Insegnamento religione cattolica: messaggio Cei, “la Bibbia è un patrimonio culturale per tutti gli uomini”

“Cari studenti e cari genitori, anche quest’anno entro il 31 gennaio siete chiamati a scegliere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica in occasione dell’iscrizione al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola. Le scelte compiute a larghissima maggioranza negli oltre trent’anni anni trascorsi dalla revisione del Concordato mostrano quanto questa disciplina scolastica si ponga come un servizio educativo molto apprezzato e inducono ad un sempre maggior impegno per la sua qualità”.

Insegnamento religione cattolica: messaggio Cei, “la Bibbia è un patrimonio culturale per tutti gli uomini”

Lo scrive la presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei), nel messaggio a studenti e genitori, invitandoli ad avvalersi, nell’anno scolastico 2020/21, dell’insegnamento della religione cattolica.

Il tema del messaggio che vi indirizziamo – prosegue la Cei – riguarda la conoscenza e la valorizzazione dello studio della Bibbia da un punto di vista sia culturale sia storico e artistico. Da quest’anno, infatti, il periodo delle iscrizioni viene a comprendere anche la domenica che Papa Francesco ha voluto dedicare alla Parola di Dio, collocata nel mese di gennaio per assumere una valenza ecumenica nel periodo dell’anno dedicato a rafforzare i legami con gli ebrei e alla preghiera per l’unità dei cristiani. Sembra inutile ricordare come la Bibbia costituisca un patrimonio culturale per tutti gli uomini; essa è stata definita il Grande Codice in cui la cultura occidentale può trovare le proprie radici, ma il suo contenuto va oltre i confini dell’Occidente e intende parlare a tutta l’umanità per avviare un confronto sul significato ultimo della vita e del mondo”.

Scrive infatti Papa Francesco, conclude la presidenza della Cei, “che ‘la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così’”.

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Fonte: Sir