Il ritorno a Lourdes dopo il miracolo. Suor Luigina Traverso: “Ringrazio Maria e mi metto al servizio degli ammalati”

La religiosa era affetta da Lombosciatalgia paralizzante, il 24 luglio 1965 è tornata a camminare dopo la preghiera in occasione della processione eucaristica. "Ogni volta che rivivo quel momento mi chiedo come mai sia accaduto a me e prego per gli altri"

Il ritorno a Lourdes dopo il miracolo. Suor Luigina Traverso: “Ringrazio Maria e mi metto al servizio degli ammalati”

(da Lourdes) Lei è lì davanti, da sola, ai piedi della grotta. Indossa l’abito bianco della sua congregazione. Con le dita passa da un granello del Rosario all’altro, mentre le sfilano accanto altri pellegrini. Non la riconoscono. Suor Luigina Traverso è nota per essere, nell’immaginario collettivo, il “68° miracolo di Lourdes”, riconosciuto l’11 ottobre 2012. E a Lourdes è tornata in questi giorni. “Ogni volta è una grande commozione”, confessa. Il momento più significativo per lei è il passaggio dell’Eucaristia al termine della processione nell’esplanade del santuario mariano. Il ricordo va a quel 23 luglio del 1965. Lei, affetta da Lombosciatalgia paralizzante, sentì “una scossa forte, caldo, freddo”. “Tremavo – ricorda oggi –. Mi sono chiesta se fossi guarita e pregavo. Poi, ho sentito che la gamba si muoveva”. E anche adesso, tornando a Lourdes, si è recata in quel luogo. Stavolta la riconoscono tutti. Il canonico del santuario la presenta. E la religiosa rivela il suo pensiero:

“Nel momento del passaggio del Santissimo mi chiedo come mai sia accaduto a me e non agli altri. Sento un profondo desiderio di ringraziare il Signore e Maria per quello che ho vissuto, per la mia guarigione. Poi prego per tutti gli altri ammalati”.

Tappa fondamentale del ritorno a Lourdes di suor Luigina Traverso è il Bureau des Constatations médicales, o meglio l’ufficio delle constatazioni mediche, dove i medici studiano i casi di guarigione. L’occasione è la presentazione del libro “Miracoli a Lourdes”, scritto dal giornalista di Tv2000 Fabio Bolzetta. La sua storia è una tra quelle raccontate. Ma prima di essere accolta dal presidente del Bureau, Alessandro De Franciscis, la religiosa ripercorre con lo sguardo le immagini e le storie delle 70 persone che hanno ricevuto un miracolo a Lourdes. Alla sessantottesima fotografia, la sua, si sofferma e sorride. Nella memoria ritornano le immagini di cinquant’anni fa, le parole di quel sacerdote che le disse: “Preghiamo perché la Madonna ti faccia il miracolo di poter stare almeno seduta”. E la sua risposta secca: “Se guarisco torno alla mia attività con la gioventù. O tutto o niente”. Ma anche la vicinanza delle consorelle che hanno pregato, digiunato, fatto la carità e osservato la regola. “Ognuna stava attenta a non sbagliare – racconta –, mi hanno detto che hanno vissuto una settimana di paradiso”. Poi, il ricordo della preghiera incessante a Maria e le immersioni nelle piscine due volte al giorno.

Gli occhi lucidi, la voce stanca confessano un altro ricordo: “Aspettavo la grazia il 24 luglio per la festa di Maria Ausiliatrice, l’ho ricevuta il 23. Mi hanno messo nell’esplanade. Ho seguito la processione eucaristica. ‘Signore, se tu vuoi, puoi’, era la mia invocazione che ripetevo incessantemente.

Mi trovavo sulla barella e appena è passato davanti a me il sacerdote con il Santissimo sacramento ho cominciato a sentire una sensazione che non avevo mai avvertito prima di allora. Sentivo caldo e contemporaneamente freddo, il letto mi ballava senza che nessuno lo stesse muovendo e così ho capito che qualcosa stava succedendo. Ho pensato subito alla guarigione ed effettivamente non provavo più nessun tipo di dolore. Mi sono resa conto che riuscivo a muovere il piede paralizzato”.

Dopo la guarigione, il ritorno in piedi, a camminare. “Arrivata nella camera ho messo le calze, ho provato a scendere dal letto e camminavo bene. L’indomani ho percorso la via crucis sul monte a piedi”. Oggi, suor Luigina si occupa del servizio agli ammalati e tiene a farlo “nel modo migliore”. E ogni volta Lourdes la memoria riporta il passato nel tempo presente:

“Perché è capitato a me? Dico grazie e prego per gli altri”.
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Fonte: Sir