Incendi in Australia. La voce del vescovo del Nuovo Galles del Sud: “Molti si chiedono dov’è Dio?”

Testimonianza del vescovo Brian Mascord da Wollongong, nello Stato del Nuovo Galles del Sud. “Le condizioni in costante cambiamento, l’allerta incendi non ancora finita, il fumo denso che rimane e copre molte aree del Paese. In alcuni c'è anche un senso di colpa perché la loro proprietà si è salvata e quella dei loro vicini no. Si chiedono: ‘Perché noi siamo stati così fortunati e loro no?’. Molti invece sono arrabbiati e pongono un’altra domanda: ‘Dov'è Dio in tutto questo?’"

Incendi in Australia. La voce del vescovo del Nuovo Galles del Sud: “Molti si chiedono dov’è Dio?”

È il tempo del dolore, della conta dei danni, delle lacrime per le persone che non ci sono più ma è anche il tempo della solidarietà e della preghiera perché arrivi presto la pioggia e porti via lo strato di fumo e polvere che ora avvolge e copre tutto. Mons. Brian Mascord è il vescovo di Wollongong, una città costiera dell’Australia sud-orientale situata nello Stato del Nuovo Galles del Sud. Insieme allo Stato del Victoria sono le due regioni del Paese più colpite dagli incendi. I siti turistici danno di questo luogo immagini di una natura rigogliosa, veri e propri paradisi di oceano, montagne e vegetazione. Le foto scattate invece appena alcuni giorni fa dal vescovo restituiscono purtroppo un panorama molto diverso fatto di devastazione, luoghi bruciati, campi distrutti e fumo, fumo dappertutto. Il vescovo è reduce da un sopralluogo fatto tra le parrocchie (in particolare la St Mary Star of the Sea Catholic Church) e le comunità della diocesi colpite dalle fiamme.

Mons. Mascord, ci racconti cosa ha visto e qual è attualmente la situazione nella sua diocesi?

Al momento la nostra area è in quella fase che chiamano “di recupero”. Significa che dopo la devastazione delle fiamme, ora si stanno valutando i danni. È un momento traumatico: molte persone hanno perso la casa, i mezzi di sussistenza e alcuni hanno purtroppo perso anche membri della famiglia. L’allerta purtroppo non è finita. Oggi (venerdì 10 gennaio) stiamo aspettando che si verifichino nuove condizioni estreme di incendio. Siamo stati avvertiti di prepararci a temperature molto elevate e venti molto forti, che non sono mai una buona combinazione. Come comunità diocesana siamo stati molto fortunati a non aver perso proprietà della Chiesa, tuttavia un certo numero di famiglie delle nostre scuole e parrocchie hanno perso la casa. Sono andato a visitare una delle nostre parrocchie. Le fiamme si sono fermate a pochi metri dalla chiesa, dalla scuola e dalla casa del prete. L’esperienza è stata forte.

Lei diceva che ci sono state vittime anche nella tua diocesi.

Purtroppo, sì. Due giovani vigili del fuoco hanno perso la vita: un albero è caduto proprio sopra il camion dove stavano per spegnere un incendio in una delle aree della diocesi. Si lasciano alle spalle mogli e giovani famiglie. In tutto il Paese ci sono state almeno 25 vittime, non solo i vigili del fuoco, ma anche uomini e donne comuni che hanno cercato di sfuggire alle fiamme ma non ci sono riusciti. In tutto lo Stato del Nuovo Galles del Sud ci sono state oltre 1.800 proprietà distrutte dal fuoco. Ciò significa che altrettante famiglie devono ricominciare tutto da capo e molte di queste persone sono anziane, in pensione.

E la popolazione come sta vivendo questo stato di emergenza, soprattutto i bambini?

Le condizioni in costante cambiamento, l’allerta incendi non ancora finita, il fumo denso che rimane e copre molte aree del Paese. Le persone sanno di poter essere evacuate in qualsiasi momento a seconda delle condizioni e questo inevitabilmente provoca un livello di ansia molto alto. In alcuni c’è anche un senso di colpa perché la loro proprietà si è salvata e quella dei loro vicini no. Si chiedono, ‘Perché noi siamo stati così fortunati e loro no?’. Molti invece sono arrabbiati e pongono un’altra domanda, ‘Dov’è Dio in tutto questo’. La risposta è che Dio è in quelle persone che stanno combattendo contro le fiamme, in coloro che si uniscono tra loro e insieme affrontano il dolore, in chi che sta aiutando dove può e facendo tutto quel che può con generosità. È qui che si trova Dio.

Cosa stanno facendo le diocesi e le parrocchie in Australia? Di che tipo di aiuto avete più bisogno?

Molte comunità si stanno mobilitando per fornire cibo e acqua dolce in quanto vi sono molte aree che al momento non dispongono delle infrastrutture per sostenere la propria comunità. Molte persone sono state bloccate sulle spiagge, quindi la Marina e l’Esercito sono entrati con veicoli anfibi per aiutare le persone a evacuare. Era l’unico modo possibile per salvarsi. Nel fine settimana del 25-26 gennaio ci sarà un appello nazionale che sarà letto durante le Messe in tutta l’Australia per il sostegno finanziario che verrà incanalato attraverso la St Vincent de Paul Society, e sarà utilizzato per aiutare a sostenere le persone e le comunità che sono state colpite.

Cosa possono invece fare le Chiese e le comunità cristiane nel mondo?

Pregate, è la cosa migliore che si può fare. Pregate per la pioggia. Siamo da molti anni in preda a una grave siccità e la mancanza di umidità nel terreno ha aumentato l’intensità degli incendi. Quindi, per favore, pregate per la pioggia in Australia. Pioggia che rigenererà le foreste che sono state perse, che consentirà ai pascoli di produrre cibo, che potrà ripulire il fumo dal cielo, in modo che tutti possiamo tornare a respirare di nuovo correttamente.

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Fonte: Sir