Col contributo di tutti. Il successo del crowdfunding del museo diocesano di Genova

Bastano cinquanta centesimi per contribuire al restauro di un'opera affidata al museo diocesano di Genova. Paola Martini, direttrice del museo, racconta un'iniziativa di raccolta fondi che non ha paura di essere slow, ma punta ad essere costante ed efficace. Ai già 250 "mecenati" il progetto vuole aggiungere i molti visitatori, grazie a un'azione di sensibilizzazione e di coinvolgimento nel proteggere le opere che stanno ammirando

Col contributo di tutti. Il successo del crowdfunding del museo diocesano di Genova

Si intitola “La bellezza è un dono. La Sua bellezza è un Tuo dono” il progetto di crowdfunding avviato dal Museo diocesano di Genova con l’obiettivo di raccogliere fondi per il restauro di alcune opere della sua collezione. Come ha spiegato Paola Martini, direttrice del Museo, l’iniziativa avviata “vuole essere un invito ad un contributo ‘lento’ nel tempo, ma costante, per supportare il nostro lavoro nella copertura di interventi di restauro di importanti opere della nostra tradizione religiosa ed artistica”. “Ho usato l’aggettivo ‘lento’, tanto di moda nella sua versione inglese ‘slow’, – ha spiegato – per indicare che non ci sono limiti, né inferiori né superiori, al contributo che i visitatori possono lasciare”.

L’offerta “minima” richiesta è di appena 50 centesimi di euro, anche se vengono accettate offerte minori, perché “ogni supporto contribuisce a costruire la cifra da raggiungere”.

“Il termine ‘slow’ – spiega ancora la responsabile – riguarda il recupero di un ‘tempo lento’ della vita e questo si adatta benissimo anche alla fruizione del Museo che, per forza di cose, non può essere veloce, perché il linguaggio delle forme e dei colori ha bisogno di tempo e pazienza per venire assaporato”. Inoltre, scherza, “nel caso della nostra ricerca fondi, il tempo è lento anche perché non possiamo permetterci di essere più veloci, pertanto, facciamo di necessità virtù”. Ci sono state donazioni importanti, anche di alcune centinaia di euro, ma la maggior parte, mediamente, è stata di alcuni euro. “Contributi anche piccoli – ha detto Martini – ma che, nel tempo, hanno fatto la differenza”. In tutto, sono circa 250 persone, i mecenati coinvolti in questa particolare raccolta fondi. Da sottolineare, inoltre, l’importantissimo contributo dei volontari che operano nell’ambito del progetto ‘Chiese aperte’ dell’Arcidiocesi di Genova. “È anche merito loro se questo progetto è stato presentato ai visitatori ed è soprattutto grazie a loro che i visitatori del museo sono stati sensibilizzati a lasciare un contributo”.

Il progetto di crowdfunding del Museo diocesano di Genova va avanti già da qualche anno e la prima opera scelta per il restauro è stato il frammento di Polittico con Santa Caterina d’Alessandria, opera di Francesco De Ferrari da Pavia, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria delle Vigne. “Nel corso di questi anni – ha spiegato ancora Martini – siamo riusciti a raggiungere la cifra richiesta di alcune migliaia di euro per coprire le spese necessarie al restauro”. A tutti i mecenati è stato chiesto di lasciare il nominativo ed un contatto email in modo che da comunicare l’inizio dei lavori. I nominativi, poi, verranno anche inseriti in una “tabula gratulatoria” per rendere visibile il contributo di tutti loro. Per creare, inoltre, un maggiore contatto tra visitatori, mecenati e museo, l’intervento conservativo del Polittico, che inizierà a settembre di quest’anno, verrà effettuato presso il museo stesso “in modo da costituire un’esperienza importante proprio perché sarà osservabile da tutti”. In questo modo, gli stessi mecenati, avvisati tramite email, potranno recarsi al museo e vedere di persona lo stato di avanzamento dei lavori.

Nel frattempo, anche altre opere, bisognose di restauro, sono state riportate all’antico splendore grazie al micro-crowdfunding.

Due anni fa, infatti, sono state presentate al pubblico quattro teche raffiguranti la Preghiera nell’orto, Cristo alla colonna, Ecce homo e la Pietà, di proprietà della Congregazione delle Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena, conservate nel convento di Genova Quinto dove erano arrivate, probabilmente, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, donate da uno dei tanti benefattori, come strumento per sollecitare la pietà delle religiose e delle bambine orfane che erano affidate alle loro cure. Con la chiusura della Casa, la Congregazione ritenne, infatti, opportuno depositare i rilievi presso il Museo diocesano per continuare a conservarli nell’ambito del contesto culturale di provenienza. Il Museo diocesano di Genova, infatti, riceve in deposito le opere provenienti da Chiese e da Enti ecclesiastici della diocesi al fine di conservarle, valorizzarle e, se possibile, restaurarle. Quando un’opera d’arte viene portata al Museo diocesano spesso non è in condizioni conservative tali da poter essere esposta e ha bisogno di essere restaurata. Ed è proprio per rispondere a questa esigenza che è nato il progetto di crowdfunding. Per informazioni e dettagli ulteriori sul progetto si può visitare il sito www.museodiocesanogenova.it.

Adriano Torti

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Fonte: Sir