualche consigliere comunale è facile che mi presenti anche un’interpellanza…”.

Un racconto che ad ascoltarlo pare uscito dalla penna di Giovannino Guareschi. Anche se questa volta non siamo a Brescello, nella Bassa Padana.

“Ogni mattina – ha detto sabato sera il sindaco, prendendo la parola al termine della Messa che ha aperto ufficialmente i festeggiamenti – quando scendo dall’autobus in piazza Walther non sono ancora le 7. Mancano sempre un paio di minuti. E così, prima di andare in municipio, mi fermo in piazza a guardare il campanile del duomo in attesa di sentire i suoi rintocchi”. Pur non affacciandosi sulla stessa piazza, a Bolzano duomo e municipio non sono molto distanti tra loro. “Mi sono presto accorto – ha quindi rivelato il sindaco – che quando arrivo in ufficio, le campane della torre del municipio suonano… in ritardo”. Un minuto, sessanta secondi o poco più, ma pur sempre dopo le campane del duomo. “Mi sono subito consultato con il vicesindaco – ha aggiunto – per vedere se era possibile mettere d’accordo in qualche modo i due orologi. Che almeno suonassero in contemporanea”. È facile immaginare come il “caso” sia arrivato ben presto sul tavolo dei tecnici comunali, incaricati, cronometro alla mano, di dipanare l’intricata matassa. “Raccolti e vagliati i pareri dei tecnici – ha raccontato il sindaco -, mi è stato detto che non c’era nulla da fare: sincronizzare i due orologi è impossibile”.

E allora, che fare? Non resta che mettersi il cuore in pace. Per sessanta secondi (o poco più).

“Ci ho pensato su e alla fine mi sono detto che, tutto sommato, era meglio così – ha concluso il primo cittadino -. È bene che suonino prima le campane dello ‘spirito’, perché così possono dare l’energia giusta per affrontare il suono delle campane del ‘lavoro’”.

Ogni mattina, con buona pace di tutti, si rinnova così nel cuore del capoluogo altoatesino l’eterna rincorsa tra le campane del duomo e quelle della torre del municipio.

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Fonte: Sir