“Io credo” su Tv2000 con papa Francesco e don Marco Pozza. Dentro al cuore di Dio

Lunedì 17 febbraio alle 21.05 inizia il nuovo programma di Tv2000 "Io credo" con papa Francesco e don Marco Pozza. Le otto puntate affrontano il contenuto dell'antico simbolo della fede cristiana, interrogano personaggi credenti e non del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura, presentano alcune comunità, tra cui le esperienze nel territorio della diocesi di Padova della cooperativa Radicà di Calvene e Medici con l'Africa Cuamm.

In occasione dell’inizio del programma di Tv2000, nella chiesa parrocchiale di Calvene lunedì 17 febbraio alle 20.30 viene proposto a tutti un momento di meditazione seguito dalla proiezione della prima puntata di “Io credo”.

“Io credo” su Tv2000 con papa Francesco e don Marco Pozza. Dentro al cuore di Dio

È il segno di riconoscimento della fede cristiana. Il Credo è la comune risposta che l’assemblea, ogni volta che celebra l’eucaristia, mette a sigillo della Parola di Dio appena proclamata. Perché la fede conosce un solo modo per alimentarsi – l’ascolto – e per “farsi carne” deve inevitabilmente passare attraverso la preghiera.

Papa Francesco e don Marco Pozza hanno deciso di approfondirlo, sviscerarlo nella nuova trasmissione televisiva “Io credo” che, con otto puntate su Tv2000 (ogni lunedì in prima serata dal 17 febbraio alle 21.05), chiude la trilogia iniziata con il Padre nostro nel 2017 e proseguita nel 2018 con l’Ave Maria. Perché il desiderio è stato quello di entrare «nelle stanze più intime della fede cristiana, nella stessa Bellezza del cuore di Dio» come racconta don Marco.
La fede non è mai un affare privato. Affrontare il contenuto del Credo con Francesco davanti le telecamere, entrando con discrezione nelle case di milioni di persone – chissà a che punto della loro storia d’amore con Dio – significa trovare il coraggio di guardarsi in faccia, senza paura, per comprendere quanto quelle antiche parole continuino a fondare la Chiesa e la propria fede in Cristo. «Il Credo lo ripetiamo ormai come una filastrocca – spiega ancora don Marco – Con Francesco abbiamo deciso di rallentare il passo, di chiudere gli occhi per un istante, affondando le mani nella pasta della tradizione per scoprirne l’inesauribile forza creatrice, sentendo tutto il suo inebriante profumo».

Le otto puntate sgranano i brani della formula niceno costantinopolitana, assunta dalla Chiesa nel primo concilio di Nicea nel 325 dopo Cristo. Poco più di 50 anni dopo, nel 381, il “simbolo” della fede cristiana fu ampliato e approfondito dal concilio ecumenico di Costantinopoli, che ne definì meglio i principi trinitari e cristologici.

Le parole di Francesco
Questa volta con papa Francesco si comincia, non si finisce, il percorso: «È stato indispensabile sedermi accanto a lui e snocciolare con lui una materia così complessa: la nostra conversazione ha raggiunto un livello d’intimità altissimo perché abbiamo dovuto metterci dentro tutti noi stessi. Con Francesco poi abbiamo pensato al filo conduttore: lui ha tenuto la barra ferma con il suo amore viscerale per il passato della tradizione cristiana che deve diventare creatrice e trovare una forma nuova perché la fede continui a essere compresa oggi».

Francesco afferma nella trasmissione: «Quando vedo cristiani troppo puliti che hanno tutte le verità, l’ortodossia, la dottrina vera, e sono incapaci di sporcarsi le mani per aiutare qualcuno a sollevarsi, quando vedo questi cristiani io dico: Ma voi, non siete cristiani; siete teisti con acqua benedetta cristiana, ma ancora non siete arrivati al cristianesimo. Se Dio si è sporcato le mani ed è disceso al nostro inferno… noi dobbiamo seguire le sue tracce. (Se qualcuno dice, ndr) “No, io non riesco, fino a qui …”, va bene ma non sei arrivato a essere cristiano, sei un cristiano a metà, un cristiano superficiale, neppure un cristiano: un uomo che crede in Dio, che ha delle idee chiare sulla redenzione, anche crede in satana, sa che satana esiste, ma si ferma alla porta degli inferi, fa dei calcoli».

Dopo la parte dedicata al dialogo con il papa, il programma, per la regia di Andrea Salvadore, coautore insieme a don Marco, si snoda in conversazioni con personalità della cultura, dello spettacolo, dello sport, della politica: Salvatore Natoli, Martina Colombari, Paolo Bonolis, Paolo Rumiz, Carolina Kostner, Giovanni Bachelet, lo chef Massimo Bottura e Fausto Bertinotti.

«Siamo andati alla ricerca di persone di spicco – continua don Marco – con pensieri non ancora uniformati dall’abitudine, perché è parlando e confrontandosi con gente che non prega, che non conosce Dio o che ha un rapporto difficile con la fede che balzano fuori le sorprese più grandi. È sempre quel punto di vista che non avevamo considerato a sorprenderci, a buttare tutto all’aria. Così è stato, ad esempio, con il filosofo non credente Salvatore Natoli e la sua particolare definizione di cristianesimo; con Paolo Bonolis, dissacrante e profondo al tempo stesso, si comprende quanto lo Spirito santo non sia una proprietà privata dei cristiani… E Paolo Rumiz è stato splendido nel tratteggiare la Chiesa in tutta la sua ossatura storica. Carolina Kostner è stata abbinata al picco massimo dell’eleganza nel momento della fatica maggiore, proprio come nell’esperienza della santità. E lo chef Bottura – che genio! – rappresenta idealmente il paradosso di far risorgere la carne dagli scarti per i refettori ambrosiani della Caritas, dove solidarietà e arte s’incontrano».

La Chiesa di Padova
Si parla anche della diocesi di Padova in tre puntate, nella parte del programma dedicata alle comunità, senza le quali la fede non può crescere e irradiarsi: «La mia fede è nata in famiglia, trasmessa in quel “dialetto familiare” di cui parla papa Francesco e si è confrontata sempre con quella di mio fratello Sandro. Si è alimentata con don Beppe Gobbo della cooperativa Radicà di Calvene: lui è la prima immagine di prete che ho “respirato” da bambino. È maturata dentro alla Chiesa di Padova: ho scelto di raccontare il Cuamm perché settant’anni fa sono stati un’intuizione profetica del medico vicentino Francesco Canova e del vescovo di Padova Girolamo Bortignon, seguita dalla determinazione di don Luigi Mazzucato».

Ma cosa ha rappresentato per don Marco interrogarsi per mesi sul Credo, mettendoci studio, pensiero, parole? «Sono stato confermato io stesso nella fede. Parlare con il papa delle fondamenta di ciò che mi alimenta è stato come bere direttamente alla sorgente. Ho scoperto ancora una volta quanto radicata sia la forza intellettuale del cristianesimo, di come Dio stia al passo con i tempi entrando nelle sfide di qualsiasi uomo: dall’ecologia alla morte, dalla giustizia alla malattia. Chi ho incontrato in questo lungo viaggio ha ribadito quanto spesso, anche pur non credendo, la fede in Cristo sia stimolo all’umanità».

A conclusione dell’appassionato quanto approfondito lavoro teologico, i primi di marzo uscirà il libro Io credo, noi crediamo edito da Lev e Rizzoli con la conversazione elaborata insieme a Francesco, mentre don Marco traduce il Credo nell’esperienza della parrocchia del carcere Due Palazzi, di cui è cappellano da nove anni: un racconto corale, delicato e armonico quanto una partitura, dove tra le righe s’intravede il filo invisibile che intreccia la vita delle persone detenute, dei catechisti, di tutti coloro che credono nella risurrezione degli uomini.

Il balzo maldestro da poco in libreria

È uscito di recente il nuovo libro di don Marco Pozza Il balzo maldestro, edito da San Paolo. È la storia, tra teologia e grammatica, di un riscatto: quello pagato di persona da Dio per liberare l’uomo dal sequestro di Satana

A Calvene

In occasione dell’inizio del programma di Tv2000, nella chiesa parrocchiale di Calvene lunedì 17 febbraio alle 20.30 viene proposto a tutti un momento di meditazione seguito dalla proiezione della prima puntata di “Io credo”.

Conducono insieme la serata don Marco Pozza e don Beppe Gobbo, fondatore della cooperativa Radicà. Nata a Calvene nel 1983, la realtà sociale opera nell’Alto Vicentino nell’ambito dell’accoglienza per minori: sostiene percorsi di crescita per i ragazzi e le famiglie, promuove cittadinanza attiva e partecipazione alla comunità locale di appartenenza. www.radicaonlus.it

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