Il soccorso dell’amore. Papa Francesco: "Quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri"

Gesù non abolisce le prescrizioni “ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle”, afferma il Papa.

Il soccorso dell’amore. Papa Francesco: "Quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri"

“Ma io vi dico”. Per sei volte, nel brano del Vangelo di Matteo di questa domenica, e della prossima, compare l’espressione ma io vi dico. Quasi un programma, chiave per comprendere parole antiche ma sempre nuove. Se la liturgia continua a soffermarsi sul discorso della montagna di Gesù, dopo averci annunciato le beatitudini, e indicato che il cristiano deve essere sale della terra e luce del mondo, è perché sia ben chiara la novità cristiana, espressa proprio in quel “ma io vi dico”. Fermiamoci un momento. La prima predicazione di Gesù si chiama proprio “discorso della montagna”: salì sul monte, scrive Matteo. Il monte ha un valore simbolico, richiama il Sinai, il monte di Mosè, delle dieci parole dell’alleanza. Come ricorda Enzo Bianchi, Dio ha come primi nomi l’Altissimo e “anche El Shaddaj, il Montanaro, colui che abita le cime dei monti”.

Torniamo al Vangelo di domenica. Gesù è venuto a proclamare una giustizia “superiore”. Poteva essere visto come colui che non rispettava la legge, i profeti: d’altra parte non è entrato nella casa del pubblicano? Non ha compiuto azioni il sabato? Ma ecco che Matteo ci fa capire cosa sia la giustizia proclamata da Gesù; una giustizia non diversa, ma che supera quella degli scribi e dei farisei e, in un certo senso, la completa.

“Gesù vuole aiutare i suoi ascoltatori ad avere un approccio giusto alle prescrizioni dei Comandamenti dati a Mosè – dice Papa Francesco all’Angelus – esortando ad essere disponibili a Dio che ci educa alla vera libertà e responsabilità mediante la legge. Si tratta di viverla come uno strumento di libertà”. Così, salito sul monte, si rivolgeva ai suoi pronunciando il discorso chiamato delle antitesi, un superare i comandamenti antichi riproponendoli con il suo: “ma io vi dico”. Sei antitesi – due le ritroveremo domenica prossima – con le quali ripercorre la legge mosaica. Prima di tutto non uccidere: “pensiamo alle conseguenze delle guerre, pensiamo a quella bambina morta di freddo in Siria l’altro ieri. Tante calamità, tante”, afferma ancora all’Angelus il Papa. “Questo è frutto delle passioni e la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni”. La legge va vissuta come strumento di libertà, “che mi aiuta a non essere schiavo delle passioni e del peccato”. Così Francesco dice: “quando si cede alle tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della propria vita”.

Non solo non uccidere; nelle parole di Gesù entrano anche altre situazioni come l’adulterio, il divorzio, i giuramenti: Gesù non abolisce le prescrizioni “ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle”, afferma il Papa. Cioè di accoglierle nel cuore “che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive”. Non solo chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio, ma anche chi si adira con il proprio fratello; chi dice stupido al fratello dovrà essere sottoposto al sinedrio, chi dice pazzo sarà destinato al fuoco della Geèmma. Come dire: siamo messi male un po’ tutti.

Per Francesco “quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali”. E questo vale non solo per le guerre, ma anche per le chiacchiere, “perché la lingua uccide”. Sono brutte le chiacchiere, diceva nel 2014, “all’inizio può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il cuore di amarezza, e avvelena anche noi”. I peccati di calunnia e diffamazione non sono stati tolti dal decalogo.
“Quando si accoglie la Legge di Dio nel cuore – afferma ancora il Papa – si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute”. E Gesù è consapevole che “non è facile vivere i Comandamenti in questo modo così totalizzante. Per questo ci offre il soccorso del suo amore: è venuto nel mondo non solo per dare compimento alla legge, ma anche per donarci la sua grazia, così che possiamo fare la volontà di Dio, amando lui e i fratelli”. Per questo ci tende costantemente la sua mano.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)