Forum comunità Laudato si’ ad Amatrice: “non siamo padroni assoluti della natura”

“Ricucire lo strappo che si è operato tra l’umanità e la madre-terra; tentare di colmare il gap tra la comune dipendenza dalla terra e la consapevolezza di questo legame vitale”. Perché quella dinanzi alla quale ci troviamo oggi è una crisi non solo ecologica ma, “al tempo stesso, anche spirituale, cioè l’effetto di una desertificazione interiore prima che esteriore”.

Forum comunità Laudato si’ ad Amatrice: “non siamo padroni assoluti della natura”

È l’auspicio espresso dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, che ieri ha aperto ad Amatrice il secondo forum delle Comunità Laudato si’, promosso dalla diocesi locale e da Slow Food, e dedicato all’Amazzonia. Ad oggi sono una quarantina le Comunità costituitesi, da nord a sud d’Italia, tra cui Torino, Cuneo, Asti, Novara, Mantova, Milano, Varese, Pavia, Treviso, Vicenza, Padova, Rieti, Roma, Foggia, Ragusa, Agrigento, Trapani e Caltanissetta, e altre in via di costituzione anche all’estero, come in Brasile.

Non si tratta genericamente di un manifesto verde, ma una di proposta di etica sociale” ha sottolineato il vescovo, le cui parole sono riportate dal sito del settimanale diocesano Frontiera (www.frontierarieti.com) che ha spiegato che questo secondo forum vuole “lasciarsi provocare dal prossimo Sinodo panamazzonico per imparare un metodo che dobbiamo applicare ciascuno ai propri territori certamente più ristretti: vedere, giudicare, agire”. Mons. Pompili ha poi spiegato il senso del legame tra questo progetto e Amatrice, “simbolo di una ferita che tarda a rimarginarsi per la lentezza esasperante della macchina statale, per la mancata assunzione di responsabilità di tanti, per la pervasiva smobilitazione del tessuto sociale”.

E dunque le Comunità Laudato si’ “nascono tenendo fisso lo sguardo su questo lembo di Appennino che rischia di essere dimenticato, ma è pur sempre la spina dorsale dell’Italia”. Di qui il progetto dell’edificazione della Casa del futuro presso l’area del Don Minozzi, il cui progetto firmato dall’architetto Boeri e presentato lo scorso anno proprio durante il primo forum delle Comunità, “viaggia verso la completa approvazione”. A conclusione del suo saluto il vescovo di Rieti ha tenuto a ringraziare “quelli che ci accompagnano da sempre, in particolare Caritas italiana, la Caritas ambrosiana, il progetto Policoro col l’ufficio nazionale della Cei della pastorale sociale.

Mancuso (biologo): “non siamo padroni assoluti della natura”

“Le risorse sono finite: non possiamo pensare di continuare a consumare risorse in modo infinito. Alterare l’equilibrio vuol dire alterare tutto: si pensi solo all’utilizzo dell’acqua dolce”. È il monito lanciato oggi da Stefano Mancuso, biologo di fama mondiale, intervenuto ad Amatrice (Rieti) al secondo forum delle Comunità Laudato si’.

Intervenendo sull’interdipendenza uomo-ambiente, che è alla base dell’enciclica papale che ispira l’azione delle Comunità, lo scienziato ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di “sentirsi parte, non padroni assoluti e irresponsabili, della natura in cui si vive”.

Come esseri viventi, ha spiegato Mancuso, “abbiamo bisogno di tutti gli altri esseri viventi per sopravvivere. Avere un cervello più sviluppato ci chiede maggiore responsabilità e consapevolezza. L’uomo potrà sopravvivere solo se comprenderà che la casa comune, l’insieme della natura di cui è parte, è ciò che ci permette di sopravvivere”. Il Forum è seguito dal sito del settimanale diocesano di Rieti, www.frontierarieti.com.

Suor Smerilli a forum Comunità Laudato si’, “quando acquistiamo le merci senza guardare siamo complici di un’economia che uccide”

L’isola di Pasqua come esempio per dimostrare che il consumo di tutte le risorse può determinare la fine di una civiltà. A proporlo al secondo forum delle Comunità Laudato si’, in corso ad Amatrice, è stata suor Alessandra Smerilli, consigliere di Stato della Città del Vaticano e docente ordinario di Economia Politica alla Facoltà “Auxilium” di Roma.

“Il filo rosso che lega tutte le civiltà è data dagli aspetti ecologici – ha detto la religiosa – ciò che in pochi anni ha portato all’estinzione degli abitanti dell’isola è stata la perdita di materie prime, fonti alimentari e produzione agricola. Nell’isola 12 clan diversi facevano a gara nel costruire statue in pietra per ingraziarsi gli dei. Per costruirle dovevano trasportare grossi massi e quindi necessitavano di imbarcazioni e binari di trasporto, con utilizzo di grandi quantità di legnami. Risultato: tutti i suoi alberi sono stati tagliati. Fine degli alberi vuol dire fine di una civiltà”.

Riportando l’esempio all’Amazzonia ha poi aggiunto: “Il problema non è il taglio dell’ultimo albero, ma perché troppo tardi ci rendiamo conto del problema”. Poi ancora un esempio: “Tutti vogliono pascolare le proprie pecore: nessuno tende da solo a limitarsi pensando che se non porterà lui le pecore al pascolo lo farà qualcun altro. Ma se tutti ragioniamo allo stesso modo si arriverà presto all’esaurimento del pascolo. Man mano che ci si rende conto del problema la corsa non si arresterà, anzi aumenterà ancora più perché tutti avranno paura di rimanere senza”.

Per l’economista è possibile ragionare, in termini economici, in modo diverso: “Sicuramente l’economia non ha mai fatto i conti con il limite, se non di bilancio. Però ora la questione del limite comincia a farsi strada. Ci si comincia a rendere conto che, in uno sfruttamento intensivo delle risorse, alla fine i vantaggi sono per pochi, i danni sono per tutti”. Ne deriva un’assunzione di responsabilità che deve indurre a “comprendere quanta parte abbiamo e quanto siamo complici”. Le domande di suor Smerilli non lasciano spazio a fraintendimenti: “Quando diamo colpa a un’economia che uccide siamo consapevoli che non siamo altro da quell’economia? Quando diamo le colpe alle multinazionali sappiamo che siamo noi che alimentiamo i loro sistemi di consumo diventandone complici? Quando acquistiamo le merci senza guardare siamo complici di un’economia che uccide. Quando non siamo attenti a come sono usati i prodotti finanziari, siamo complici di un sistema che favorisce i predatori”.

Da invocare certamente delle regole nuove e chiare, ma la responsabilità personale di ciascuno resta: “Ogni volta che facciamo un acquisto stiamo votando con i nostri soldi”. Una speranza per il futuro viene dalle giovani generazioni che “si mettono in discussione e chiedono che cosa possono fare e iniziano a farlo”. L’ultima riflessione syor Smerilli la dedica a San Benedetto da Norcia: “San Benedetto, con il saper fondare un positivo rapporto tra società e ambiente, ha cambiato le sorti del pianeta e adesso stiamo aspettando un altro san Benedetto. Forse questi nuovi san Benedetto sono in mezzo a noi nelle Comunità Laudato si’” un progetto che “avrà successo se riuscirà a farlo insieme ai ragazzi, in mezzo a loro”. Il Forum è seguito dal sito del settimanale diocesano di Rieti, www.frontierarieti.com.

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Fonte: Sir