I libri del mese. Alla ricerca delle origini e di un nuovo senso dell'essere cristiani oggi

Le tre proposte di lettura del mese.

I libri del mese. Alla ricerca delle origini e di un nuovo senso dell'essere cristiani oggi

Anselm Grün è un monaco un po’ particolare, visto che è assurto anche ad una certa fama per i suoi libri su san Benedetto o sull’autostima, e che agli studi di teologia lui benedettino, responsabile finanziario dell’abbazia tedesca di Münsterschwarzach, ha aggiunto quelli di filosofia e psicologia. Ora in questo “Dimmi, zio Willi” Grün interagisce con una sua nipote, Andrea J. Larson, la quale gli pone domande piuttosto scottanti sui perché della vita, della fede, delle scelte, domande insomma che tutti ci facciamo durante il nostro cammino terreno. Va detto subito che il titolo è fuorviante, e avrebbe dovuto essere scelto con più attenzione, in quanto il rischio è quello di prendere il libro per quello che in realtà non è, leggero, superficiale. Perché a leggerlo si penetra nelle profondità del dolore, delle domande drammatiche sulla vita, sull’esistenza di Dio, sulla sessualità e su molto altro. È una donna che ha scelto di vivere matrimonio, maternità, lavoro e nel contempo di approfondire la dimensione della fede che pone domande ad uno zio che ha deciso di rinunciare a quella vita per affrontare l’universo della preghiera, del silenzio, di una apparente solitudine. Domande e risposte hanno il pregio di sondare aspetti assai discussi, ma spesso elusi, e delicati, e di aiutare realmente il lettore nel difficile cammino della fede in un mondo che sembra aver trovato certezze assolute nella scienza e nelle cose. Dall’esistenza di Dio, alla sua rappresentazione maschile piuttosto che femminile, al proverbiale -ma qui assai approfondito- sesso degli angeli, al dopo vita, alla tentazione di lasciarsi andare per disperazione, alla non accettazione di sé, i principali nuclei roventi della nostra esistenza vengono affrontati in modo approfondito, con motivati riferimenti alla psicologia (soprattutto Jung, qui citatissimo), alla teologia, all’antropologia, alla storia, senza cadere nella superficialità e nella sempre più frequente, nel panorama mediatico mondiale, tuttologia. Un libro piuttosto raro, perché con un linguaggio semplice e familiare, riesce a dare alcune risposte ai nostri momenti di crisi e alle nostre inquietanti domande sui perché della vita.
Anselm Grün, Andrea J. Larson, “Dimmi, zio Willi. Un dialogo sulle grandi questioni della vita”, San Paolo, 215 pagine, 18 euro.

Una riflessione appassionata su quello che sta accadendo, su quello che è stato e soprattutto su ciò che si può fare nella Chiesa e non solo è l’essenza di questo “Un nuovo passo. Appunti sulla corresponsabilità nella Chiesa” di Alberto Campoleoni, giornalista esperto di temi educativi ed ecclesiali. Dalle righe del libro si coglie la percezione di un tempo che scorre inesorabilmente verso nuovo sfide sempre più “laiche”, nel senso che la scristianizzazione e la progressiva riduzione delle vocazioni ecclesiali impone. L’autore pone la Chiesa, i laici, i lettori tutti di fronte a questa dimensione imposta anche e soprattutto dagli squilibri planetari di cui si inizia a parlare a livello mediatico solo ora e che però sono la causa di gran parte dell’attuale crisi di valori e di economie. Campoleoni non ha dubbi in proposito e anzi sottolinea una dimensione necessaria affinchè la Chiesa possa avere un futuro, appoggiandosi anche sulla meditata scelta di Bergoglio di chiamarsi come il Poverello d’Assisi. Una scelta necessaria che assume i caratteri della provvidenzialità in una concezione del mondo e della fede accompagnata anche da altri progetti di rifondazione che vanno in direzione dell’accezione di decrescita più o meno felice. Campoleoni spiega bene come questa rifondazione significhi un cammino verso una essenzialità vista come una iattura dai paesi ricchi e che invece è una possibile ipotesi per salvarsi insieme in un pianeta messo a rischio da inquinamento, guerra, malattie: come accade attualmente con una epidemia che non è la prima del genere e non sarà l’ultima se i paesi poveri non riescono ad accedere a vaccinazioni, cure e cibo. La finta di non vedere il dolore degli altri del mondo sazio e anche la difficoltà della Chiesa ad aprirsi fattivamente all’apporto di laici competenti e motivati sono tra i punti più rilevanti di questo messaggio laico ed insieme appassionatamente religioso teso a risvegliare le coscienze di tutti, senza steccati o confini.
Alberto Campoleoni, “Un nuovo passo. Appunti sulla corresponsabilità nella Chiesa”, Ave, 64 pagine, 8 euro.

Vivere sulla propria pelle e per di più da ragazzino la persecuzione etnico-religiosa, doversene andare in un altro Paese di lingua, tradizioni e visioni del mondo diverse, guardare il proprio papà, un laureato altamente specializzato che esce di casa per tentare di essere preso a lavorare in lavanderia non è propriamente una passeggiata fuori porta né il tentativo di trovare un mestiere più soddisfacente. No, qui è la violenza pura, gente che ti viene a sparare a bruciapelo dentro casa o ti ci dà fuoco a quella tua casa e poi ti fa sparire in una delle tante fosse comuni a costringerti a scappare, e proprio questo narra Saša Stanišić in “Origini”: la sua storia di ragazzo quattordicenne di famiglia bosniaca che deve sbrigarsi ad andarsene e che non trova, come vorrebbe la vulgata, solo sospetti e indifferenza nella sua nuova patria, ma anche cordialità e cura, come nel caso del dottor Heimat, un dentista che cura gratuitamente le carie dei bambini immigrati e che se ne va a pesca con un nonno bosniaco che non può raccontare che antiche storie, leggende, balli e amori di un tempo che ha lasciato il posto all’era dell’odio. Come capita sempre nelle narrazioni, la ricerca delle origini parte da un desiderio di ritorno, quindi da una lontananza, e, come spesso accade, la nostalgia non viene in una terra nemica: come Odisseo, come Enea, il ritorno interiore ti prende in una nuova patria in cui sei amato, in cui hai studiato e nella quale sei diventato un conosciuto scrittore. Ma tutto questo non basta. Lo scrittore tedesco, anche se non di madrelingua, recupera con il ricordo, suo e di altri, con i racconti, le memorie, non importa se talvolta minate da malattie o manie, i desideri di tornare da dove si è partiti nonostante la guerra, l’odio, perfino il nuovo benessere.
Saša Stanišić, “Origini”, Keller, 384 pagine, 18,50 euro.

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Fonte: Sir