Anziani, entro l'estate la “rivoluzione copernicana”

Il presidente della Pontificia Accademia monsignor Paglia, che guida la Commissione assistenza anziani, legge con soddisfazione la risoluzione approvata il 21 aprile della Commissione diritti umani. “Siamo assolutamente sulla buona strada, è una rivoluzione copernicana che mette al centro l'uomo e non il sole. La chiave è l'abitazione, all'interno di un continuum assistenziale”

Anziani, entro l'estate la “rivoluzione copernicana”

Più che una riforma, una “rivoluzione”. Precisamente, “una rivoluzione copernicana, che però mette al centro non il sole, ma l'uomo”: così monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia e nominato dall'allora ministro Speranza alla guida della Commissione per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, definisce quella legge delega in preparazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Redattore Sociale è tornato a intervistarlo (qui l'intervista precedente), a pochi giorni dall'approvazione, da parte della Commissione diritti umani, della Risoluzione sulle Rsa.

Una passo avanti vero la strada giusta?
Assolutamente sì, siamo sulla buona strada. Ho letto con grande attenzione e soddisfazione il testo approvato in seno alla Commissione: esso rappresenta una straordinaria novità sul piano della tutela e promozione dei diritti degli anziani, che recepisce positivamente il lavoro della Commissione Speranza per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, che mi onoro di presiedere, cogliendone la visione e gli aspetti innovativi.

Quali sono, in particolare, gli elementi di novità che recepisce e introduce?
La lotta alla solitudine e la difesa del patrimonio relazionale, l’abitazione come luogo centrale di vita e di cura, la difesa di un maggior grado di apertura, interazione e ospitalità sia delle famiglie che del volontariato nelle strutture residenziali dedicate. E poi vengono introdotti temi assolutamente poco frequentati nel dibattito nazionale, ma di vitale importanza per una società moderna.

Per esempio, quali temi?
Due mi stanno particolarmente a cuore: primo, un approfondito monitoraggio delle strutture ed in generale un sistema informativo appropriato; secondo, la formazione di personale adeguato in quantità e qualità sufficienti. Sono due temi che considero assolutamente fondamentali.

La Risoluzione fa riferimento anche ad alcuni interventi concreti che si dovranno attuare. Quali ritiene siano i principali?
Vorrei sottolinearne due, che cito per esteso: primo, “incentivare per le persone con familiari in età avanzata forme di lavoro a distanza che consentano di conciliare prestazione professionale e lavoro di cura e assistenza”; secondo, “adottare misure fiscali di vantaggio rispetto alle figure professionali che assistono in casa, spesso in coabitazione, le persone anziane”. Nel primo caso, si tratta di garantire alla persona anziana il diritto di continuare in qualche modo a lavorare, affiancando e sostenendo in vario modo i giovani; nel secondo si valorizza e si incentiva il lavoro formale degli assistenti familiari e quello informale dei caregiver familiari, dando stabilità e sostenibilità a tutto il nostro sistema di welfare, duramente provato dalle condizioni demografiche del Paese. La chiave di questa riforma è l'abitazione, all'interno di un continuum assistenziale.

Quali tempi di attuazione richiederà, secondo Lei, questa che chiama “rivoluzione copernicana”?
Mi auguro che quanto prima la nuova commissione insediatasi a palazzo Chigi, che mette insieme ben dieci ministeri, possa veder approvato il nuovo progetto di legge delega, che dovrà poi presentare al parlamento. Il testo è quasi terminato, siamo alle ultime correzioni. Credo che il nostro sia il primo paese a riflettere in maniera così organica su questo importantissimo tema che riguarda il prendersi cura di tutto il mondo degli anziani. E' un tema che attraversa l'intero arco ministeriale, come interesserà l'intero arco parlamentare. È mia intenzione lavorare il più possibile per una approvazione all'unanimità. Per quanto riguarda i tempi dell'approvazione, mi auguro che non andremo oltre maggio. Poi ci saranno immediatamente i decreti attuativi e sarà nostra cura iniziare subito a lavorare per realizzare la riforma, anche perché le risorse ci sono, non solo all'interno del Pnrr. La riforma infatti comporta un notevole risparmio di spesa pubblica. Mi verrebbe da dire: si spende di meno, si sta meglio, sarebbe davvero sciocco non proseguire in fretta!

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)