Essere accanto alle vittime. Lugli (Serv. dioc. tutela minori Roma): “È a loro che dobbiamo pensare anzitutto”

Marta – il nome è di fantasia – è oggi donna di circa cinquant’anni, con una vita apparentemente serena. Ma quando era bambina, per lungo tempo, ha subito abusi da un parente stretto. Racconterà la sua dolorosa esperienza e il suo percorso di guarigione il prossimo 19 novembre, nel convegno organizzato dalla diocesi di Roma in occasione della II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che ricorre il 18 novembre

Essere accanto alle vittime. Lugli (Serv. dioc. tutela minori Roma): “È a loro che dobbiamo pensare anzitutto”

Marta – il nome è di fantasia – è oggi donna di circa cinquant’anni, con una vita apparentemente serena. Ma quando era bambina, per lungo tempo, ha subito abusi da un parente stretto.
Racconterà la sua dolorosa esperienza e il suo percorso di guarigione il prossimo 19 novembre, nel convegno organizzato dalla diocesi di Roma in occasione della II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che ricorre il 18 novembre.
L’iniziativa, istituita in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, “coinvolge tutta la comunità cristiana nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi e nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà”, come spiegano dalla Cei. E il convegno della diocesi è una delle tante iniziative che saranno organizzate in tutta la penisola.

“Dalla parte delle vittime” è il titolo dell’appuntamento; il sottotitolo è il versetto del Salmo 174 che dà il tema alla Giornata: “Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. Dal dolore alla consolazione”.

Vittime che sono sempre più numerose, come racconta il report dell’ottobre 2021 elaborato dal Servizio analisi criminale del dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno: tra i reati che maggiormente colpiscono i minori, oltre all’abuso dei mezzi di correzione, ci sono l’adescamento e la violenza sessuale in tutte le sue forme; più colpite le bambine rispetto ai bambini, soprattutto nella fascia di età tra 0 e 14 anni.

Lo confermano i dati dell’Associazione Meter sulla pedopornografia on line: nel 2021 il numero dei link a siti pedopornografici è salito da 14.521 a 14.679; i casi seguiti dal Centro Ascolto sono passati da 111 a 167, mentre le richieste telefoniche sono quasi raddoppiate, passando da 284 a 406. Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter nonché referente della diocesi di Noto, Ufficio fragilità servizio tutela minori e responsabile dei Centri di ascolto regionale della Conferenza episcopale siciliana, sarà tra i protagonisti del convegno di sabato 19, ospitato dalla Pontificia Università Lateranense. Alle 9 è previsto il saluto del cardinale vicario Angelo De Donatis, a cui seguirà l’introduzione del vescovo Baldassare Reina, incaricato del Servizio regionale per la tutela dei minori.

Quindi l’intervento di don Di Noto e poi le due testimonianze: quella di Marta e quella di Rebecca, studentessa universitaria, che ha subito abusi dalla sua allenatrice di calcio, e che ha scelto di inviare un testo scritto. Seguirà la relazione di Vittoria Lugli, referente diocesana del Servizio per la tutela dei minori, e quella del vescovo Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori, che presenterà i dati del Report sulle attività di prevenzione e formazione svolte dal Servizio della Cei.

La partecipazione al convegno è libera previa prenotazione all’indirizzo tutelaminori@diocesidiroma.it, in quanto i posti sono limitati.

“Abbiamo voluto far parlare le vittime, perché è a loro che dobbiamo pensare innanzitutto – spiega Vittoria Lugli –. La tutela dei minori deve avvenire a tutto tondo, per questo è importante sensibilizzare gli educatori, i sacerdoti, gli insegnanti”.

Spiegano infatti dal Servizio nazionale: “Non si può distogliere lo sguardo davanti alle ferite provocate da ogni forma di abuso. Ecco, allora, che la consolazione diventa prossimità, accompagnamento, custodia, cura, prevenzione e formazione”.

Le parrocchie e le comunità sono invitate a organizzare momenti di preghiera o veglie sul tema; il Servizio della Cei mette a disposizione un sussidio e materiali scaricabili per l’animazione.

Giulia Rocchi (*)

(*) pubblicato su “RomaSette”

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Fonte: Sir