Monte Baldo. Come una casa eretta sulla roccia

Un luogo suggestivo e a strapiombo verso l’Adige ospita il solitario e ardito santuario della Madonna della Corona

Monte Baldo. Come una casa eretta sulla roccia

Una chiesa aggrappata alla parete, a strapiombo sulla vallata. Vengono in mente le meteore greche, quasi irraggiungibili: invece alla Madonna della Corona, celebre santuario veronese, oggi è facile arrivare.

Il santuario si trova a Spiazzi, frazione di Ferrara di Monte Baldo, a 774 metri sul mare, e guarda la valle dell’Adige. È un luogo magico, adatto al raccoglimento e a trasformare una visita turistica in esperienza di spiritualità.

Documenti medievali attestano che già intorno al Duecento esistevano un monastero e una cappella dedicata a Santa Maria di Montebaldo accessibili attraverso uno stretto e pericoloso sentiero nella roccia. La tradizione colloca però la nascita del santuario della Madonna della Corona al 1522, anno in cui la scultura ancora oggi venerata sarebbe stata miracolosamente traslata per intervento angelico dall’isola di Rodi, invasa dall’armata musulmana di Solimano II: oggi sappiamo che la prima immagine venerata era una Madonna con bambino di fattura trecentesca.

Il gruppo della Pietà, poi venerata come Madonna della Corona, è in pietra locale dipinta e, secondo la scritta incisa in essa, sarebbe stata fatta realizzare e donata alla Corona nel 1432 da Lodovico Castelbarco, nobile di Rovereto. Poco dopo il monastero passò ai Cavalieri di San Giovanni, o del Santo Sepolcro, che lo tennero fino allo scioglimento con provvedimento napoleonico nel 1806.

Nel corso di quattro secoli la chiesa divenne un autentico santuario, accessibile grazie alla sistemazione del ponte in legno di accesso a valle (1458) e alla costruzione sopra la preesistente di una nuova chiesa. L’erezione di quest’ultima iniziò nel 1625, mentre la precedente rimase inglobata sotto il nuovo presbiterio. I lavori si protrassero fino al 1685.

Nel frattempo vennero risistemate le vie per raggiungerlo e furono realizzate le due scale di accesso: la più ampia, di 556 gradini, che dalla fonte scendeva al ponte del Tiglio, e quella più stretta, di 234 gradini, ricavata nella roccia lungo l’originario strettissimo percorso che conduceva alla chiesa. Fu anche costruito, in una cavità del monte, un ospizio per le necessità di alloggio dei pellegrini sempre più numerosi.

Sul finire dell’Ottocento, su progetti dell’architetto Giuseppe Magagnotti di Verona e dell’ingegner Emilio Paor di Trento, la chiesa fu ampliata e dotata di una nuova facciata in stile neogotico, ornata di marmi. Gran parte delle sculture, opera di Ugo Zannoni, sono di questi anni. Le fusioni bronzee lungo la strada d’accesso sono del veronese Raffaele Bonente. Lungo la parete destra sono esposti 167 ex voto, il più antico dei quali è del 1547.

Nel 1922 fu aperta la galleria d’accesso al santuario, agevolando così il percorso ai pellegrini. Tra il 1975 e il 1978 fu realizzato, su progetto dell’architetto Guido Tisato, un intervento globale che ricostruì parte delle strutture. Nel 1982 al santuario fu attribuito il titolo “basilica minore” e il 17 aprile 1988 ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II.

Il santuario è collegato con l’abitato di Spiazzi da un servizio navetta che arriva a 300 metri dalla basilica (3 euro, andata e ritorno) per una strada chiusa alle auto. Un ascensore permette poi a tutti di salire alla chiesa. Con auto propria la discesa è di circa 20 minuti. L’antico “sentiero dei pellegrini” sale invece a piedi da Brentino (2 ore, 600 metri di dislivello, oltre 1.500 gradini).

Gli orari del santuario di Spiazzi

L’orario di apertura è dalle 7 alle 18.30. Le messe feriali, in agosto, sono celebrate alle 10.30 e alle 15.30, le festive alle 9, 10.30, 12, 15.30 e 17. Il Rosario alle 10 e alle 15. La navetta è in funzione dalle 9 alle 18.30.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)