Il circo di quartiere. Un luogo abbandonato che diventa spazio di rinascita per la collettività

Un terreno abbandonato, divenuto negli anni una discarica, che ben presto si trasforma in uno straordinario luogo di aggregazione e partecipazione.

Il circo di quartiere. Un luogo abbandonato che diventa spazio di rinascita per la collettività

Danisinni è un quartiere di origini arabe, che sorge a ridosso del centro storico di Palermo. Ma pochi palermitani lo conoscono. Perché quella “periferia” sorge in una depressione, su quello che un tempo era il letto del fiume Papireto. Il fiume esiste ancora, ma è stato interrato e continua a rendere fertile quel fazzoletto di terra. Dal basso. Per arrivare a Danisinni c’è una sola strada, come una è la strada che bisogna percorrere per uscire dal quartiere. Ci si capita solo se ci si vuole andare. Case popolari, una piazza, un asilo chiuso undici anni fa per consentire una ristrutturazione che non è mai stata fatta, una chiesa, la parrocchia di S. Agnese, e un muro.

Un giorno di circa cinque anni fa, fr. Mauro Billetta, che era da poco diventato parroco a Danisinni, decide con un gruppo di parrocchiani di abbattere quel muro. Vi scopre un terreno abbandonato, divenuto negli anni una discarica, che ben presto si trasforma in uno straordinario luogo di aggregazione e partecipazione. Su quel terreno è nata la fattoria urbana di Danisinni, innaffiata dal basso dalle acque del Papireto e dall’alto dal volontariato della gente del quartiere. Una fattoria in tutto e per tutto, con gli animali e gli orti, che forniscono verdura alla gente del rione. Ma non è tutto.

C’è anche il Danisinni Circus, il primo circo sociale permanente senza animali in città. Lo racconta su Facebook una pagina – Chapitô Danisinni Circ’All – piena di colori, che trasuda fantasia. “Un luogo dove i bambini possono divertirsi – racconta Daniele Nash, uno dei suoi fondatori – e dove al tempo stesso possono imparare a lavorare insieme, in gruppo, concentrarsi su una corsa, trovare una passione. Tutte cose che arricchiscono l’immaginario e che offrono la possibilità di ampliare l’orizzonte del futuro”. Dopo gli anni della formazione e di esperienza in circhi italiani ed esteri, Daniele ha deciso lasciare tutto e di tornare nella terra da cui era partito, per dare ai bambini l’opportunità di diventare degli artisti e di guardare alla vita non soltanto attraverso gli occhi del guadagno. Con sé Daniele porta solo un tendone da circo. Un tendone preso ancor prima di sapere dove l’avrebbe sistemato. Ci sono voluti due anni, ma poi quel tendone è stato montato, dal basso con l’aiuto della gente di Danisinni, di fr. Mauro e degli amici del progetto Rambla Papireto.

Da tre anni quel tendone è un simbolo di credibilità del quartiere, un luogo di aggregazione e di crescita. Per grandi e piccoli. Lo scorso 26 marzo – mentre il quartiere si arricchiva dei colori di un nuovo murales, dedicato alle “transumanze” – i suoi fondatori annunciano su Facebook la nascita del collettivo Chapitô: “È stato duro, intenso, insomma bellissimo come la vita! C’è voluto il suo tempo per maturare e crescere, siamo passati da tante fasi, proprio come un bruco per diventare farfalla. Oggi abbiamo un nome, abbiamo uno spazio, abbiamo un obiettivo, abbiamo tanta energia e tanto desiderio di fare bene”. Un bene donato alla comunità, il Danisinni Circus, cresciuto dal basso. Come dal basso è partita la rinascita di Danisinni, oggi “oasi sociale”, come ama chiamarla fr. Mauro Billetta, a pochi passi dal centro di Palermo.

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Fonte: Sir