Consacrate e religiosi a convegno su sinodo e sinodalità

Sabato 19 ottobre 2019 all’Istituto San Marco di Mestre si sono ritrovati insieme circa 600 tra religiosi e consacrate per il convegno a cadenza biennale organizzato dalla CISM e dall’USMI del Triveneto.

Consacrate e religiosi a convegno su sinodo e sinodalità

Dopo la buona riuscita dell’edizione precedente del 2017, intitolata “Correvano insieme”, pensata in preparazione al Sinodo sui giovani, è stato proposto il tema “Camminavano insieme” per continuare a riflettere sulle sfide lanciate dai giovani alla vita religiosa e per riscoprire la sinodalità come stile appartenente da sempre alla Chiesa, ma che oggi va ulteriormente riscoperto.

Ospiti della giornata sono stati Margherita Anselmi e sr. Alessandra Smerilli, che hanno partecipato come uditrici al Sinodo sui giovani, e il card. Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila, esperto di sinodalità.

L’esperienza sinodale narrata da Margherita ha avuto il suo focus soprattutto nella richiesta esplicita e più volte ripetuta di “perdere tempo” con i giovani. I passi suggeriti in tal senso sono stati tre: l’ascolto, l’accoglienza e l’accompagnamento. Secondo Margherita Anselmi, “siamo chiamati tutti a risvegliarci come Chiesa”, cioè a dare una testimonianza gioiosa, coerente, capace di essere accogliente con tutti. 

Sr. Alessandra Smerilli ha posto l’attenzione sulle sfide che il Sinodo sui giovani ha lanciato e lasciato alla vita religiosa iniziando da una premessa fondamentale: non è possibile parlare dei giovani e continuare a guardarli con uno sguardo solo umano. Serve recuperare lo sguardo di Dio non solo sui giovani, ma sul mondo: è lo sguardo che è soddisfatto del bene che vede e che ne parla dicendo “è cosa buona”. La conditio sine qua non impone però un deciso cambiamento e serve chiedersi se si è realmente disposti a cambiare, a rimettersi ai blocchi di partenza – per usare un’immagine sportiva - per un nuovo cammino… 

Dentro alle possibilità di cambiamento sr. Alessandra ha spiegato come oggi la vita religiosa deve misurarsi a partire da una mancanza di leggibilità, cioè l’incapacità dell’attuale società – non solo italiana – di comprendere i segni della vita religiosa, compresi gli abiti. Serve il coraggio, secondo sr. Alessandra Smerilli, di raccontarsi a chi non conosce la vita consacrata e di costruire ponti con queste realtà. 

Mons. Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila e specializzato nella sinodalità per le numerose esperienze e l’approfondimento teologico, ha proposto una lettura spirituale di questo tema, a partire dalla Trinità, che è in sé esperienza sinodale. 

Considerando che la vicinanza spaziale non implica necessariamente la sinodalità, il Card. Petrocchi ha sottolineato come nella vita comunitaria possano esserci “tre C cattive”, cioè conflitto, chiacchiera e comunella, ma ha proposto anche “tre C buone” per superarle, ovvero la carità, la croce e la comunione.

Ha richiamato inoltre l’attenzione sull’insistenza dello spirito di comunione che è molto diffusa nella Chiesa, ma sulla quasi assenza di ricerca dell’umanità di comunione, elemento fondamentale nella sinodalità. 

Cinque le vie proposte in conclusione del suo intervento: 1. Imparare ad ascoltare; 2. Ascoltare se stessi; 3. Ascoltare l’altro; 4. Superare le difficoltà; 5. Valorizzare le differenze come solo l’amore sa fare. 

Nel pomeriggio i quasi 600 religiosi presenti si sono suddivisi in gruppi per proporre alcune domande alla tavola rotonda conclusiva. 

Complessivamente, l’intera proposta è stata una vera esperienza sinodale che ha dato nuovo slancio al cammino delle comunità e congregazioni presenti…per essere Chiesa viva in cammino con il Signore accanto. 

Naike Borgo

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